Il parroco dice che quei fondamentalisti fanno «terrorismo», ma per le destre sarebbero vittima di «cristianofobia»


L'organizzazione di promozione o omotransofobica Provita Onlus ama dichiararsi «aconfessionale» e «apartitica» nonostante sia nata in seno a Forza Nuova, sia strenuamente impegnata nella promozione della Lega di Matteo Salvini e pronta a sfruttare Dio quale legittimazione ad ogni più perversa forma d'odio. È gente che va in giro a dire che si debba vietare ai gay la possibilità di poter camminare per il centro cittadino se nei pressi c'è una qualche chiesa dato che loro sono pronti a sostenere che Dio sia omofobo e che non gradisca la loro esistenza. Ma poi, se qualcuno osa protestare contro le loro preghiere che scagliano contro la libertà altrui, ecco che l'organizzazione avvia la sua solita macchina del fango basata sull'abiuso del sentimento religioso. E sì, proprio aconfessionali e apartititici sono...

L'articolo porta la firma della solita Teresa Moro, pronta a scrivere:

Dal 1998, ogni martedì dell’anno, un gruppo di pro life promosso dal movimento Con Cristo per la vita si ritrova alle ore 19.00 davanti all’ospedale di Rovereto, cittadina in provincia di Trento, per pregare il Santo Rosario contro l’aborto. Un gesto semplice, pacifico, che ha lo scopo di pregare per le mamme che si trovano ad affrontare una gravidanza non desiderata, affinché vengano portate alla scelta per la vita, e per i bambini che rischiano l’aborto o che sono già stati abortiti, ma che svolge anche un compito di sensibilizzazione pubblica sul tema dell’aborto volontario. Aborto che, nella mentalità comune, è sempre più spesso considerato un’operazione di routine come tante altre, ma che – nell’oggettività dei fatti – uccide un essere umano.
Il gruppetto di persone oranti martedì scorso, 10 luglio, aveva subito un attacco violento da parte di alcuni anarchici, che li avevano accerchiati e aveva cominciato a inveire contro di loro, con provocazioni varie e a suon di bestemmie. A loro supporto un megafono, uno striscione recante la scritta «Nè Stato, né Dio, sul mio corpo decido io» e dei volantini blasfemi con insulti alla Madonna. Nonostante questo, con grande compostezza, la preghiera contro l’aborto era proseguita. Da sottolineare, tuttavia, l’indifferenza pressoché generale dei passanti, ad eccezione di un uomo che aveva preso le difese del gruppo pro life. All’arrivo della polizia il gruppo di anarchici si era già dileguato.

È interessante osservare come la signora Moro sostenga che la sua opinione sia da intendersi come un qualcosa di oggettivo, ricorrendo al tentativo di screditare l'altra parte attraverso un abuso del sentimento religioso basato sul suo spergiurare che gli altri bestemmiassero Dio.
Buffo è anche osservare come l'unico commento alla notizia risulti firmato da Angelo Mandelli, esponente del gruppo Ora et labora che si occupa di manifestare e di inveire contro le donne che ricorrono al loro diritto di scelta quando non impegnato a distribuire volantini in cui si sostiene che i gay siano "malati" e che diffondano infezioni nella società. Con i toni divenuti ormai tipici della propaganda fondamentalista, è con incredibile violenza verbale che scrive: «Strillano per il “diritto” ad ammazzare i bambini. Si dimostrano per quello che sono, cioè gli eredi del regime nazista».

Non va meglio con la fonte della "notizia", ossia il sito filo-leghista La Voce del Trentino già noto per i suoi innumerevoli attacchi alla comunità lgbt. Precisando come il caso sia stato sollevato da un membro del Partito Autonomista Trentino Tirolese, scrivono:

Da oltre 20 anni, il martedì sera, ogni cittadino di Rovereto che entra o esce dall’ospedale trova dinnanzi all’ingresso un gruppo di persone che recita a bassa voce il Santo Rosario, senza peraltro arrecare danno o disturbo a nessuno. Ieri un gruppetto di persone riconducibili ai centri sociali trentini hanno continuato a disturbare pronunciando slogan di pessimo gusto solo per il gusto di interrompere il momento di preghiera dei fedeli.
L’uso di un megafono ha amplificato ancora di più le «belle» gesta del gruppo di idioti e fatto intervenire le forze dell’ordine sul luogo. In bella mostra anche il solito striscione con la scritta, trita e ritrita «Ma quale Stato e quale Dio, sul mio corpo decido io».

Anche in questo caso troviamo un quotidiano che non solo giura che non ci sarebbe problema alcuno in persone che occupano la pubblica piazza con rosari recitati contro le donne che stanno andando in un consultorio pubblico, ma dicono che chi ha opinioni diverse dalle loro possa essere definito «idiota».
Un quotidiano che insulta un gruppo di persone forse dovrebbe richiedere un intervento dell'Ordine dei Giornalisti per violazione di una mezza dozzina di punti del codice deontologico.
Giusto per dare l'idea, quali che non darebbero fastidio a nessuno sono personaggi che trasformano così l'atrio di un un ospedale pubblico in cui entrano donne aggredite nel loro intimo dai loro slogan e dalle preghiere che recitano contro di loro:



Eppure, incoraggiando la violenza e sostenendo che gli intolleranti sarebbe quelli che si lamentano di chi usa blasfemamente dei rosari come strumento di offesa per attaccare leggi dello stato attraverso violenze e prepotenze benedette dall'estrema destra, l'articolo aggiunge:

C’è chi chiede un sacco di legnate per gli esempi della «nuova democrazia» in Trentino, chi invece si chiede il perché di tanta violenza contro chi prega, chi parla di livelli intollerabili e di schifo vero e proprio.
Numerose le repliche di disgusto e un messaggio, quello scritto da Emanuele, che raccoglie gli umori un po’ di tutti, «Mille e più anni di fede hanno scandito la vita di generazioni di persone, nei paesi, nelle città.. la messa, le preghiere, le innumerevoli immagini sacre appese nelle umili case, le parrocchie con gli oratori con annesso campetto da calcio, ecc.. Ecc.. Poi arrivano questi rivoluzionari deficenti figli di papà che non hanno la minima idea di cosa significhi la tolleranza e il rispetto..»

Ma non solo. In quello schema propagandistico in cui il fondamentalismo ama alterare la verità delle cose per piegarla alla sua convenienza, è sul blog di Giuliano Guzzo (teorico del "gender" che da anni collabora con il fondamentalismo cattolico nella promozione dell'omofobia) che troviamo un articolo dal titolo "Contestati e offesi perché pregano".
In soli due passaggi si è cancellata la rivendicazione della parte avversa e si è giurato il falso sulla loro protesta. È ovvio che nessuno avesse problemi co la loro preghiera, il problema è che pregavano contro persone libere che non avevano certo bisogno di essere insultate da quattro integralisti. Eppure, sfociando nel patetico, Guzzo scrive:

«La cristianofobia non esiste», mi disse una volta, a cena, un conoscente con l’aggravante di essere prete. Allora avrei voluto ribellarmi e fargli presente che, se la cristofobia esiste da 2000 anni – Gesù è stato massacrato per quello, no? -, la cristianofobia ne è soltanto l’ovvia conseguenza, ma ho preferito sorvolare perché l’alternativa era invitare un sacerdote a ripassarsi il Vangelo: un po’ troppo, anche per il mio ego palestrato. Oggi però sarebbe diverso. Oggi inviterei costui e tutti i negazionisti dell’odio anticristiano a farsi un giro, il martedì alle 19:00, davanti all’ospedale di Rovereto.

Il gioco è dunque quello. I gay non devono esistere perché loro si sentono offesi e la libertà di opinione sarebbe sbagliata perché loro si sentano offesi anche da chi ha opinioni contrarie alla loro. Pare dunque che per loro Dio non sia altro che un mero strumento di offesa con cui imporre un regime che faccia vittimismo e parli di offesa al sentimento religioso dinnanzi a chiunque risponda alle loro offese.
E se pare quantomeno sospetto accusino di blasfemia dei volantini senza che nessuno li abbia pubblicati (sia mai si potesse scoprire che magari l'accusa si basava su una loro opinabile interpretazione al pari di come Brandi dica che sia blasfemo il fatto i gay esistano), tutti loro hanno omesso di osservare un dettaglio curioso: il parroco non era dalla parte dei fondamentalisti. Come riporta Il Dolomiti, il parroco è chiaro nel condannare quelle preghiere scagliate contro le perone:

Informato di quello che è successo, infatti, don Sergio Nicolli spiega che "non si può pregare contro qualcuno, si prega semmai per qualcuno". Delle sue posizioni don Matteo Graziole è al corrente: "Lo sa cosa penso - spiega don Nicolli - quella non è una preghiera, è una protesta e non va bene. Non si usa la preghiera in questo modo".
"Quando vado a trovare i malati - confida Nicolli - se li incontro li evito, non mi fermo. Quelle sono iniziative del tutto personali. Su questi argomenti - afferma - non si deve fare terrorismo, non si devono fare crociate come questa".
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