Se il ministro dell'interno si mette a diffondere fake-news...


«Se questi signori, ospitati a spese degli italiani, non si trovano a loro agio nel nostro Paese sono pregati di trovarsi un’altra sistemazione. Chi scappa dalla guerra non ha bisogno di Sky». È quanto scrive Matteo Salvini sui social, diffondendo una fake-news pubblicata da Il Giornale in cui si sostiene che un gruppo di migranti vicentini avrebbe chiesto un abbonamento a Sky con tanto di partite di calcio, l’aria condizionata e delle carte d’identità.
La prefettura ha però smentito le dichiarazioni del ministro dell'interno: le presunte prime due richieste sono state inventate di sana pianta dato che i rifugiati avrebbero semplicemente chiesto delle carte d'identità, necessarie per trovare lavoro o per uscire dall'Italia.

Matteo Salvini vive sui social network, prediligendolo alle aule parlamentari. Il suo far credere che la sua retorica sia rivolta agli elettori è un mezzo per fidelizzarli, evitandosi la grana di portare in Parlamento ciò che promette. Ed ovviamente ne approfitta anche per cercare di fargli credere ciò che è più utile alla sua propaganda, sfruttando il suo ruolo per promuovere sè stesso e il suo tornaconto.
Peccato che il ministro dell’interno, ossia il responsabile della sicurezza nazionale, avrebbe l'obbligo di dare informazioni certe. Non dovrebbe essere neppure immaginabile che possa affidarsi al populismo e all'emotività nel tentativo di ottenere il plauso della piazza. Anche perché lui è pagato profumatamente proprio per dotarsi delle informazioni dalle Prefetture, ma qui è la Prefettura ad essere dovuta intervenire per smentire la sua propaganda.

Diffondere una notizia falsa che denigra un gruppo di migranti solo perché il suo partito cerca voti attraverso il razzismo è un atto che insulta l'Italia e gli italiani. Ed è pietoso come paia voler approfittare della povertà altrualtrui dato che le sue vittime non avranno i soldi necessari per poterlo denunciare per diffamazione mentre lui sta portando in tribunale chiunque osi dire una sola parola che non sia di suo gradimento. Oltre ad aver denunciato Saviano su carta intestata, trascinerà in tribunale un prete che ha osato sostenere che non ci sia nulla di cristiano nelle politiche di quel leghista che agita rosari e brandisce vangeli durante i suoi comizi nella speranza che l'abuso del sentimento religioso possa portargli un profitto. Peccato che alle volte gli vada male e che i tribunali possano emettere sentenze come quella che sancisce che non sia diffamazione dare del nazista a Salvini.
1 commento