La barzelletta. I fondamentalisti anti-gay sostengono non esistano pagine omofobe


Se non potete accedere ai social network senza subire insulti quotidiani basati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, sappiate che i promotori di quell'odio negano che quei contenuti esitano (esattamente come il ministro Fontana dice di non vedere le famiglie che non sono conformi ai distinguo promossi da Massimo Gandolfini). Come prassi della propaganda nazista o fascista, anche la propaganda integralista e leghista vivono sulla creazione di false contrapposizioni che possano fomentare cieco odio contro il prossimo perché indicato come un nemico che ci toglierebbe qualcosa. Lo dimostra l'articolo intitolato "Facebook accetta la blasfemia ma vieta di scrivere frocio" pubblicato dal gli integralisti dell'Uccr.
La ragione ci porterebbe a domandarsi perché mai questa gente voglia scrivere insulti sui social network o quale diamine dovrebbe essere il nesso tra la presunta "blasfemia" da loro denunciata e quello che loro sostengono sarebbe il "diritto" all'insulto gratuito. L'ipotesi più plausibile è che vogliano creare false contrapposizioni finalizzare ai aizzare l'odio e i pregiudizi di chi cadrà nel loro blasfemo uso politico del sentimento religioso.

I fondamentalisti dell'Uccr sostengono che:

Migliaia sono le pagine del social network Facebook che insultano i cristiani e i credenti in generale, pagine blasfeme con bestemmie varie e immagini denigratorie dei valori cattolici, fotomontaggi oltraggiosi e auguri di morte per chi crede in Dio o in Gesù Cristo ecc. Al contrario, non esistono altrettante pagine contro chi non crede in Dio o ha a cuore opinioni opposte a quelle cristiane (aborto, eutanasia ecc.). Nemmeno si notano pagine omofobe, probabilmente perché l’omofobia è un fenomeno fortunatamente molto ridotto al contrario di quanto si voglia far credere, ma anche perché Facebook interviene immediatamente nella loro rimozione.

Se il loro sostenere che non esistano pagine omofobe basterebbe per sentirsi legittimati a ridergli in faccia, una prassi comune è quella di vedere come questa gente sia votata all'automatizzazione parlando genericamente di fantomatiche minacce di morte verso i credenti che dicono di aver subito. L'altro va dipinto come una minaccia, accostandolo ad innocenti che probabilmente verranno coinvolti nei sentimenti di pancia che stanno cercando di creare fra i loro lettori.
Se Tosatti ci accusò di aver minacciato di morte Adinolfi per aver osservato che tra tanti anni prima o poi anche lui morirà, l'assenza di riferimenti rende impossibile valutare se le loro asserzioni non siano strumentalizzazioni simili a quelle del vaticanista. Così come bisognerebbe comprendere cosa intendano per "blasfemia" dato che è noto che il fondamentalismo abbia usato quell'accusa anche nel chiedere che ai gay fosse vietato calpestare del suolo pubblico nelle vicinanze delle chiese.
Siamo dunque alla propaganda, certificata da come questa gente attribuisca a Dio il loro odio per la gente attraverso la confezione di "notizie" che servono al loro scopo. Sulle loro pagine vi racconteranno di come alcuni fondamentalisti abbiano pregato contro i gay a Rimini, ma taceranno sui preti che hanno chiuso le porte delle loro chiese temendo qua quella gente potesse entrare a profanarle. Il pensiero unico non accetta contraddizioni, ogni notizia va confezionata per sostenere una tesi ossessiva che a furia di essere ripetuta finirà con l'essere percepita come una verità.

L'articolo passa così a sostenere che i gay siano una minoranza, quasi come se le minoranze non abbiano diritti. Sempre cavalcando una assurda contrapposizione tra le loro richieste e il loro desiderio di poter ostentare ancor più di sprezzo contro il prossimo, aggiungono:

Il vero paradosso dei sedicenti militanti dei diritti civili, tra cui Facebook, è che il loro interesse è orientato (quasi) esclusivamente alla minoranza omosessuale. La stessa contraddizione la si nota in chi vuole una legge contro l’omofobia, ma non chiede allo stesso tempo protezioni anche per le altre minoranze discriminate come le persone obese, le quali secondo gli studi sono le più discriminate in assoluto, sopratutto donne (molto più degli omosessuali e delle persone religiose). E’ evidente dunque che una legge contro l’omofobia risulta discriminante contro le altre minoranze non espressamente tutelate.

Due considerazioni. Innanzi tutto bisognerebbe osservare che una persona obesa non dovrà andare dai genitori a dirgli che è obesa, così come non dovrà temere che possa essere sbattuta fuori di casa perché ai suoi genitori non piacciono le persone grasse. Nessun gruppo cristiano vende fantomatiche "terapie" per "!guarire " dall'obesità come accade quando ai comizi di Adinolfi si sostiene che un genitore possa "trasformare" i figli in eterosessuali se si rifiuterà di accettare la loro natura e li spingerà al disprezzo verso sé stessi.
E se l'Uccr sostiene che la loro tesi sarebbe «evidente», pare curioso che non ricordi che è dal 1993 che la legge Reale-Mancino condanna l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Perché mai quello non sarebbe discriminatorio verso gli obesi mentre lo sarebbe la sua estensione anche all'orientamento sessuale? Non sarà forse perché l'Uccr teme che il loro odio possa rientrare in quel reato?

Surreale è come l'articolo arrivi persino a sostenere che i gay vogliano essere chiamati con termini dispregiativi, tornando a fare paragoni che non stanno né in cielo né in terra:

L’algoritmo moralizzatore di Facebook, come si è commentato su “Il Foglio” ha colpito l’editoriale di Giuliano Ferrara in quanto conteneva la parola “froci”, bollata come incitamento all’odio (poco importa se tanti gay preferiscono autodefinirsi “froci” piuttosto che “omosessuali”). Allo stesso tempo Facebook ha espressamente ritenuto, dopo la segnalazione di migliaia di utenti, che la pagina “La Vergine Maria avrebbe dovuto abortire” (“Virgin Mary should have aborted”), una delle migliaia di pagine di insulto ai cristiani, «non violi le nostre Regole in merito ai discorsi di odio».

Pare quasi che l'articolo voglia sostenere che sia colpa dei gay se Facebook non chiude le pagine a loro sgradite, giurando su Dio che l'insulto verso i gay vada bene mentre è da punire chi scrive frasi che insultano il loro presunto sentimento religioso. E i paragoni surreali perseguono:

Perfino le immagini di una donna che allatta devono essere eliminate al più presto, perché considerate offensive. Ma se si insulta il fondatore del cristianesimo allora va tutto bene, anche se nelle loro regole si dice: «Non consentiamo la discriminazione di persone in base alla religione».
Questi sono i due pesi e le due misure di chi si proclama mediaticamente difensore dei diritti civili.

Dando falsa testimonianza contro i 10 comandamenti, pare che i sedicenti "cristiani" dell'Uccr abbiano volutamente alterato la verità raccontando che le fotografie di una donna che allatta verrebbero cancellate perché ritenute "offensive", anche se in realtà il nudo ad essere vietato.
Se è lecito che si lamentino di pagine ritenute offensive verso la religione, nulla spiega perché usino i gay in assurdi paragoni che servono solo a stuprare il nome di Dio come pretesto per fomentare omofobia. Ancor più quando tutto ciò accade mentre negano che i gay vengano quotidianamente insultati e denigrati da numerose paginette che nascondono finalità di promozione del neonazismo dietro ad icone sacre e crocefissi.
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