Salvini fonda una seconda Lega, ripulita dall'onore di restituire i 49 milioni truffati agli italiani

È TPI a denunciare il caso delle doppie tessere stampate da Matteo Salvini. Dalla Valle D’Aosta a Marche e Umbria, i suoi elettori verranno tesserati alla Lega Nord, dal Lazio in giù si troveranno iscritti alla Lega per Salvini Premier.
Anche i siti per il tesseramento sono diversi: a Milano si dovrà andare sul sito leganord.org, al sud bisognerà accedere alle pagine di legapersalvinipremier.it. I due form di iscrizione permetteranno il tesseramento solo ed elusivamente alle persone residenti in regioni corrispondenti ai confini territoriali dei due rispettivi partiti.
Contattato telefonicamente da TPI, il servizio tesseramento della Lega spiega l'esistenza di tessere distinte dicendo: «Questo è dovuto al fatto, come lei ben sa, delle questioni giudiziarie che ci sono. Non abbiamo potuto fare diversamente. Non sono scelte che abbiamo fatto noi, siamo stati costretti».
Il riferimento è 49 milioni che il Carroccio deve rimborsare dopo la maxi truffa di danni degli italianni attraverso rimborsi elettorali gonfiati. E se anche la Cassazione ha autorizzato il sequestro dei conti della vecchia Lega, la sua neonata gemella (il cui statuto è stato pubblicato lo scorso 14 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale e che entro un anno dovrà celebrare il congresso fondativo) potrà tranquillamente continuare a raccogliere fondi senza rischiare che siano restituiti agli italiani.
Nei fatti, i due partiti di Salvini hanno simboli simili ma due statuti diversi, due codici fiscali che li identificano e appaiono separatamente nella lista dei partiti che possono ricevere il 2X1000: la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e la Lega per Salvini Premier.
Ma poi Salvini si mette a sbraitare che chi ha soldi non deve tutelare i più deboli, girando che l'unico problema dell'Italia siano le adozioni gay e i migranti (peraltro demonizzati nonostante la sua salita al governo sia avvenuta ben dopo la vera emergenza, con sbarchi che sono infinitesimali rispetto a quelli registrati con la lo scoppio della guerra in Siria). Più che il "governo del cambiamento", quello di Salvini pare un ritorno ai faccendieri della vecchia Democrazia Cristiana.