Filippo Savarese viene ricevuto da due ministri, ma lui si appella a Salvini per chiedere che nessuno possa ascoltare la voce delle sue vittime


Se l'organizzazione di promozione omotransofibica di Filippo Savarese (già dipendente della CitizenGo di Arsuaga) tenta di poter allungare le sue mani sui bambini che frequentano le scuole italiane, pare già abbastanza grave possa essere scandalosamente ricevuto da due ministri ed un sottosegretario ad illustrare le sue pretese. Ma quando ciò avviene, ancor più grave è come quella stessa persona si appelli a Matteo Salvini e al loro amatissimo Fontana per chiedere un'interruzione della democrazia. A detta di Savarese, infatti, nessuno deve poter ascoltare le rivendicazioni di chi è vittima della sua campagna d'odio.
Pare dunque un nuovo fascismo quello in cui le lobby dell'odio organizzato hanno referenti a cui chiedere incostituzionalità a danno delle minoranze:


Il messaggio è inserito in una precisa campagna politica pro-salvini, anti-gay ed anti-accoglienza (nel mondo integralista i rosari servono solo come strumento di offesa, mica per dar retta a quel buonista di Gesù che invitava all'accoglienza!).
Tra lodi all'omofobia di Fontana ed esaltazioni di quel leghista di Fedrega che dice di voler negare i patrocini ai pride al fine di sponsorizzare le lobby omofobe, ci troviamo dinnanzi ad un uomo che vorrebbe porsi a capo di una sorta di Isis di stampo pseudo-cattolico. Violenza e persecuzioni vengono rese legittime da falsi dogmi religiosi, anche se qui non c'è un Salvini che generalizza per trarne profitto personale ora che ha finito i 49 milioni di euro truffati agli italiani.
Già, perché se Savarese giura che si potrà essere più ricchi se si negherà la reversibilità ai gay o se si danneggeranno sadicamente le loro vite, curiosamente né lui né Pillon paiono preoccuparsi di cosa si sarebbe potuto fare per le famiglie (anche quelle che i leghisti dicono di non vedere) con quei soldi.
È l'ipocrisia di questa gente, la stessa che rivendica l'odio come un presunto «diritto di opinione» mentre di cerca di censurare intere vite. E se vi stesse chiedendo che c'entri Pillon, la risposta è semplice: è l'uomo di Gandolfini al pari di come lo è anche Savarese, l'infiltrato che ammette candidamente di star prendendo contatti con i sindaci di estrema destra al fine di creare un governo alternativo che obbedisca a Salvini e non al Presidente della Repubblica.

La propaganda di Savarese si basa su semplificazioni atte ad ingannare gli analfabeti funzionali. A detta sua, infatti, una vita mediocre può essere rivalutata fintanto si ostenti la propria passione per le donne. Una promessa molto alettante per chi già va a prostitute dopo messa e si sente dire che tanto basti a potersi considerare parte di una nuova "razza ariana".
È di oggi la notizia di un bagnante che ha scagliato il suo cane contro un venditore ambulante tra le risate dei presenti. Evidentemente Savarese sa bene che quando il razzismo arriva a permettere simili atti di inumanità, è il momento giusto per cercare profitto dall'odio. E lo sa anche Salvini, impegnato nel consolidare i suoi voti attraverso il razzismo ma attento anche a cavalcare l'omofobia dato che quello è il tema che gli permetterà di spaccare il Movimento 5 stelle. I suoi sono omofobi, quindi lui non rischia nulla, ma gli elettori grillini si spaccheranno tra chi confluirà dalla sua parte perché ammaliato dall'uomo che non ha sensi di colpa nell'impedire il salvataggio dei figli dei migranti che annegano in mare e chi, schifato dal loro silenzio, se ne toreerà a sinistra.
Tra i seguaci di Savarese c'è chi scrive a Salvini e Fontana per esporre la sua campata teoria sul fatto sostenere che i pride debbano essere ritenuti «manifestazioni sataniste». Altri avrebbero sensi di cola nel vedere che cosa stiano creando, ma sia Fontana che Salvini paiono avere molto pelo sullo stomaco ed è facile immaginare che continueranno a badare ai loro interessi come hanno sempre fatto (tanto i loro elettori sono sufficientemente privi di memoria da non ricordarsi che negli anni '90 la Lega Nord partecipava ai gay pride e chiedeva il matrimonio egualitario).

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