Il senatore leghista Pillon è un mediatore familiare. Nella sua proposta di legge rende obbligatoria e a pagamento quella figura


Oltre a tramutare i bambini in pacchi che avranno il dovere di essere sballottati fra due case, il ddl Pillon rende obbligatoria una mediazione familiare a pagamento per le coppie che dovessero divorziare.
Peccato che lui sia un mediatore e che paia sapere bene che un eventuale obbligo al ricorso alla sua figura professionale potrebbe portargli lauti guadagni. Perlomeno è quello che si evince nell'osservare come sulla pagina del suo studio legale scriva: «È in corso di approvazione una modifica al codice civile che conferirà grande rilievo all'attività di mediazione nel corso dei procedimenti per la separazione dei coniugi».
Ossia la sua modifica che conferirà «grande rilievo» alla sua attività.



Il senatore leghista indica nel suo curriculum un master breve di Mediazione Familiare accreditato dall’Aimef (2011-2013). La mediazione familiare della durata di sei mesi, che lui vorrebbe rendere obbligatoria, prevede un numero tra le sei a dieci sedute con un costo variabile da 50 ai 100 euro ad incontro.

Alessandro Simeone, avvocato del Comitato Scientifico de Il Familiarista, ha fatto due conti e a La Repubblica spiega che «le nuove norme metteranno a disposizione degli avvocati e psicologi che siano anche mediatori familiari sino a 77 milioni di euro all'anno a disposizione dei "mediatori familiari"; soldi che saranno pagati dai cittadini, visto che il ddl Pillon prevede che lo Stato non ci metta un euro senza considerare i corsi di formazione per diventare mediatori familiari, che dovranno essere seguiti dagli avvocati "junior" o dai giovani laureati in disciplina "sociali mediche, psicologiche, giuridiche o pedagogiche». Si tratterebbe dunque di altri nove milioni di euro.
Secondo quanto dichiara Monica Cirrinnà all'Espresso, ad andarci di mezzo saranno i bambini: «L’imminente approvazione è una menzogna -spiega- Il punto vero è che Pillon e i suoi colleghi sono dei medievali ultraconservatori. Papisti come si definisce lui stesso. Mi fa orrore che sieda nel Parlamento di uno Stato laico. L’obbligatorietà è una cosa gravissima perché contraria alla convenzione di Istanbul in presenza di violenza domestica. Il rischio è quello di far finire la maggior parte dei bambini in casa famiglia per sei mesi. Nel frattempo lui avrà lucrato con la partita della mediazione e non sarà riuscito a mettere d’accordo i genitori».
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