Prima regola della società segreta di Riscossa Cristiana: vietato rivelare le attività a meno che ciò non porti soldi


Sull'home page del sito di Riscossa cristiana si viene accolti da un enorme banner raffigurante Gesù Cristo con scritto: «Vuoi aiutare Riscossa Cristiana? Puoi farlo cliccando qui». A quel punto verrete reindirizzati ad una pagina in cui si chiede di effettuare un versamento sul «conto corrente postale intestato a Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina».
Seppur in maniera molto opinabile, Riscossa Cristiana si definisce un «sito di informazione culturale, politica, religiosa e di attualità» che avrebbe «come finalità la difesa e la diffusione dei valori cristiani e come riferimento il magistero tradizionale che li conserva e li trasmette».
Se chi cliccherà su quel banner vorrà probabilmente finanziare quel sito e quelle presunte finalità, pare abbastanza strano che venga indirizzato ad intestare la sua donazione ad un'altra società.

Una ricerca in Internet ci condurrà su un'altra pagina di Riscossa Cristiana da cui è possibile appurare che quella sia una società presieduta da Paolo Deotto (già direttore di Riscossa Cristiana) che sostiene di volersi occupare di «una drammatica e attuale emergenza». Salvare i profughi? No, a loro dire «aiutare i preti perseguitati» dalla Chiesa Cattolica.
Invitando a fare donazioni di almeno 50 euro mensili per almeno un anno (arrivando quindi ad un totale di almeno 600 euro!), Deotto spiega che quei soldi finanzieranno i preti allontanati dalla curia per imprecisati motivi (da lui non elencati ma che sappiamo siano generalmente legati ad estremismo, neofascismo, pedofilia o violenze). Scrive:

La “Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina” è un’associazione di beneficenza, formata da confratelli della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Il suo scopo, come si legge nello Statuto, è di “portare assistenza economica a quanti si trovino in situazioni di indigenza, non dipendenti da loro colpa grave”.
L’indigenza può avere molte cause, e oggi ci troviamo, purtroppo, a dover fronteggiare una situazione nuova, impensabile un tempo: la persecuzione dei sacerdoti fedeli alla Dottrina. Non è qui il luogo per descrivere la situazione della Chiesa; i nostri lettori la conoscono bene, e tutti ne patiamo profondamente. Accade anche che ci siano sacerdoti che proprio per la loro fedeltà alla Dottrina e alla Tradizione vengono perseguitati, emarginati e si trovano senza mezzi di sussistenza.
Per venire in aiuto di questi sacerdoti, che sono un prezioso e provvidenziale dono, la Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina rivolge un appello a tutti coloro che vogliano impegnarsi, per almeno un anno, a fare un versamento mensile. L’importo indicativo è di 50 euro, ma qualsiasi importo, relativamente alle possibilità di ognuno, può essere di grande utilità. È importante che vi sia un impegno di almeno un anno, per garantire la continuità dell’aiuto.

L'iniziativa è stata promossa dal solito Maurizio Blondet, che ne parla sul suo blog, spiegando che alcuni preti sarebbero «perseguitati dai prelati modernisti».
Sul sito ufficiale della Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina troviamo i soliti riferimenti ai conti correnti su cui versare soldi e un estratto ricco di omissis del loro statuto. Riportiamo integralmente quanto indicato nella pagina:

La SOCIETA’ DI SAN MARTINO DI TOURS E DI SAN PIO DA PIETRELCINA è un’associazione di beneficenza, formata da confratelli della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria

art. 1 dello Statuto Sociale:
SCOPO DELL’ASSOCIAZIONE
L’Associazione ha lo scopo di portare assistenza economica a quanti si trovino in situazioni di indigenza, non dipendenti da loro colpa grave o da dolo.
L’assistenza può essere effettuata con erogazioni in danaro, sotto forma di liberalità o di prestiti infruttiferi, con la fornitura di generi di prima necessità, quali ad esempio alimenti, vestiario, arredi domestici, medicinali con prescrizione medica non erogati dal SSN, o sotto altre forme che si rendessero necessarie.

art. 7 dello Statuto Sociale:
OBBLIGHI DEI SOCI
[omissis] … Sono inoltre tenuti a un comportamento, nei confronti degli altri soci e degli assistiti, nonché nei rapporti quotidiani di lavoro e di vita sociale, che sia testimonianza di Fede cattolica. Sono tenuti a non riferire a terzi sull’attività dell’Associazione, se non allo scopo di edificazione e di reperimento di ogni tipo di aiuto che consenta all’Associazione il perseguimento del suo scopo.

Se è curioso che lo statuto non specifici che si parli di preti allontanati dalla curia nel suo generico riferimento a «quanti si trovino in situazioni di indigenza», interessante è come dopo gli omissis sugli obblighi dei soci venga specificato che è fatto divieto parlare delle attività dell'associazione a meno che non serva a ricavarne dei soldi.
Cosa farà di così segreto l'associazione? E perché si racconta al lettore di Riscossa Cristiana che per aiutarli si debba finanziare un'organizzazione che dichiara di perseguire scopi diversi dai loro?

Che le due società siano diverse è evidente: il codice fiscale indicato per la donazione è il 97739190151, ma è lo stesso Paolo Deotto a dichiarare che «Il titolare del dominio Riscossacristiana.it è la Società Lepanto srl – Partita Iva e Codice Fiscale 08457570011». In quell'occasione Deotto redarguì un articolo sul fondamentalismo italiano sostenendo che la proprietà del suo sito fosse di una srl e non della Lepanto di De Mattei. Ma poi, in altra sede, curiosamente invitava a dare il 5 per mille alla Lepanto di De Mattei, al terzo codice fiscale da lui fornito: il 97500970583.

Non è dunque chiaro chi finanzi cosa, ma nero su bianco viene scritto che la segretezza sulle attività è il punto fondante della società che raccoglie il denaro.
A creare ulteriore confusione è come l'indirizzo indicato ci conduca ad una ricca villa singola della bergamasca situata in una zona in cui le case hanno ville private. Non male per gente che rilancia gli slogan di Salvini volti a sostenere che chi ha un Rolex non possa aiutare i più deboli mentre se la godono in una villa hollywoodiana.
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