Tornano le preghiere anti-gay. Tosatti: «Portano malattie. Dio li condannerà perché più severo del Papa»


Come un disco rotto, il vaticanista Marco Tosatti continua a che Dio è sinonimo di odio e che chi non disprezza il prossimo non debba poter essere essere definito cristiano.
L'ennesimo attacco è contenuto in un articolo infarcito di insulti, insuniazioni e accuse che è stato pubblicato da La Nuova Bussola Quotiadiana del ciellino Riccardo Cascioli. Lo scopo è sostenere che i veri "cattolici" sono quelli che elargiscono condanne contro l'ammonimento di Gesù al fine di promuovere odio sociale contro il prossimo.
Tentando il tutto per tutto al fine di creare una fittizia contrapposizione tra gay e religione, Tosatti esordisce già nel sottotitolo asserendo: «È prevedibile, durante il Gay Pride di Rimini, l’uso blasfemo di personaggi e simboli della religione. Come l’anno scorso, un gruppo di cattolici, riuniti nel Comitato Beata Giovanna Scopelli, ha indetto una processione di riparazione da cui il vescovo di Rimini ha preso le distanze sebbene anche il pride non aiuti i legittimi diritti Lgbt».
Dunque, peccando di superbia, Tosatti ci viene a dire che pretende di insegnare agli altri come si debba essere gay, spacciando per verità rivelate i suoi pregiudizi contro una manifestazione. Il tutto davanti ad un dato di fatto molto evidente: o lui non ha mai visto dal vivo quei Pride che condanna così violentemente, oppure sta mentendo in totale malafede.

Nel suo articolo Tosatti non si fa mancare soliti ritornelli della lobby integralista:

Il 28 luglio prossimo, a Rimini, è previsto un gay pride, cioè una delle usuali sfilate che in questo periodo – giugno e luglio – attraversano le città italiane, con l’usuale bagaglio di rivendicazioni: matrimonio egualitario, adozione per le coppie omo e anche per i single, riconoscimento della legalità dell’utero in affitto, procreazione assistita anche per i single, oltre che per le coppie. Ed è prevedibile che si assista a un’ampia gamma di manifestazioni, dal carnavalesco all’osceno; così come è prevedibile (ricordate il Pompei Pride) l’irrisione o l’uso blasfemo di personaggi e simboli della religione. Nella migliore delle ipotesi, si tratta di una manifestazione in cui si rivendica la “normalità” di rapporti contro natura; che oltre a esporre chi li pratica assiduamente a un ampio ventaglio di rischi e malattie, sono condannati dal Magistero costante della Chiesa.

Il vaticanista non se ne perde una. Giura su Dio che i Pride siano una irtrisione della religione, incurante di come siano spesso le sue asserzioni contrarie alla predicazione di Gesù a rappresentare un'offesa per quei veri cattolici che rischiano di essere accomunati al fondamentalismo. Ed ancora, sostiene che i gay portino malattie o che offendano la religione, seminando zizzania contro l'ammonimento di Gesù.

Sostenendo poi che i fondamentalisti debbano essere ritenuti "cattolici" anche se agiscono contro gli insegnamenti di Gesù nel giocare a fare il pubblicano che vuole essere esaltato per diritto di nascita, Tosatti aggiunge:

Come già l’anno scorso, un gruppo di cattolici, riuniti nel Comitato Beata Giovanna Scopelli, per tutte queste ragioni ha indetto una processione e un rosario di riparazione, che si svolgeranno sabato 28 con partenza alle 10.30, in piazza Mazzini. L’anno scorso il Comitato aveva invitato il vescovo, mons. Francesco Lambiasi, affinché fosse lui a guidare la processione e la preghiera di riparazione. Fu chiesto anche un incontro, che, a quanto risulta non avvenne. Quanto a guidare processione e preghiera, figuratevi voi se un vescovo italiano, progressista, aperto ecc. ecc. avrebbe compiuto un gesto così politicamente scorretto! I vescovi italiani non riescono a dire parole dure neanche quando i loro preti si sposano con degli uomini, figuriamoci se rischiano di inimicarsi le lobby gay e la stampa di sinistra.

Si passa così ad aggredire i vescovi perché non supporterebbero odio omofobico quanto lui vorrebbe. Dato che l'odio di Tosatti è perlopiù indirizzato a rivendicazioni partitiche, non manca di sostenere che sia colpa della «sinistra» se i preti non benedicono al sua crociata che la lobby integralista id cui lui fa parte ama definire «lobby gay» al fine di creare paura nelle menti più deboli.

Si passa così all'esaltazione delle condanne vomitate da chi dice di parlare a nome di quel Gesù che invitava a non giudicare:

Quest’anno prima di rendere pubblica la processione, il Comitato ha scritto, informando il vescovo, ed esprimendo i motivi dell’iniziativa.
Lambiasi ha risposto. «Comprendo le motivazioni della vostra ferma disapprovazione», scrive il presule, chiedendo però ai laici «nella mia coscienza di cittadino italiano, di cristiano cattolico e di vescovo», di tenere conto di questi elementi. Lambiasi ricorda di esseri «pubblicamente rammaricato» in passato per «comportamenti, contenuti e forme di quel raduno», perché «non condivisibili». Inoltre non ritiene che i "pride" aiutino ad affrontare «in modo costruttivo» la rivendicazione di «legittimi diritti» delle persone omosessuali. Ricorda di condividere quello che il Papa e i vescovi al Sinodo 2015 hanno affermato, e cioè che non esiste fondamento per stabilire analogie, «neppure remote» fra unioni omosessuali e il matrimonio e la famiglia. Però ogni persona «va rispettata nella sua dignità», quale che sia l’orientamento sessuale; e per questo motivo il presule non può «non esprimere serie e motivate perplessità circa la vostra processione riparatrice». Teme che si alimenti uno stile di «aspra contrapposizione polemica», con «il triste effetto» di far sentire le «non poche persone omosessuali – che sono battezzate e scelgono di voler rimanere nella Chiesa giudicate a priori e allontanate».

Sostenuto che i vescovi meno omofobi debbano essere ritenuti cattivi pastori, si esaltano le affermazioni in cui si condanna l'omosessualità e si sostiene che Dio sia un sadico che farebbe nascere persone sbagliate per il gusto di vedere quanto male riusciranno ad arrecare alle loro vite quei personaggi alla Tosatti che paiono voler scimmiottare l'ideologia "ariana" del nazismo. Il vaticanista sentenzia così:

Insomma, tirando le somme: i pride non sono condivisibili, ma non perché propongano stili di vita e comportamenti negativi (ma San Paolo? Ma il catechismo della Chiesa cattolica?) ma perché non aiutano a affrontare il problema dei diritti degli omosessuali; no all’equiparazione del matrimonio alle unioni omosessuali; ma fare una processione, e pregare per l’offesa fatta da una manifestazione pubblica no, perché si potrebbero offendere gli omosessuali cristiani.

Se Tosatti pare pronto a giurare ch ei diritti civili dei prossimo debba essere ritenuta un'offesa a chi gode di quei privilegi ma non crede al principio di pari dignità, tra le sue offese emerge un dato molto importante. non è Dio a sostenere ciò che lui spaccia per verità rivelata, ma un tizio che non ha mai conosciuto Gesù e un libro scritto da uomini che hanno messo nero su bianco i loro personali pensieri.
E se Tosatti si sente pronto a giurare che Paolo Di Tarso debba essere letto testualmente, allora dovrebbe sostenere pubblicamente anche la validità dei passaggi in cui affermava che la donna deve essere «in piena sottomissione» o che «l'uomo è immagine e gloria di Dio mentre la donna è gloria dell'uomo».
Magari Tosatti non avrebbe problemi a farsi promotore di quelle idee, ma è curioso le taccia sapendo che quell'estremismo sessista gli procurerebbe più grande dell'omofobia su cui basa il suo fatturato.

In conclusione, Tosatti assicura che i suoi amici sacerdoti apprezzino chi prega contro il prossimo, ovviamente giurando su Dio che l'omosessualità non sia un orientamento sessuale ma «uno stile di vita»:

Che dire? Un amico sacerdote che ha letto il comunicato “cerchiobottista” del presule ha commentato, e facciano nostro il suo commento: «La riparazione e lo sdegno non riguardano gli uomini, le persone, ma la manifestazione; cioè proclamare pubblicamente e, talvolta anche oscenamente, che l’omosessualità è un valore. Rispetto non significa dar ragione a chi propaganda l’errore pubblicamente e vuole che tutti gli stili di vita siano equiparati». Sul rischio che chi conduce uno stile di vita omosessuale si trovi davanti a un giudice più severo del vescovo di Rimini, non una parola. E forse anche questa è un’omissione interessante….

Interessante è il suo sostenere che Dio sia più cattivo del Papa. Molto curioso, dato che lo dice in nome di quel Gesù che nel Vangelo pareva avere idee molto diverse nell'affermare: «Se voi, cattivi come siete, sapete provvedere ai vostri figli, quanto più il vostro Padre che è nei cieli».
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