La Manif Pour Tous diffama Mario Mieli, sostenendo fosse un «sostenitore della pedofilia»


Mario Mieli venne spinto al suicidio dall'omofobia, la stessa che oggi viene portata avanti da organizzazioni prive di etica e di qualsivoglia scrupolo.
Ci si potrebbe dunque chiedere quante vite siano state distrutte solo perché il fondamentalista Filippo Savarese ha deciso di fare soldi con l'odio e va in giro a dire che lui si crede migliore degli altri in virtù di un presunto diritto di nascita che lui dice deriverebbe dalla sua ostentata passione sessuale nei confronti delle donne.
Cavalcando pregiudizi e sfruttando la religione come lasciapassare per ogni più perversa firma d'odio, Savarese viene pagato per riproporre teorie su una presunta «supremazia» di un gruppo sugli altri che tanto ricorda gli orrori del nazifascismo.

Evidentemente incapace di comprendere un pensiero complesso ed armata da una profonda malafede finalizzata alla promozione dell'odio, è la Manif pour tous (detta anche "Generazione familia" o "CitizienGo" dato che a dirigerle è sempre la stessa gente) ad aver pubblicato questo schifo:


Se è facile prendersela con un morto che non ha neppure una famiglia che possa difenderlo, siamo dinnanzi all'ennesima bassezza di un'organizzazione che dice di voler «difendere la famiglia» attraverso la promozione della discrimimazione contro le minoranze ed una selezione dei cittadini basata su chi viene da loro ritenuto conforme ai loro distinguo ed utile alla produzione di italici bambini. Bimbi che ovviamente vorrebbero indottrinare alla loro ideologia sin dalla più tenera età attraverso una contaminazione dell'istruzione pubblica a cui il neocatecumenale Massimo Gandolfini sta già lavorando con la collaborazione del ministro leghista Fontana. Il tutto non senza che il loro tweet si astenesse daltentare di far leva sul denaro per far leva sulla rabbia dei propri proseliti (quasi come se fosse diveroso coprodurre decine di film su padre Pio ma non per raccontare l storia di un uomo su cui, come dimostra Savarese, c'è molta ignoranza e disinformazione).

La promozione dell'omofobia è il loro mezzo per ottenere potere politico attraverso lo sfruttamento del pregiudizio e il loro spasmodico tentativo di accostare omosessualità e pedofilia (al pari di come avveniva quando Mieli si suicidò) è parte di un diabolico progetto per la creazione di odio e di paure.
Peccato che Mario Mieli non promosse mai pedofilia, ma parlò semplicemente di tutte le parafilie dato che nel 1977 la psicologia del tempo le paragonava all'omosessualità e definiva «perversione» l'attrazione verso persone dello stesso sesso al pari di coprofagia, zoofilia, necrofilia e sesso con i minori.
Se al posto di citate un'organizzazione vicina a Forza Nuova si fosse informato, il fondamentalista Savarese saprebbe che Mieli non teorizzò mai la libertà dell'adulto di poter abusare dei minori, ma sosteneva che l'individuo dovesse essere sessualmente libero a poter disporre del suo corpo sin dalla più giovane età.
Togliere i riferimenti temportali alle dichiarazioni e tentare di reinterpretare frasi decontestualizzate è un atto che si commenta da sè. Sarebbe come osservare che Giuseppe era anziano quando ebbe un figlio da una Maria minorenne e partire da quell'evidenza per sostenere che i cristiani promuovano la pedofilia e che Filippo Savarese debba essere ritenuto un simpatizzante della pedofilia (tesi sostenuta da Silvana De Mari contro i soci del Circolo Mieli in affermazioni che trovarono il pronto sostegno di Savarese e della sua banda).
Potremmo anche domandarci quanto debba odiare la vita e la famiglia un Savarese capace di abusare di un suicida per tentare di promuovere un odio che possa spingere altri adolescenti a quel gesto estremo.
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