Costanza Miriano torna ad attaccare gay ed ebrei


Nota per la sua ostentata omofobia e per il suo rancore contro i gay, la signora Costanza Miriano pare voler ora strizzare l'occhio anche all'antisemitismo. Sulla sua pagina Facebook, scrive:



Se il senso della sua frase appare assai poco chiara, interessante è come la signora Miriano abbia fatto il copia-incolla di un'aggiunta dei fondamentalisti di "Basta bugie" ad un suo articolo contro la libertà delle donne scritto nel 2013. Erano tempi in cui la fondamentalista cercava di impedire che le coppie gay potessero avere accesso ai suoi stessi diritti e giurava su Dio che lo stato avrebbe dovuto occuparsi dei suoi bisogni dato che a lei non gliene fregava nulla dei gay. Due gay non possono sposarsi? E chi se ne frega, lei poteva farlo e magari si sarebbe pure potuta pappare i loro soldi non paga di aver incassato assegni familiari da madre single mentre era già sposata con un matrimonio che aveva cercando di nascondere all'anagrafe (temendo che il marito non avrebbe più potuto offrirle un posto pubblico a spese dei contribuenti).
Persino negli articoli in sui sosteneva che «le donne» non volevano lavorare dato che il lavoro è fatto per l'uomo e alla femmina spetta il dovere di stare a casa a fare le mamme, è cercando di creare contrapposizioni sociali che se la prendeva con i gay. Scriveva:

Per esempio: sono circondata da amici e conoscenti che hanno perso il lavoro, o che lavorano senza prospettive e sottopagati. Per nessuno di loro le nozze omosessuali sono tra le priorità più urgenti. Anche quelli che sono d'accordo le metterebbero al massimo al numero seicentotredici della lista delle cose da fare. Non lascerebbero che invadessero agende della politica e dell'informazione. Il fatto è che per la politica risolvere i problemi di lavoro dei miei amici (chissà, magari fra un po' anche i miei) sarebbe molto complicato, mentre fare una legge a favore delle famiglie arcobaleno non costa nulla, e pare rendere in termini di immagine. Le lobby omosessualiste infatti stanno nei posti che contano, e quelli che non sono d'accordo evitano la grana di parlare, perché l'accusa di omofobia è dietro l'angolo. D'altra parte, come disse il capo di gabinetto di Obama, Rahm Emanuel, i gay sono i nuovi ebrei del fundraising (nda -nota dell'admin – i ricchi ebrei sono tradizionalmente tra i maggiori finanziatori delle raccolte fondi delle lobbies negli USA a favore di candidati e partiti, attività peraltro pienamente legale e regolamentata).

Era una «nota dell'admin», oggi copia-incollata a suo nome della fondamentalista. E riguardo alla genesi di una frase che lascia ampio spazio all'interpretazione, troviamo la stampa integralista e un articolo de Il Foglio in cui si sosteneva che i diritti dei gay avrebbero discriminato quai poveri "cristiani" che vorrebbero poterli discriminare. Al solito, il carnefice veniva spacciato per la vittima a cui non sarebbe stato concesso di poter danneggiare liberamente la vita altrui.

L'ossessione contro gli omosessuali della Miriano era l'incipit per il suo sostenere che l'uomo non ha motivo di occuparsi dei figli dato che a lei piace pensare che sia la donna ad essere obbligata a occuparsi della prole. E forse il suo odio per i gay non è che una conseguenza a questo: una sfida a quegli stereotipi di genere che lei vive come dogma di fede.
Com'è possibile che due gay possano crescere un figlio se non c'è una donna che si senta nel dovere di stare a casa in virtù del suo sesso? E allora bisogna dire che non vanno bene, che la loro vita è sbagliata e che serve necessariamente avere una vagina per poter ricoprire quel ruolo. Com'è possibile che ci siano donne che lavorano mentre gli uomini le aiutano con i figli? Bisogna dire che il femminismo è sbagliato.
Insomma, siamo davanti a chi cerca di dare ragione alle proprie convinzioni attraverso un isterico attacco a chiunque le smentisca. Ed è svendendo il suo vissuto come una regola che va imposta agli altri che scrive:

Comunque, lo stesso è successo con le battaglie a favore delle donne. Chiedevano il diritto al voto, allo studio, alla libertà. Cose sacrosante. A ben vedere le donne non chiedevano altro che rispetto, o forse, in fondo, quello che desidera ogni donna (e, in modo diverso, ogni uomo), cioè di essere guardate con amore. Una battaglia meravigliosa. Hanno finito col combattere per il diritto di uccidere i loro figli, di divorziare, di essere costrette a lavorare lasciando i propri figli nelle mani di altri. Perché sono certa che ci siano manager bravissime che non sono riuscite a entrare nei consigli di amministrazione solo perché donne, docenti universitarie a cui la cattedra è stata soffiata da qualche barone, non ne dubito, ma io personalmente conosco solo donne che avrebbero preferito almeno rimanere a casa più a lungo dopo la nascita dei figli, o che vorrebbero che il loro lavoro venisse misurato sul risultato, e non sull'orario, o che si interrogano sul modo di far quadrare tutto, e di capire se il lavoro è davvero così fondamentale nella loro vita.

Non sarà forse che chi scrive un libro che invita la donna alla sottomissione all'uomo difficilmente vedrà femministe ai suoi comizi? La sua esperienza si basa su donne che lei stessa precisa siano legate a precise aree ideologiche e fa abbastanza ridere che la signora Miriano paia incapace di comprendere che una statistica basata sul parere di chi condivide la sua ideologia non abbia senso. Sarebbe come andare alla sagra della porchetta per sostenere che in Italia non esistano vegetariani.
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