È conto alla rovescia per il Salento Pride di Gallipoli


Sabato 11 agosto l'Onda pride farà tappa a Gallipoli.  Il concentramento e la partenza saranno in via Kennedy (vicinanze Led Cafe') alle ore 17.30. La Parata terminerà, come da tradizione, al Lido Por do Sol, con un bagno finale al tramonto e festeggiando con il Rainbow Music Night Party, a partire dalle 21 fino a notte fonda con musica no stop di Provenzano, Francesca Kee Ciardo, Ennio Ciotta, Giorgio Ganesh Marti, Pupa De Maggio e Stefano Libertini Protopapa. Gli organizzatori invitano dunque a portare costume e ricambio, perché la festa sarà tutta lì (saranno disponibili anche docce e spogliatoi. L'entrata è free senza obbligo di consumazione).
Il tema del Salento Pride sarà l'arcobaleno in tutte le sue sfaccettature, non lasciando dietro nessuna minoranza e nessuna persona vittima di discriminazione, non solo per il suo orientamento sessuale o identità di genere.
Nelle vesti di testimonial incontreremo Francesco Bovino, in arte Tekemaya (da The Voice of Italy e Picador Village); Eleonora Magnifico (musicista e attivista transgender); Manila Gorio (conduttrice Privè Antenna Sud), Giovanni Minerba (regista, fondatore Lovers Film Festival) e Piero Piconese (AntennaSud).
Per maggiori informazioni è possibile consultare l'evento Facebook della parata e quello della serata.

In vista della parata, gli organizzatori hanno scritto anche una lettera aperta alla città:

Cara cittadinanza gallipolina, sono una tra le migliaia di persone che a Gallipoli ha organizzato eventi, qualche volta ci lavora e che porta la vostra Città nel cuore.
Da tre anni, organizziamo insieme ad associazioni il Salento Pride, che quest'anno avrà luogo a Gallipoli l'11 agosto.
Vi scrivo questa lettera aperta per parlare della notizia del "flop" turistico che Gallipoli (ma non solo) quest'anno sta vivendo e per esprimere, da esterno, le mie considerazioni; anche in virtù di quelle che su social e su stampa ho già letto. Lo faccio come Presidente onorario di Arcigay, associazione che a Gallipoli ci ha creduto e ci crede, per la storia che ha e in quanto tradizionale meta LGBTI; come Presidente di Ra.Ne. - Rainbow Network, associazione che vuole mettere in rete tutte quelle realtà turistiche per creare collaborazioni virtuose e offrire servizi comunicativi al turista LGBTI in grado di essere semplici ma incisivi. Lo faccio come Roberto, che a Gallipoli ci ha speso tante giornate, ammirandone bellezze e osservandone difetti.

Ho letto tante considerazioni su questo calo e su alcune di esse sono d'accordo, su altre un po' meno.
Ma, al di là di queste, voglio elencare le mie di considerazioni:

- Target turistico. I giovani sono il target turistico per eccellenza di Gallipoli. E si sa, i giovani vogliono divertirsi e hanno con sé un budget che non possono sforare. Nei primi anni, i giovani sono stati attratti da tre cose: prezzi convenienti (o, almeno, giusti rispetto ai servizi offerti), mare e divertimento. Il loro budget non sforava e l'anno successivo tornavano.
- Prezzi. Con l'andar del tempo Gallipoli è diventata cara, aumentando i prezzi ma non aumentando la qualità dei servizi offerti. Certi prezzi erano non solo astronomici ma sfacciatamente alti rispetto non tanto alla qualità del servizio, quanto proprio all'essenza del servizio stesso. Parlo di rustici e frise a prezzi ricaricati rispetto al costo piatto del 500% nel migliore dei casi; navette a €20 per percorrere sì e no 700 metri, dal centro storico alla fermata dei bus al cimitero; stanze che a settimana superano le migliaia di euro tanto si sa che anche se sono per due poi ne entrano col sacco a pelo altre dieci di persone; parcheggi a 5, indipendentemente dal tempo in cui sei a mare; consumazioni alcoliche a prezzi che partono da minimo 8.
Attenzione, la mia non è una critica al prezzo in sé rispetto ai servizi offerti (e lì tralascio le mie considerazioni e mi affido al vostro spirito di autocritica) ma al prezzo fatto al target che Gallipoli ha sempre avuto: inutile avere prezzi stellari se poi quello su cui avete fatto sempre affidamento è un turismo composta da una quantità abnorme di giovani che hanno un tetto di spesa basso. Le tantissime attività che man mano sono state create a Gallipoli è frutto di quella consapevolezza. Una questione matematica: prezzi bassi, tanta gente, più produzione, più lavoro, più ricchezza.
Avete voluto aumentare i prezzi, forse per convinzione che il turista poi sarebbe stato per sempre fedele alle vacanze gallipoline o per convinzione che non sarebbe mai accaduto nulla che impedisse una drastica riduzione dell'offerta di intrattenimento, per motivi che non mi interessa approfondire adesso.
Invece gli eventi sono drasticamente calati e il turista ha preferito altre mete più convenienti, più adatte alle sue tasche.

Passando alle critiche di chi a Gallipoli non ha attività o addirittura si permette il lusso di criticarla pur non essendoci mai stato vorrei spendere qualche parola:

- Turismo "cafone" e senza regole. Lasciatemelo dire, Gallipoli è stata sempre assunta ad agnello sacrificale. Il turista cafone sta a Gallipoli come Lecce, come nel resto delle mete turistiche di TUTTO il mondo. Spesso, se non sempre, il turista si comporta non in base alla percezione di presenza o meno di forze dell'ordine, di sicurezza o urbanistica selvaggia, quanto piuttosto al comportamento di chi ci vive, cioè noi (e anche lì mi affido all'autocritica personale senza aggiungere altro)
- Amministrazioni locali e forze dell'ordine: è davvero colpa dell'istituzione se abbiamo fissato prezzi che, al di là di congetture complicate e dettagliate, il target turistico non può semplicemente permettersi? Possiamo davvero dare la colpa alle istituzioni se non siamo noi i primi a trasmettere quella percezione di decoro al turista? Partendo dal girare solo in costume da bagno per la città, passando per il parcheggio selvaggio fino ad arrivare all'inquinamento in spiaggia e in città?

Se il turista pensa di venire in un posto senza regole e che può far quel che vuole, è a causa delle istituzioni assenti oppure della percezione comune che spesso anche noi, come semplice cittadinanza (e non solo di Gallipoli!), trasmettiamo?
Non possiamo liquidare la faccenda, quando ci va male, addossando le colpe di tutti mali solo ad un tassello di questo puzzle, in questo caso le istituzioni. Perché le istituzioni fanno ciò che possono e a volte più di quello che nelle loro disponibilità possono fare, pur di agevolare gli addetti ai lavori. Poi, quando le istituzioni cercano di fare qualcosa, NON VA MAI BENE. Se non fa niente è male, se fa qualcosa pure. Forse dovremmo cambiare questo modo di pensare.
Forse dovremmo cambiare anche approccio ai fallimenti: non addossando la colpa a qualcuno ma analizzando prima le colpe che abbiamo noi.
Perché il vero danno ce l'hanno quelle aziende e quelle realtà i cui prezzi l'hanno sempre fatti giusti rispetto ai servizi offerti, perché hanno compreso il target turistico, la capacità di spesa e la realtà delle cose, e cioè che non possiamo fare i prezzi di Venezia, che anche lì, stanno esagerando un po'.

Per il resto, ci vedamo sabato al Salento Pride in una Gallipoli che rimarrà sempre bellissima.
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