Mentre Salvini fa il bullo mentendo sui naufraghi, a Monfalcone la Lega introduce leggi razziali contro i bambini


Nel 2018, in pieno regime salviniano, può capitare che la sindaco leghista e la dirigenza scolastica di due istituti omnicomprensivi di Monfalcone possano decidere di fissare un tetto massimo di stranieri all'interno delle classi della materna.
Sono circa 60 bambini che resteranno esclusi, nonostante la struttura scolastica abbia posti vacanti che graveranno sulla collettività dato che nessuno pagherà la retta. In virtù della loro etnia, quei minori verranno deportati con un autobus (pagato dalla collettività) in scuola dell'infanzia di altri comuni.
Praticamente una legge razziale che puzza di incostituzionalità a distanza di chilometri, ovviamente voluta da un partito che ha fatto del razzismo il proprio cavallo di battaglia mentre nega che gli italiani avrebbero potuto farsene qualcosa di quei 49 milioni di euro che loro hanno truffato ai cittadini.

Se la Lega di Salvini sta cancellando secoli di storia per riportarci in unì'epoca preistorica in cui la ragione la si pretende con la clava (oggi declinata a quelle pistole che le destre vogliono siano distribuite sul mercato in modo che ogni singolo cittadino possa sparare a chi vuole), non meno grave è come il governo sia il primo produttore di fake-news che servono ad alimentare la paura dei cittadini al fine di rendere tollerabili persino delle leggi razziali.
Incurante di come il suo partito non stia avanzando alcuna proposta seria per arginare gli effetti delle leggi europee approvate mentre lui era europarlamentare, è attingendo al suo consolidato bullismo che su Twitter il leghista tuona:



Il fatto che Salvini non utilizzi i canali ufficiali ma preferisca aizzare i suoi proseliti dai social network pare come uno stratagemma per parlare al consumatore nel tentativo di ottenere il maggior profitto possibile. dal punto di vista del marketing il post è perfetto: racconta una storia in modo che la gente possa recepire in maniera più passiva la sua ideologia, lancia una domanda che spinga al commento (importantissimo per ottenere risultati con gli algoritmi dei social network) e perla direttamente al consumatore come farebbe un brand pubblicitario.

Peccato che Salvini stia raccontando una storia che non ha alcuna attinenza con la realtà, in quella truffa culturale in cui cerca di fomentare odio contro le vittime al fine di ottenere consensi per le sue politiche razziste.
Nega che nello Yemen ci sia una guerra che dura dal 2015, nata dopo la carestia che ha prodotto più morti e più sfollati della guerra in Siria. Ad oggi, circa due terzi degli yemeniti non hanno accesso all’acqua potabile e 15 milioni sono a rischio di morte per malattie o denutrizione. Nega che in Sudan, ci sia stata la guerra nel Darfur, seguita da un genocidio su base etnico-religiosa. Sull'attuale dittature, Al Bashir, pende un mandato della Corte Internazionale per crimini contro l’umanità e le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno. Nel Darfur, dove tecnicamente la guerra è terminata, si continua tutt’ora a combattere e a morire ogni giorno.
Inoltre nel sud del Sudan una sanguinosa guerra civile ha prodotto decine di migliaia di morti.
La Palestina è in guerra praticamente da sempre all'interno del noto conflitto di Gaza. In Libiac'è conflitto tra governo di Tobruk e quello di Tripoli (sostenuto proprio da Salvini), c'è l’Isis, l’Esercito Nazionale Libico e varie milizie autonome che combattono tra loro.
Nel Pakistan nord occidentale si combatte la guerra civile civile del Waziristan, iniziata nel 2004 tra lo Stato centrale e un gran numero di gruppi armati locali, tra i quali Al Qaeda. Nel Kashmir, conteso tra India e Pakistan, gli attacchi armati da un lato e dall’altro della linea di controllo sono all’ordine del giorno. In tutto il paese, le limitazioni della libertà di espressione e la repressione di chi si batte per i diritti umani sono la norma.
Nel Ciad, oltre ad una situazione economica disastrosa (è il quarto paese più povero al mondo), c’è un conflitto etnico interno tra le diverse tribù locali che va avanti da anni.
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