Costana Miriano dice che i gay sono perdolfi, che le vittime del Pulse diffondessero l'HIV e che la Chiesa ha bisogno di «preti virili»


Quando non è troppo occupata ad andare in giro per oratori ad invitare le ragazzine a fare sesso bareback, la fondamenta Costanza Miriano racconta sul suo blog che lei esige che i gay non debbano poter far sesso. Insomma, è un chiodo fisso il suo, quasi si sentisse un controllore che deve controllare ogni singolo coito per verificare segua il codice da lei stabilito.
La sua lunga sfuriata è incentrata in un'offensiva contro qualunque religioso non benedica la sua omofobia, iniziando con l'asserire:

Credo che l’invito di James Martin al World Meeting of Families di Dublino sia un grave torto che viene fatto alle persone con tendenza omosessuale che cercano Dio (la seconda parte della frase del Papa sempre omessa nelle citazioni), le quali già hanno la loro grande parte di fatica, e hanno bisogno di tutto tranne che di confusione. A coloro che cercano Dio provando attrazione verso lo stesso sesso non servono attivisti, persone che accusano la Chiesa e che li incoraggiano a restare dove stanno senza fare un cammino, senza individuare una meta né una direzione certa.

Nel 2018 c'è ancora chi dice che un gay non debba poter essere gay perché lei, eterosessuale, non tollera la diversità. Ed è facendosi promotrice dei termini coniati dal neofascismo che la donna avvia la sua consueta macchina del fango:

James Martin infatti è un militante omosessualista che non parla di castità (non vorrei sbagliarmi, ma nel suo libro non mi è parso di vederla neppure citata di striscio), ascesi, preghiera, mentre invece parla molto, direi esclusivamente di cattiveria della Chiesa. Ora, se certo alcuni uomini di Chiesa potranno anche aver bisogno di imparare a guardare al tema diversamente, la causa della sofferenza delle persone con attrazione verso lo stesso sesso non è certo da cercare lì, come invece il saggio di Martin ribadisce a ogni pagina.

A questo punto dovremmo domandarci a che serva Dio se la signora Miriano giura nel suo nome di detenere la verità rivelata sul fatto che gli altri siano tutti sbagliati e che li si debba costringere a conformarsi a lei, il nuovo modello ariano.
L'inumana violenza verbale della sua propaganda passa anche dal negare che i gay siano felici, sostenendo che debbano essere ritenuti persone sbagliate che meritano di soffrire. E chissà che non sia quello il motivo per cui la signora dedica ogni singolo giorno della sua integralista vita ad attaccare, denigrare, offendere e danneggiare le loro vite mentre bestemmia il nome di Dio e lo usa quale giustificazione ad una propaganda d'odio di cui certamente Satana sarà orgoglioso.

Non manca poi il classico "ho tanti amici gay, ma" che passa da un suo affermare:

Le persone omosessuali che conosco sono addolorate dalla presenza di Martin a Dublino, perché la Chiesa è – era? – l’unica voce che dice loro la verità con amore, e vedere che vengono promosse certe letture ideologiche e militanti della loro condizione li fa sentire lasciati soli. Già il mondo legge la loro condizione di sofferenza invitandoli solo a rivendicare la libertà, se anche la Chiesa si mette a dire le stesse cose, chi li aiuterà? Se il sale perde sapore, a che serve? Se al Forum l’unico a parlare del tema sarà uno che critica apertamente e continuamente il Catechismo, proprio come un qualunque redattore di Vanity Fair, cosa devono pensare?Spero che chi ha fatto pressioni per questa presenza a Dublino si ravveda, o che chi è sopra di lui fermi questa operazione che fa torto e addolora i più fragili. E addolora anche i tanti cattolici che stanno al loro fianco, e le famiglie.

Data l'assurdità delle affermazioni, ci sarebbe da domandarsi se "i tanti amici gay" della Miriano non siano quel Giorgio Ponte che si portava dietro durante i suoi comizi, chiedendogli di raccontare come quanto soffrisse le la sua omosessualità dopo che tutti i preti gli avevano detto che era sbagliato.

Sostenendo che l'omosessualità debba essere ritenuto «un disordine», la fondamentalista inizia a sostenere che la Chiesa ha il dovere di promuovere l'odio contro i gay:

Riepiloghiamo i fatti: James Martin è un gesuita autore di best sellers americani e molto attivo nella comunicazione, ospitato volentieri soprattutto da testate ed emittenti ostili alla Chiesa (New York Times, CNN), da tutto quel mondo che contesta la visione dell’uomo che la Chiesa nel suo grande amore all’uomo propone. È un militante “lgbt”. Uso questo acronimo, secondo me offensivo, perché lui invece ci tiene molto, tanto da scrivere un libro proprio per difendere e diffondere questa espressione. L’idea che sta al fondo del libro è prima di tutto lottare perché questa espressione sia accettata dalla Chiesa. Il fatto è che la Chiesa invece, da buona madre, si rifiuta invece di definire i propri figli in base all’orientamento sessuale. E’ come se io etichettassi i miei figli in base a un singolo loro disordine: il pigro, l’ansiosa, la capricciosa e il superficiale. 

Il punto di partenza è dunque il suo sostenere che l'orientamento sessuale che lei dice di non guardare deve essere condannato a priori, togliendo voce a chi prova a domandarsi se nell'omofobia non ci sia uno sbaglio da parte delle frange più conservatrici del clero.
Continuando a parlare di omosessualità nei termini di «ferita» e di «disordine», si passa alla diffamazione:

Martin, che è anche consultore della Segreteria per la comunicazione, comincia il suo libro con una specie di bugia elegante e sottile, ma pur sempre una bugia, e se questo non è proprio estraneo a chi lavora nella comunicazione, dovrebbe esserlo per un sacerdote. Comincia dicendo che ha deciso di scrivere il suo libro perché dopo la strage del 2016 nel locale di Orlando frequentato da persone omosessuali la Chiesa espresse solidarietà, sì, ma non usò la parola “lgbt”. Da come scrive il gesuita, invocando solidarietà per la comunità “lgbt” lascia intendere che la strage fosse motivata da una fantomatica omofobia. Invece poi si scoprì che l’autore voleva vendicarsi dei suoi amanti perché temeva di avere contratto l’HIV da uno di loro (altro dato taciuto: il virus è diffuso soprattutto tra gli omosessuali). Quindi uno che gli omosessuali li “amava”, e non li odiava di certo. Avrei qualcosa da dire invece sull’uso della parola di comunità: non credo che persone che frequentano un locale notturno possano solo per questo essere definite comunità, come non userei il termine per i frequentatori di locali per incontri intimi. La comunità è molto di più che bere insieme e organizzare incontri sessuali tra estranei.

Come una diffamatrice seriale assetata di odio, la signora Miriano inizia a raccontare becere falsità finalizzate alla promozione dell'odio. Ad esempio racconta che l'attentatore del Pulse facesse sesso con gli avventori del locale, di fatto raccontando una storia assai diversa da quella appurata dall'FBI, preferendo continuare a raccontare le menzogne sostenute dal suo Amico Adinolfi piuttosto che la realtà dei fatti.
Ovviamente spergiura che i gay siano portatori di HIV e giura che un bar non possa essere ritenuto un luogo di aggregazione dato che lei non riesce a pensare ai gay senza giurare sulla Madonna che sicuramente faranno sesso occasionale. Il pregiudizio viene come verità rivelata in uno stupro della realtà.

Si passa poi al solito ritornello sul fatto che lei, quale sedicente cristiana, preferisce pensare a quanto si senta perseguitata nel suo abuso della credenza religiosa come strumento di propaganda politica che però non la legittima ancora a gettare i gay dai tetti dei palazzi come fanno i suoi colleghi dell'Isis:

Indipendentemente da questo, la Chiesa esprime solidarietà verso le persone, non verso le sigle, e non è che possa fare solenni messaggi di cordoglio tutti i giorni, visto che 215 milioni di cristiani sono perseguitati ogni anno, e 9 uccisi OGNI GIORNO (una strage di Orlando a settimana, e in questo caso non per contagi di virus, ma per il nome di Cristo). Invece, parlando della strage, Martin afferma che “è la Chiesa istituzionale che ha fatto in modo che i cattolici LGBT si sentissero marginalizzati”, lasciando intendere in un colpo solo che: a) le persone con attrazione verso lo stesso sesso non sono felici, non per il loro disordine ma a causa dello stigma sociale b) di questo è responsabile la Chiesa c) in fondo in fondo se in questo clima di odio poi qualcuno spara alla fin fine un po’ è colpa anche della Chiesa (non importa se il killer amasse gli omosessuali, la colpa è comunque sempre dei cattolici rigidi).

Se la Miriano continua a sostenere ogni due righe che l'omosessualità debba essere ritenuta un «un disordine», giura su Dio che lei non si sente in colpa per la violenza che quotidianamente riserva loro. Se sapesse quante parolacce suscitano i suoi deliri e quanta esasperazione deriva dalla sua ferocia, forse capirebbe che neppure Satana in persona sarebbe arrivato a tanto.
Ma lei non lo saprà mai, dato che ci tiene a precisare che non ha alcuna intenzione di ascoltare opinioni che possano contrastare con i suoi pregiudizi:

La soluzione per Martin? Cambiare la Chiesa, la dottrina, il Catechismo. Per questo trovo gravissimo che il gesuita, grazie ai suoi buoni uffici nella gerarchia, sia stato invitato al World Meeting of Families a Dublino in agosto (personalmente questa scelta mi ha tolto dagli impacci della decisione: io non andrò): credo sia un torto verso le persone che cercano Dio, e lo cercano nella loro fragilità non negata ma anzi via privilegiata per l’incontro con il Signore.

E se l'ossessiva ripetizione di ritornelli pare l'espressione di chi non ha alcuna argomentazione per il suo odio, aggredendo peraltro chiunque ragioni sulle cose al posto di obbedire come fecero i nazisti quando i loro capi chiesero loro di iniziare a sterminare gli ebrei:

Proviamo a rispiegare la cosa dalle basi. Secondo Martin la dottrina della Chiesa è “inutilmente offensiva” (testuale!), e io mi chiedo perché mai uno decida di diventare sacerdote di una Chiesa cui non aderisce. Poteva farsi protestante, lì la posizione è ben diversa. Ma leggiamo le parole della Chiesa per intero, mentre il gesuita slealmente cita solo l’aggettivo, disordinata. Il Catechismo è invece di una delicatezza estrema: “questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita… sono chiamate alla castità…e alla perfezione cristiana”. Altro che discriminazione, la Chiesa chiama le persone con attrazione verso lo stesso sesso alla perfezione, come ognuno di noi, ognuno non a dispetto ma proprio a partire dalla propria fragilità.

E certo, la Chiesa ama i gay mentre toglie dignità ai loro affetti, a quelle famiglie che gli amici della Miriano dicono di non vedere o mentre si chiede loro di rinunciare ai loro talenti per non contrastare un fondamentalismo che non si fa problemi a creare morte pur di sostenere che Dio li abbia fatti migliori degli altri. Ed è così inizia a parlare di come lei dia ascolto solo a chi dice che l'omosessualità sia "una malattia":

Forse così è più chiaro perché non si può accompagnare uno affinché rimanga nella sua ferita – ogni disordine è una malattia spirituale, non una colpa, mentre è una colpa l’adesione consapevole e volontaria con le azioni – , ma va accompagnato affinché la superi. Come mi ha detto Daniel Mattson quando è venuto a cena a casa mia (Dan, ti aspetto per rifarti le patate con salvia e coriandolo!), il punto non può essere solo ed esclusivamente l’accompagnamento: uno può essere accompagnato anche sul ciglio di un burrone. Quindi non basta accompagnare, occorre farlo verso una meta.

Si passa così agli insulti:

Nel suo libretto – non è dispregiativo, sono meno di 80 pagine, diverse delle quali di citazioni bibliche, da cui è espunta le Genesi, fondamento dell’antropologia cristiana, con il suo “maschio e femmina, a sua immagine” – Martin sostiene che la Chiesa “insulta, calunnia e persino licenzia” le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso. Io pensavo che i Gesuiti fossero l’élite intellettuale della Chiesa, per cui ero armata di pazienza e matita, credendo di dover rileggere tre volte. Invece la pochezza delle argomentazioni mi ha permesso di percorrerlo velocemente: una rassegna piuttosto semplice dell’armamentario vittimista. Credo che a renderlo oggetto di curiosità sia stata solo l’identità dell’autore (un prete che parla contro il Catechismo è sempre una goduria per il mondo).

Non manca la promozione dei gruppi omofobici che vanno nelle chiese a raccontare che un gay può essere accettato solo se rinuncia alla sessualità che Dio gli ha donato, arrivando alla vergognosa accusa di pedofilia che tanto piace alle lobby anti-gay di cui lei è parte:

Al contrario io conosco tante persone che si sentono accolte e ascoltate solo dalla Chiesa, e conosco l’apostolato generoso di Courage, conosco sacerdoti che passano la vita in confessionale ad abbracciare e accogliere senza giudicare. Oppure forse si riferiva al Papa, che ha detto che se c’è il sospetto che una persona ha un’inclinazione omosessuale non può entrare in seminario? Vorrà contraddire persino il Papa? Vogliamo dimenticare che molto spesso (nell’80% dei casi) i casi di pedofilia sono casi di omosessualità, cioè l’oggetto degli abusi sono giovani maschi adolescenti, non bambini?
Il punto vero è che abbiamo bisogno di preti virili, di una Chiesa virile, capace di educare, mettere paletti, insegnare il senso della realtà, che è il compito di un padre. Per questo il Papa dice che chi prova attrazione verso lo stesso sesso non ci deve neanche entrare in seminario.

In conclusione, la fondamentalista Miriano torna a raccontare che lei conosce solo gay che si disprezzano e che dichiarano felici di annullare la loro essenza pur di gratificare la sua convinzione di essere migliore perché amante dei peni eretti:

Infine, non conosco la storia personale di Martin e non voglio giudicare lui. Non conosco la sua storia né le sue sofferenze. Ma conosco delle persone omosessuali che si aggrappano alla roccia delle parole della Chiesa, invece che accusarla. Persone che invece che parlar male dei preti (è come il nero, va su tutto) ascoltano la verità che è scritta dentro i loro cuori per cominciare un cammino verso la felicità. Davvero, loro non si meritano che Martin vada a parlare di loro a nome della Chiesa a Dublino. Voglia il cielo che ci sia un prete virile capace di impedirlo.

Quanto basta per pensare che ogni vero cristiano dovrebbe alzarsi ogni mattina e ringraziare Dio di non essere come la Miriano. Poveretta, fa quasi pena nella sua ossessione omofobia e nel suo disprezzo verso la vita, le famiglie e l'umanità.
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