Provita torna a sostenere che la pedofilia sarebbe un'identità di genere. Quando la malafede è priva di etica


Ora che Toni Brandi ha il suo Salvini che gli sequestra i bambini e che sponsorizza l'odio omofobico, le pagine del suo sito propagandistico si stanno riempiendo di insulti sempre più inaccettabili. Il modus operandi è quello dell'ignorante che deride il professore perché pronuncia parole che la sua mente non potrà mai capire. Peccato che Brandi lo faccia per promuovere Salvini e ogni forma di neofascismo.

Questa volta il bullismo di Provita Onlus (dunque finanziata con denaro pubblico per creare odio contro interi gruppi sociali) si è abbattuto contro le persone trans. In un articolo intitolato "Esilarante: l’ideologia gender che si morde la coda", scrivono:

Era ora che i Democratici, nel progressista Stato del Massachussets, si muovessero a tutela dell'identità sessuale dei cittadini proponendo di aggiungere l'opzione “gender X” alla patente di guida.
Insomma, se non mi riconosco né M né F avrò pur diritto di essere classificato X? Del resto, dalle nostre parti, in Austria e Germania, lo hanno già capito. Eppure, in Massachussets qualcosa non è andata per il verso giusto.
I generi non sono mica tre! Conoscete l'acronimo LGBT (lesbica, gay, bisessuale, transessuale); ci sforziamo di renderlo più completo con Q,I e A (queer, intersessuale, a- sessuale); ma ad essere precisi bisognerebbe scrivere “LGBTTQQIAAPK” o addirittura “LGBTIQCAPGNGFNBA…” e come potete notare servono comunque i puntini, perché di “generi” e di “orientamenti” sessuali ce ne sono davvero un'infinità.
E allora: perché mai un transessuale dovrebbe identificarsi con una squallida X? E che dire dei pansessuali? E gli intersessuali dove li mettiamo?

L'ironia con cui l'organizzazione si bulla dell'identità sessuale altrui già qualifica la loro malafede.
Poi, tirando in ballo il senatore repubblicano Jim Lyons e alterando le parole per conformarle alla loro propaganda, aggiungono:

Lyons non ha voluto sentire ragioni: si è impegnato a richiedere un riconoscimento per 73 diversi “gender”. «Dove li ha trovati 73 gender?», chiede Carr al senatore; «Su Facebook!», risponde Lyons, come a voler dire: «Ma dove vivi?». [invero, noi ne abbiamo trovati solo 71, su The Telegraph. A questi c'è da aggiungere “Kink”, ma ce ne siamo persi un altro… Poi c'è la famosa diatriba se nella lista ci debba essere o no la P di pedofilo…] Sapendo che i suoi colleghi liberali non potevano escludere nessuno dei generi senza fare un'ingiusta e insopportabile discriminazione (l’ideologia del gender non ammette certo l'omofobia!), Lyons li ha presentati ciascuno come un emendamento separato al disegno di legge la sera del 31 luglio, ognuno dei quali richiedeva 10 minuti di dibattito e 3 minuti per il voto.

Il sostenere che la pedofilia sia un orientamento sessuale è l'ennesima falsificazione con cui l'organizzazione tenta di promuovere odio contro le minoranze, chiudono insulti espliciti a chi ritiene che il rispetto e l'identità siano obiettivi primari:

Entro mezzanotte l'assemblea doveva necessariamente approvare altri disegni di legge, quelli veri. Intanto, dopo sei ore, ancora scorrevano gli emendamenti di Lyons: cis-female, cis-woman, cisgender female, cisgender woman, gender fluyd, non-conform gender, genderqueer… Alle 22.45 la nobile assemblea legislativa è tornata alla realtà e il progetto di legge è stato ritirato.
Diceva Nicolàs Gòmez Dàvila: «è più facile convincere lo stupido di una cosa discutibile che di una indiscutibile»…
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