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Il Primato Nazionale attacca Sky: «Emargina l’eterosessuale bianco»

Nonostante l'intera Italia si sia dovuto sorbire un redattore de Il Primato Nazionale promosso al Grande Fratello, ora quel giornale come un indemoniato che loro tollerano possa esserci rappresentazioni pubbliche della vita dei gay. Esigono che la TV sia riservata si solo eterosessuali, possibilmente di pelle bianca.
L'attacco è contenuto in un articolo di Chiara Soldani dal titolo "Lobby gay senza limiti: ora il Pride sbarca anche in televisione".

Si inizia già dal titolo ad additare i gay come «lobby», ricorrendo a quelle accuse mai provate che il neofascismo cerca di rendere verità attraverso una ossessiva e compulsiva ripetizione delle stesse bugie. Ed è sempre sostenendo che il disprezzo sia lecito e che l'insulto gratuito possa valere come "argomentazione" che l'articolo inizia a vomitare i suoi giudizi:

“Ogni filosofia nasconde anche una filosofia; ogni opinione è anche un nascondiglio, ogni parola anche una maschera”, sosteneva Friedrich Nietzsche. Esattamente come il gettonatissimo arcobaleno sottende propaganda. La parola “Pride”, volgare imposizione. Lo slogan “l’amore non ha genere”, preoccupante deriva. In occasione dei vari “gay e gai” cortei, il canale Cielo (edito da Sky Italia), si erge a paladino della propaganda gender omologandosi alla moda imperante: arcobaleno, arcobaleno ovunque (mancano solo gli unicorni). Perché di mostri e nuove, mitologiche figure, ne siamo già invasi.

È un testo che non ha alcuna sostanza, solo insulti gratuiti vomitati a raffica da gente che si dice orgogliosamente fascista ma offesa da chi è orgogliosa di esistere anche se vittima delle loro pregiudizi e delle loro ingiurie. Ed è sempre ironizzando e deridendo i gay che la signora Chiara Soldani prosegue ad esaltare la figura del suo amatissimo legista Lorenzo Fontana, ormai divenuto un vero e proprio mito per chunque si nutra di odio e discriminazione:

Programmi per la serata? Se in questo caldo martedì estivo desiderate deliziarvi con un film LGBT, sintonizzatevi al canale 26 del digitale terrestre: ore 21,15. Puntuali, mi raccomando! Come se la pellicola omosex non bastasse, ci penserà l’eroina dei diritti civili, Monica Cirinnà, a fornire esaustive risposte sull’universo LGBT: “Anche se non le volete vedere, le famiglie arcobaleno esistono”, ci ammonisce. Le premesse, verosimilmente, non sono delle migliori: tutto prevedibile. “Pronto Cirinnà”, che scimmiotta in malo modo il “Pronto, Raffaella?” targato Rai anni ’80, si propone come diretto antagonista delle politiche conservatrici del Ministro Fontana. Stasera, dopo le domande alla “riccia e capricciosa” senatrice, verrà trasmesso il film “Weekend” (in prima visione assoluta, quale onore!). Protagonisti, Glen e Russell: in un venerdì sera, Cupido scocca la sua freccia in un locale (manco a dirlo) gay. Scoppia l’amore fra i due, ne nasce una “tenera storia”: pellicola decisamente strappalacrime. Ultimo appuntamento cinematografico, martedì prossimo: ma solo dopo il prezioso intervento della gay paladina, ça va sans dire.

Se quella stessa testata non pareva altrettanto attenta a fare ironia su quel loro redattore che al Grande Fratello tradiva la compagna con chiunque, non poteva mancare la solita supercazzola su quella fantomatica "teoria gender" che il neofascismo ormai cita quale giustificazione ad ogni insulto.

Dopo la proliferazione di “spot e post” tinti d’arcobaleno, inneggianti “Happy Pride! Love is Love”, la purulenta propaganda gender non intende placarsi. Mobilitazione onnicomprensiva e multitasking: volta non alla rivendicazione di diritti, piuttosto orientata all’emarginazione dell’eterosessuale (specie se “bianco”, beninteso!). Come un iceberg, visibile solo in parte all’occhio esterno, la missione LGBT si fregia di meriti e conquiste nel parossismo dell’emerso. Celando, subdolamente, il suo machiavellico piano: discriminare la normalità, ghettizzare l’etero, stigmatizzare l’omofobia. Un invito a “guardare”, piuttosto che a “vedere”. A scandagliare l’occulto e il non emerso: scongiurando, per dirla alla Feltri, di lasciarsi “infinocchiare”.

Tra i commenti proseguono gli insulti, ai quali si sommano anche minacce di morte, rigorosamente sostenendo che il loro odio sia giustificato in nome dei loro figli:

Immagini: [1] [2] [3]


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