Salvini se la prende con la Convenzione di Dublino, ma fu le Lega a ratificarla


Il Trattato di Dublino, la Bossi-Fini e gli emendamenti ai trattati Sar e Solas sono tre leggi ratificate dal governo Berlusconi, in carica dal 2001 al 2006, di cui la Lega era fedele alleata.
Basterebbe anche solo questo a comprendere quanta ipocrisia possa esserci in un Salvini che oggi cerca voti attraverso il suoi respingimenti dei profughi dopo essere stato artefice delle norme su sbarchi e richiedenti asilo che critica. È un Salvini pronto a dire che le sue leggi fanno schifo, utilizzando un linguaggio e un rancore che paiono studiati per dare l'impressione stia parlando di norme ratificate da altri.
Ed anche se fosse, una legge sbagliata andrebbe contestata, non certo violata sulla pelle di centinaia di bambini non accompagnati che lui non si fa problemi a lasciare in balia delle onde.

Nel 2003 fu anche Salvini a firmare la Convenzione di Dublino, secondo cui il primo Stato membro in cui vengono memorizzate le impronte digitali o viene registrata una richiesta di asilo è responsabile della richiesta d'asilo di un rifugiato. Un suicidio se si considera come la Bossi-Fini voluta dalla Lega vincolava il permesso di soggiorno in Italia con un lavoro effettivo a meno che non si presentasse una richiesta d'asilo.
Nel 2004, Lega e Fo
rza Italia ratificano due emendamenti alle convenzioni Sar e Solas, prevedendo che l'obbligo di fornire un luogo d'approdo sicuro per i naufraghi debba rucadere «sul Governo contraente responsabile per la regione Sar in cui i sopravvissuti sono stati recuperati».
Una situazione che L'Inkiesta riassume così: «Quel che si recupera in prossimità delle coste maltesi - come i naufraghi salvati sull'Aquarius - sbarca comunque in Italia, e sbarca col foglio di richiesta di asilo politico, perché solo così si può entrare, e tocca all'Italia occuparsene, perché così hanno deciso Berlusconi, Bossi e Fini. O se preferite, Forza Italia, la Lega e Alleanza Nazionale».

E mentre Salvini mette a frutto il razzismo generato dagli effetti delle sue leggi, cosa dovremmo dire del suo senatore Pillon? Si è stracciato le vesti dinnanzi al caso di Alfie Evans e si affrettò a volare in Inghilterra per dispensare i suoi slogan sulla «sacralità della vita». Ma quando non si tratta di prolungare l'agonia ad un bambino terminale, bensì di offrire un futuro a centinaia di minori (magari facendoli adottare da coppie gay, così risolverebbe anche i suoi problemi con la gpa) pare che la sua risposta sia: non è un mio problema, se ne occupino altri!

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