Suore di Calcutta: vendevano i figli sottratti alle ragazze-madri


Bambini sottratti da una centro per ragazze-madri e venduti per 1500 euro. È questa l'accusa rivolta ad alcune suore di Calcutta all'interno di un'indagine sugli orfanotrofi dell’Ordine di Madre Teresa.
Il traffico avrebbe sfruttato il rifiuto dell'India a concedere l'adozipne di orfani da parte di single o divorziati.
Il neonato che dato il via alle indagini è nato il 1° maggio scorso nel rifugio per ragazze-madri "Cuore Puro" gestito dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa a Ranchi, capitale del Jharkhand. Il 14 maggio, l’infermiera Anima Indwar, una suora e tre complici del Cuore Puro hanno illecitamente consegnato il neonato a una coppia dell’Uttar Pradesh in cambio di 120 mila rupie (circa 1500 euro).
Nei giorni successivi, un’ispezione a sorpresa di un’organizzazione di tutela infantile ha messo in allarme Anima, la quale ricontatta gli acquirenti e chiede loro di riportare il neonato all’orfanotrofio con la scusa di controllo medico «obbligatorio». Appena messe le mani sul piccolo, Anima è svanita nel nulla. Si scoprirà poi abbia tentato di riportare il minore alla madre per negarne la sottrazione. A quel punto i genitori adottivi si sono rivolti all’organizzazione di tutela infantile che stava facendo l’ispezione al fine di riavere loro figlio. È così scattata la denuncia.
Anima e la suora sono state arrestate e l’indagine si è allargata sino a far emergere un giro d’affari basato sul traffico di bambini. Esisteva anche un tariffario. Secondo la Società per la Protezione del Bimbo del Jharkhand, il rifugio per ragazze-madri faceva pagare dai 600 ai 1200 euro per bimbo adottato, a seconda delle capacità economiche dei genitori adottivi.
Curiosamente, quei Gandolfini e quei Pillon che si accaniscono contro le tutele dei figli delle famiglie arcobaleno paiono non intenzionati a ripetere i loro slogan quando i figli vengono venduti per davvero, soprattutto se a farlo sono suore.
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