Italia Cristiana si è appellata a Salvini per chiedergli di annullare il Pompei Pride per far spazio ad una manifestazione omofoba


Al fondamentalismo anti-gay piace piagnucolare e fare vittimismo, magari sostenendo pure che sia inammissibile si garantiscano i diritti di quei cittadini che loro vorrebbero fossero discriminati. In alcuni casi, i loro piagnistei diventano tragicomici. E' il caso dell'articolo pubblicato su Imola Oggi dal titolo "Pompei, vietata manifestazione per la famiglia: davanti al Santuario c’è il gay pride".
Dopo la solita immagine d'archivio messa lì con l'evidente scopo di denigrare i gay, già dal titolo si comprende il tentativo di abusare di un falso sentimento religioso con lo scopo di promuovere l'omofobia e altre forme di discriminazione. A detta loro, infatti, il vero cristiano odia i gay e deve deve avere un paio di mogli come Adinolfi o varie compagne e figli avuti da donne che non erano loro moglie come Salvini.

Parlando del movimento politico di quel Cristiano Magdi Allam in cui militava anche Silvana De mari e che attualmente collabora con Gianfranco Amato nella promozione dell'ofomofobia, l'articolo afferma:

Il Movimento politico Italia Cristiana, nella persona del Coordinatore di Avellino, Sabino Della Sala, ha presentato presso la Questura di Napoli regolare preavviso di manifestazione da effettuarsi a Pompei in piazza Bartolo Longo davanti al Santuario della Beata Vergine del Rosario per il giorno 30 Giugno 2018 con l’esposizione dello striscione “La Famiglia è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: difendiamola!”.
La Questura di Napoli ci ha proibito di manifestare davanti al Santuario adducendo motivi di ordine pubblico, secondo quanto riportato nel diniego della Questura: “Considerato che in occasione della suddetta manifestazione è previsto l’afflusso consistente di persone che, dovendo partecipare al corteo “Pompei Pride 2018”, transiteranno per la predetta piazza Bartolo Longo, per cui potrebbero emergere criticità sotto il profilo dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica” La Questura ci ha prescritto un’eventuale possibilità di manifestare in un luogo periferico di Pompei.

Tradotto, l'integralismo ha organizzato una manifestazione omofoba e si è lamentato che la Questura non abbia autorizzato una simile carnevalata in contemporanea con una manifestazione seria come il Pride. Ed è qui che entra il gioco il loro vittimismo:

Troviamo inaccettabile e vergognoso che il Gay-pride sfili per il centro di Pompei transitando davanti al Santuario e che a noi venga relegata la possibilità di manifestare esclusivamente in periferia, lontani dal Santuario e irragionevolmente in prossimità di un centro commerciale. Ancora una volta la famiglia viene relegata ai margini per dare centralità alle lobby lgbt, recando grave offesa al sentimento religioso che il Santuario rappresenta.

Se non si capisce cosa diavolo c'entrebbe la famiglia con le rivendicazioni di un fondamentalismo che hanno svuotato quella parola sino a tramutarla in un concetto riproduttivo in cui ad importare è solo la quantità di sperma che un maschio deposita nella vagina di una femmina al fine di produrre figli per la Patria, altrettanto evidente è come questa gente neghi che anche i gay abbiano famiglie e che il loro tentativo di sostenere false contrapposizioni è un atto vile e scorretto.
L'obiettivo del proclamo diventa evidente quando si passa all'aspetto partitico della loro rivendicazione:

Chiediamo un urgente intervento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini e del Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana contro queste esibizioni che scandalizzano adulti e bambini e per ristabilire la centralità della Famiglia naturale e il suo diritto a manifestare oltre che il rispetto del sentimento religioso, proibendo il passaggio del gay-pride davanti al Santuario, come dichiarato dagli organizzatori.

Insomma, esigono che si istituzionalizzi l'omofobia e che si violino i diritti umani ad ode di intolleranti, xenofobie nostalgici del fascismo. Ed ovviamente si dicono certi che Salvini e Fontana siano le persone giuste a cui chiederlo.
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