Negli ultimi cinque anni 427.000 minori hanno visto papà picchiare mamma, ma per gli integralisti il problema sarebbero le famiglie gay


Il senatore leghista Pillon sostiene che sia in «difesa dei bambini» che lui palude ai sindaci di destra che negano assistenza sanitaria ai figli dei gay o che l'unico presunto «diritto dei bambini» da lui riconosciuto sia quello di selezionare i loro genitori sulla base del sesso. Il resto pare non contare, soprattutto quando si tratta di figli dei migranti che vengono abbandonati in mare dal suo patito.
Se le sue semplificazioni negano come il 15% di famiglie italiane sia monogenitoriale (quindi estraneo ai distinguo da lui promossi), curioso è come il suo interesse nei confronti dei bambini paia scemare dinnanzi a quei 427 mila bambini che negli ultimi anni sono testimoni delle violenze in casa nei confronti delle loro mamme.
Probabilmente e per lui non c'è alcun problema sino a quando è un maschio a picchiare mamma, altrimenti difficilmente avrebbe potuto prendere le difese dei manifesti stampati dal fondamentalista Filippo Savarese che tentavano di ridefinire e negare il fenomeno del femminicidio. Un fenomeno che lo stesso Pillon pare non voler contrastare dato che ama agitare il fantasma «gender» ogni qualvolta si parli di educare i ragazzi al rispetto di genere.

Secondo quanto riporta Save the Children, in Italia si stima che 427.000 minori, in soli cinque anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalità dei casi compiute per mano dell’uomo. Bambini e bambine che assistono direttamente ai maltrattamenti – e di cui a volte sono vittime essi stessi - o che ne prendono coscienza in maniera indiretta notando i lividi, le ferite o i cambiamenti di umore nella loro madre, o osservando porte, sedie o tavoli rotti in casa. Una piaga, quella della “violenza assistita”, ancora poco conosciuta e per lo più sommersa, anche a causa della mancata consapevolezza, da parte degli adulti, della sua gravità e dell’ancora troppo scarso sostegno che viene garantito alle mamme, le quali in molti casi subiscono in silenzio, senza denunciare.
Tra le donne che, nella loro vita, hanno subito una qualche forma di violenza più di 1 su 10 ha temuto per la propria vita o quella dei propri figli e in quasi la metà dei casi i loro bambini hanno assistito in prima persona ai maltrattamenti.
Le mamme vittime di violenza domestica in Italia sono più di 1,4 milioni ma solo una piccola parte – il 7% delle donne che hanno subito violenze ripetute in casa - è fortemente consapevole dei soprusi subiti; tra queste più di 1 su 3 è stata vittima dei maltrattamenti anche durante la gravidanza. Per contro, quasi 550.000 donne vittime di violenza domestica sono vittime silenti, che quasi mai denunciano o si rivolgono a medici e che nel 57% dei casi non considerano la violenza subita come un reato, ma solo come “qualcosa di sbagliato”.

Tutto ciò accade mentre i sedicenti "difensori della famiglia" continuano a raccontare è l'unico problema delle loro famiglie sarebbe il fatto che alcuni bambini non siano esclusi dagli stessi diritti riservarti ai loro coetanei anche se hanno genitori a loro sgraditi. Gandolfini giura che i figli vadano "difesi" aggredendo le famiglie altrui, ma poi si tace mentre le loro decantate "famiglie tradizionali" mostrano numeri come questi...
E se tutto ciò non bastasse, forse bisognerebbe domandarsi quanto possano sentirsi a posto con la loro coscienza quando alcuni loro leader non hanno esitato ad incoraggiare la sopraffazione delle donne, magari sostenendo pure che sia Dio a volerle «miti» dinnanzi al maschio:

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