La NuovaBQ invita a pregare contro i gay, sostenendo siano posseduti dal demonio


Pregare contro i gay pare sia diventata la nuova moda del fondamentalismo cattolico. Se è un dato di fatto che alle loro manifestazioni partecipino sempre pochi fondamentalisti, l'impressione è che l'atto serva a fare propaganda e a far passare l'idea che il cristiano è colo colui che di dimostra omofobo, xenofobo e misogino.
In difesa di quelle carnevalate blasfeme, è La Nuova Bussola Quotidiana di Riccardo Cascioli a spingersi nel sostenere che sia lecito pregare contro qualcuno. L'attacco è contenuto in un articolo di Luisella Scrosati dal titolo "Preghiera contro? È la Bibbia che la insegna".

La fondamentalista scrive:

«Mai la preghiera può essere ’contro'». Così sostiene Avvenire. In un articolo del 20 luglio firmato da Luciano Moia, il quotidiano dei vescovi italiani prende le difese dei "saggi" vescovi che desiderano mantenere le distanze dalle iniziative di riparazione pubblica, motivate particolarmente dai “gay pride” che stanno sempre più infestando la Penisola, da nord a sud.

Ricorrendo all'insulto e alla diffamazione che tanto pare piacere a questi sedicenti "cristiani", la signora Scrosati inizia a vomitare parole offensive:

Chissà se hanno mai visto qualche foto, o ascoltato qualche dichiarazione di questi meravigliosi eventi culturali. Vabbè, dopotutto che sarà mai qualche gluteo in esibizione o qualche manifestazione concreta di amore alternativo? Anzi, ben vengano, perché per i vescovi del Molise – Bregantini, Cibotti, De Luca, Palumbo – «più siamo capaci di accoglierci autentici sul piano sessuale, più ci accorgiamo di essere capaci di accogliere le varie etnie e lingue e culture, nella loro nativa ricchezza sociale e politica». Mah.
Dunque, la tesi incontrovertibile espressa da Moia è la seguente: «Pregare – anche implicitamente – 'contro' qualcuno o 'contro' qualcosa è scelta di presunzione spirituale, illusione farisaica, espressione di un giudizio morale superficiale e quindi proposito che contraddice il Vangelo». A questo punto potete prendere il libro dei Salmi e metterlo da parte per l’inverno, come materiale combustibile per le vostre stufe (se ne avete). Una delle note dominanti del Salterio è infatti proprio la preghiera “contro”, e in non pochi Salmi ci si trova di fronte ad una litania di improperi contro il maligno, l’ingannatore, l’iniquo, il ladro, l’avversario, lo stolto, il violento, lo sterminatore, l’oppressore, e via dicendo.

Tirare in ballo argomenti a casaccio pare la nuova moda del populismo, anche di quello di matrice fondamentalista. Se sui social incontriamo la loro gente che risponde a qualunque opinione con frasi del tipo «ma perché non lo fai con un mussulmano» quasi some se il loro pregiudizio bastasse a invalidare un ragionamento solo perché loro sostengono che altrove si verrebbe trattati peggio, anche in questo caso si ricorre ad un accostamento azzardatissimo che serve solo a negare i concetti attraverso il sostenere che Dio vorrebbe altro. Ed è la guerra ciò che chiede Cadscioli, manco sognasse di poter emulare l'Isis:

I Salmi sono la preghiera del cristiano, il quale, finché non passerà a miglior vita, è un uomo in guerra: una guerra spietata, che non dà tregua; una guerra contro un nemico astuto e crudele, che si nasconde dietro eventi, persone, ideologie per perdere le anime. Per questo Dio stesso – perché i Salmi sono parola di Dio, scuola di preghiera ispirata da Dio stesso – ci mette in bocca le parole per stanare e colpire l’ingannatore. Dire che non si può pregare “contro” significa aver perso completamente la bussola, non sapere minimamente cosa siano la vita cristiana e la preghiera, almeno secondo quanto ci trasmettono le Scritture e la tradizione dei Padri. Una preghiera solamente «umile, sorridente, aperta, gioiosa», come la auspica Moia, è una preghiera che corrisponde al vangelo di Tolstoj, ma non a quello di Gesù Cristo.

Poco dopo si arriva a sostenere che i gay siano demoni:

Mettiamoci in testa che la nostra battaglia non è contro la carne e il sangue, ma contro i principi e le potestà, contro gli spiriti del male, cioè contro il diavolo e gli angeli suoi. E anche quando soffriamo le persecuzioni di uomini violenti, è il diavolo che li istiga, è il diavolo che li accende e li muove come suoi strumenti. Ricordiamoci sempre di questi due nemici: quello visibile e quello invisibile: l'uomo che vediamo e il diavolo che non vediamo. Amiamo l'uomo; guardiamoci dal diavolo. Preghiamo per l'uomo, preghiamo contro il diavolo» (Esposizioni sui Salmi, 55, 4).

Ed è sostenendo che i gay siano posseduti dal maligno che aggiunge:

Ecco allora quello che dovrebbe fare un buon vescovo: far capire che è necessario pregare contro il “gay pride” e qualsiasi altra diavoleria, perché pregare contro questa falsa ideologia, significa intervenire a favore di tanti fratelli caduti negli inganni del maligno, che stanno perdendo se stessi e stanno stendendo attorno a sé “il laccio del cacciatore”, sempre per usare un’espressione salmica. Prendete l’Apocalisse, capitoli 12 e 13. Cosa fa il drago, quando si rende conto che non può nulla contro la Donna e il suo Figlio maschio? “Se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza” (Ap. 12, 17). E come? Inventandosi una bestia che sale dal mare, dalle sette teste e dieci corna, che fa guerra contro i santi e li vince, ed un’altra che sale dalla terra, che opera prodigi e che marchia tutti gli uomini, ingannandoli. Il drago, il demonio, agisce ed opera per mezzo dei poteri e delle ideologie di questo mondo, le due bestie. Quando perciò Moia afferma che «Dio […] non può essere schierato come 'arma' per esorcizzare le condizioni e le scelte di vita di uomini e donne», sta affermando esattamente il contrario di quello che la Chiesa ci ha insegnato ed ha praticato per duemila anni.
Si può e si deve pregare contro scelte oggettivamente immorali, perché quella è la sembianza che il drago ha assunto per incatenare ed asservire gli uomini; e non è un buon servizio quello del pastore che si mette a dire che la bestia non è così cattiva, ma solo un po’ monella e che non c’è bisogno di scagliargli contro i dardi infuocati della parola di Dio. Che sia mercenario e non pastore? O forse un pastore che ha perso un po’ il senso della realtà, visibile ed invisibile.

Se crea nausea il pensare a come qualcuno possa ancora sostenere che l'omosessualità sarebbe «una scelta», la donna inizia a sostenere che non si possa essere «cristiani» se non si odia il prossimo:

Allora è bene chiedersi: perché, di fronte al grave scandalo del “gay pride”, dove si propaganda il peccato impuro contro natura, i cattolici non dovrebbero avvertire l’urgente necessità della riparazione pubblica? Certamente, come in tutte le cose, ogni atto buono e santo può essere strumentalizzato e distorto; ma forse l’unico modo perché questo non avvenga, è che sia proprio il vescovo a presiedere la preghiera, a dargli il giusto orientamento (come è avvenuto a Imola).

Quindi bisogna pregare contro i gay dato che nel Novencento degli uomini si sono inventati che l'omosessualità non andava bene nonostante Gesù non abbia mai detto una sola parola di condanna anche se ai suoi tempi l'omosessualità veniva tranquillamente vissuta alla luce del sole. Evidentemente Gesù sbagliava e Cascioli conosce il volere di dio meglio di Dio stesso.
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