Il sindaco di Sesto nega la trascrizione ad un bimbo con due mamme sulla base delle sue convinzioni personali


Secondo il senatore leghista Simone Pillon, Sesto San Giovanni rappresenterebbe l'incarnazione delle politiche auspicate da Massimo Gandolfini. Il sindaco distribuisce oggetti confessionali ai bambini, alza le rette dei campi estivi per renderli inaccessibili agli stranieri, patrocina i comizi omofobi, viola la legge per impedire la costruzione di una moschea, è uscito dalla rete antidiscriminazione delle pubbliche amministrazioni, ha negato l'invio del gonfalone alla manifestazione al monumento al deportato al Parco Nord, ha chiuso le sedi dell'Ampi e ha impedito la presenza sul territorio di uno sportello lgbt rivolto agli adolescenti (perché, a detta della giunta, un gay deve andare a farsi vedere da uno psicologo).
Nel contempo cresce il debito, fiorisce la privatizzazione e si abbassa la qualità della vita. Ma tutto questo pare non interessare ad un'amministrazione che appare ossessionata dal suo odio contro i gay e dalla cieca sponsorizzazione del fondamentalismo cristiano.

Ora il sindaco, Roberto Di Stefano, ha deciso di negare la trascrizione dell'atto di nascita di un bimbo con due mamme sulla base delle sue convinzioni personali e non di qualche presunto impedimento di legge.
Quasi volesse vantarsi della sua omofobia, l'esponente della destra ha diramato un pubblico proclamo in cui afferma: «È arrivata al Comune la prima richiesta di trascrizione all'anagrafe per un bambino figlio di due madri donne. In merito vorrei comunicare che non ho la minima intenzione di accogliere la richiesta: semplicemente perché credo che un bambino, per crescere bene, non può prescindere dall'avere un padre e una madre».
La frase lascia sbigottiti, dato che mai si è visto un funzionario pubblico che si permette di imporre discriminazioni sulla base di quello che pensa riguardo alle capacità dei genitori. Anche perché a quel punto si dovrebbe poter mettere in discussione qualunque documento, magari anche l'atto di nascita del figlio di Pillon dato che c'è chi pensa che un integralista non potrà mai essere un buon genitore.

Ad aggravare il tutto è come il sindaco si sia messo anche a ripetere a pappagallo la propaganda di Pillon e di Gandolfini: «La dicitura genitore 1 e genitore 2 la trovo francamente inconcepibile. In difesa della famiglia naturale non accoglierò la richiesta delle due madri che è arrivata nel Comune che rappresento. Lo ripeto in maniera chiara e inequivocabile: un bambino deve avere una mamma e un papà, non perché lo dice Di Stefano, ma perché così è la natura umana».
E se il termine «difendere» viene sempre più abusato da quel fondamentalismo che sta minacciando le famiglie naturali che non risultano conformi al loro volere, pare assurdo possa vantarsi del suo voler privare un minore dal riconoscimento giuridico e dalle tutele derivanti dagli obblighi genitoriali che deriverebbero dala trascrizione. E tutto questo silo perché «pensa» che rendere orfano un bambino sia preferibile al riconoscimento delle mamme con cui crescerà anche contro il suo volere. Quindi pare evidente che lui preferisca anche genitori puttanieri, pedofili o criminali perché convinto che la che penetra vaginalmente una donna seguendo i movimenti ginnici illustrati da Gandolfini sul palco del family day (tra l'altro neppure testati dato che il fondamentalista che teorizza il ruolo procreativo della famiglia vive un'unione sterile con sua moglie, motivo per cui ha adottato una qualche manciata di figli mentre chiede che ad altri venga impedito).
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