L'insopportabile arroganza della Poleggi: «Vi faremo venire una gastrite»


Provita Onlus è una di quelle realtà che fa perdere speranza verso l'umanità. Osservare l'arroganza, l'odio e la violenza che trasudano i loro proclami fa venire il voltastomaco, mentre il loro presidente sorride tutto tronfio quasi provasse eccitazione sessuale nel riuscire ad essere il più irritante possibile. La sua idea è chiara: vuole un mondo un cui la donna sia sottomessa al maschio, in cui i gay possano essere spinti al suicidio e in cui i simboli religiosi possano legittimare ogni più perversa forma d'odio. Il tutto passando dal suo vantarsi di manifesti che gli procurano visibilità grazie ad insulti contro le donne e le loro scelte.
La loro propaganda si basa sull'elargire costanti condanne. Hai abortito? Sei una puttana. Sei gay? Sei sbagliato e Dio ti odia! Ti chiami Salvini, hai avuto figli mediante adulterio, sei divorziato e chiudi i porti contro l'invito all'accoglienza predicatao da Gesù? Che Dio ti benedica!

Sostenendo che non si nasca perché voluti dai genitori ma solo perché non abortiti, è Francesca Romana Poleggi a festeggiare di aver affisso il suo orripilante manifesto contro la libertà di scelta delle donne anche a Genova:

Avevamo promesso che la censura della Raggi e della Cirinnà non ci avrebbero fermato: non solo il nostro bambino di 11 settimane del maxi manifesto che vuole far riflettere sull'aborto è riapparso in tante città (da ultimo anche a Battipaglia) in tanti contesti, ed è divenuto virale sui social, ma ieri, a Genova, in Corso Buenos Aires, ne è stato affisso un altro identico a quello di via Gregorio VII.
E le reazioni isteriche non mancano neanche questa volta, e si chiede da più parti la “democratica” censura che abbiamo già visto a Roma.

Se pare curioso che un'organizzazione che ha sporto numerose denunce per chiedere la censura di qualunque opinione non fosse conforme al loro volere parli di «censura» davanti a slogan che violano i regolamenti comunali, immancabile è il loro negare che siano stati i cittadini a chiedere la rimozione di quella schifezza.
Poi, utilizzando stupidi slogan come assunti per denigrare le femminuste, la Poleggi aggiunge:

Genova Today riporta un commento degno di nota, quello del Coordinamento Liguria Rainbow che pare «che raccoglie tra le sua fila non solo persone lgbti ma anche singoli/e donne uomini e femministe» (ma le femministe ci possono stare solo se favorevoli all'utero in affitto?) e che, come da copione, «ritiene che il catellone pubblicitario sia offensivo, colpevolizzando le donne che scelgono di seguire ciò che la legge permette, e che nella settimana del compleanno della legge 194 questo cartello sembra fatto ad hoc» e che si impegnerà «in tutti i modi perchè il cartello venga rimosso il prima possibile, in quanto lesivo del rispetto dei diritti e delle libertà individuali».

Deridendo chi esprime opinioni non conformi al suo volere esattamente come farebbe un bulletto, la signora Poleggi aggiunge:

La verità è che l'aborto toglie la vita alle persone: e su questo invita a riflettere prima di abortire… l'aborto non è un diritto, come spiega la giurisprudenza italiana ed europea: la legge lo permette perché è una legge ingiusta…), su una cosa il coordinamento Rainbow mostra acume e perspicacia: «nella settimana del compleanno della legge 194 questo cartello sembra fatto ad hoc». Bravi! Hanno indovinato!

I virgolettati sono rigorosamente brevi perché non devono lasciar intendere il senso del discorso o c'è il rischio che non possano deridere quelle parole. Ed ovviamente si arriva alla rivendicazione politica perché Francesca Romana Poleggi vuole si voti a destra, molto a destra:

Ancor più bella quella dei consiglieri comunali del PD: «Chiediamo che sul caso di Genova intervenga il Garante dell'infanzia, perché questa pubblicità è lesiva nei confronti dei bambini»: interessante! È il manifesto lesivo nei confronti dei bambini, o l'aborto?
Sarebbe interessante studiare l'abilità mentale di rivoltar frittate di questa gente. Ai Sofisti gli fanno un baffo!
Comunque, se anche questo manifesto sarà censurato, rinnoviamo il consiglio a chi fosse pieno di acredine e di livore di prendersi un buon gastroprotettore.
E se ne facessero una ragione: perché non finisce mica qui, statene certi!

E certo. La loro "onlus" sottrae soldi alla comunità per promuovere odio, tensioni sociali e discriminazioni. Non la smetteranno certo perché sono pagati per distruggere l'Italia.
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