Il prete che attribuisce ai gay la colpa degli abusi del clero va da Tosatti e Belpietro per chiedere le dimissioni del Papa


«Papa Francesco sapeva tutto degli abusi del cardinale McCarrick almeno dal giugno 2013, ma lo ha coperto e lo ha tenuto come suo fidato consigliere, che ha determinato molte nomine episcopali e cardinalizie». Lo sostiene La Nuova Bussola Quotidiana in un articolo a firma di Marco Tosatti, pubblicato dopo le polemiche contro la partecipazione di padre Martin ad un Meeting delle famiglie che speravano potesse essere usato come vetrina per le loro le rivendicazioni integraliste contro le famiglie gay.
L'affermazione viene attribuita a tal arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio negli Stati Uniti. Si tratta di un sacerdote che, sempre dalle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana, firmò un articolo dal titolo "Ecco chi guida la lobby gay. E il Papa ne è complice" in cui il prelato giurava su Dio che la causa degli abusi sessuali da parte del clero fosse l'omosessualità.
A rendere più sospette le accuse ad orologeria contro un Pontefice che non appoggia le politiche di Salvini è come il testo citato provenga dal quotidiano di Belpietro.

Scrive il vaticanista Marco Tosatti:

Non è esagerato dire che la testimonianza di oltre dieci pagine dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò pubblicata questa mattina sul quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro, è un documento sconvolgente, per parecchi e gravi motivi. [...] Viganò, allora nunzio degli Stati Uniti, ebbe nei giorni seguenti un colloquio privato con il Pontefice. “Il papa mi chiese con tono accattivante: ‘Il card. McCarrick com'è?’ Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: ‘Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c'è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza’. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento.

Ed ancora:

E un altro brano, altrettanto drammatico, è questo: “Papa Francesco ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti. In ogni caso, il papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere insieme con Maradiaga. In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro”.

Le accuse proseguono:

Nelle pagine della testimonianza l'arcivescovo Viganò rivela molti altri dettagli della rete di omertà e coperture che sembra abbia protetto per anni il porporato americano predatore. La sua scelta di parlare l'ha motivata così: “La ragione principale per cui sto rivelando queste notizie ora è a causa della situazione così tragica della Chiesa, che può essere riparata solo dalla piena verità, allo stesso modo in cui è stata gravemente ferita dagli abusi e dalle intercettazioni. Lo faccio per proteggere la Chiesa: solo la verità può renderla libera.
La seconda ragione è di scaricare la mia coscienza di fronte a Dio delle mie responsabilità di vescovo per la Chiesa universale. Sono un vecchio e voglio presentarmi a Dio con la coscienza pulita.
I segreti nella Chiesa, anche quelli pontifici, non sono tabù, sono strumenti per proteggere lei e i suoi figli dai suoi nemici. I segreti non devono essere usati per cospirazioni".

A quel punto Marco Tosatti sostiene di aver avuto contatti con l'accusatore:

Il documento ha una genesi di varie settimane. L'arcivescovo Viganò ha preso contatto con chi scrive queste righe, perché desiderava che la verità emergesse, che alcune insinuazioni e falsità scritte da un sito paravaticano nel tentativo di difendere a priori la gestione attuale della Chiesa, gettando sospetti e discredito su chi non si poteva più difendere fossero corrette e smentite. In origine si era ipotizzata un'intervista, che dovesse uscire – come poi è stato - di base su un giornale italiano e in contemporanea in inglese e spagnolo. Poi si è pensato che un testo scritto potesse essere più completo, chiaro, e che in questo modo il ritmo della narrazione e la sua sequenza risultassero di maggiore evidenza e comprensibilità. E così è stato. L'uscita del testo, pronto mercoledì, è stata fissata a domenica, per dare tempo ai traduttori di svolgere il loro lavoro. E anche all'arcivescovo Viganò di allontanarsi dalla sua residenza abituale; per ragioni di sicurezza e tranquillità.

Il sostenere che i fondamentalisti debbano temere ripercussioni è tipico della propaganda integralista, notoriamente incline a processi di presunta auto-martirizzazione.
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