Vecchie fotografie per screditare i giudici. Così i leghisti difendono il loro duce


Nell'Italia di Matteo Salvini, le argomentazioni sono ormai state sostituite dal pregiudizio e dall'odio. Chiunque osi sostenere che il loro "capitano" non sia superiore alla legge e che possa violarla a proprio piacimento è reso vittima di attacchi populisti come questo:



Se il sostenere che per screditare la professionalità di un magistrato possa bastare pubblicare una fotografia di quando aveva 18 anni è un atto che si commenta da sé, nel caso di Matteo Salvini basta tornare al 1998 per trovarlo ospite del centro sociale Leoncavallo mentre si dichiarava comunista e fondatore dei comunisti padani. Erano tempi in cui il leader leghista affermava: «Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere». Oggi giura che lui sia sempre stato contrario.
A coronare il tutto è come si definisca «movimento degli onesti» il partito che ha illegalmente sottratto 49 milioni di euro al popolo italiano.
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