La Miriano torna a sostenere che la Chiesa si fondi sull'omofobia e che la pedofilia sia una conseguenza dell'omosessualità


I gay sono il più grande problema del mondo e la loro accettazione distruggerebbe una Chiesa che lei esige sia fondata sull'odio omofobico. Lo sostiene Costanza Miriano in un susseguirsi di articoli finalizzati alla promozione dell'odio omofobico. È sulle pagine del suo blog che la fondamentalista torna ancora una volta a cavalcare lo scandalo della pedofilia nella chiesa per tentare di accomunarlo all'omosessualità. Questa volta lo ha rifatto con un testo a firma di tal Luca Del Pozzo dal titolo "La Chiesa ha un problema con l’omosessualità, solo dopo con la pedofilia".

Rilanciando alcuni articoli tratti dal quotidiano leghista di Maurizio Belpetro, si legge:

La questione della pedofilia nella Chiesa – tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache – è in realtà solo la punta dell’iceberg. La Chiesa ha un problema ben più grave – e rispetto al quale la pedofilia è un effetto (per altro assolutamente marginale stando ai casi realmente accertati a confronto con la valanga di denunce spesso rivelatesi infondate ma nel frattempo cavalcate ad arte dai media compiacenti per aumentarne l’eco scandalistica) – con l’omosessualità. O meglio, con quella che non caso, già a partire dal 2012, il Prof. Oko della Pontificia Accademia di Cracovia aveva identificato con l'”omoresia”, ossia una concezione dell’omosessualità in aperto contrasto con il magistero della Chiesa cristallizzato nel catechismo e nei documenti ecclesiali.

Sostenuto che sia più grave tollerare che due adulti consenzienti dello stesso sesso possano far sesso tra di loro anziché stuprare una minorenne di sesso diverso, tra le righe si tenta di sostenere che la pedofilia sarebbe una conseguenza dell'omosessualità. Una follia, ma la Miriano sta dedicando molto tempo a cercare di convincere i propri proseliti di quell'assurdità.

Ed è così che l'articolo cita la stampa integralista degli evangelici statunitensi per sostenere che esisterebbe una correlazione tra i casi di pedofilia e l'omosessualità:

E’ a causa di questa strisciante eresia, ma che soprattutto dopo il Vaticano II (anche a causa di una lettura “aperturista” del Concilio tanto miope quanto infondata) ha avuto un’accelerazione decisa – che tra le fila del clero è andata espandendosi una piaga purulenta che sta infettando il corpo di Cristo con grave scandalo per i fedeli. Di cui le notizie giunte d’oltreoceano riguardanti esponenti del clero nordamericano (e non solo), in primis l’ex cardinale di Washington Theodore McCarrick, sono solo l’ultimo esempio. Ma è un esempio che conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, che con buona pace della vulgata intra ed extra ecclesiale (per tacere di quegli ambienti laicisti che da sempre non perdono occasione per attaccare la Chiesa) non è la pedofilia il vero problema, bensì appunto l’omosessualità. Le cifre parlano chiaro: almeno l’80% degli abusi sono di natura omosessuale. Non solo: lo stesso Prof. Oko, intervistato dal sito Lifesitenews, ha affermato che “secondo stime attendibili, il 30-40 per cento dei preti e il 50 per cento circa dei vescovi in USA hanno inclinazioni omosessuali”. Questo per dire che se è vero che non tutti i preti omosessuali sono pedofili, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza dei casi di pedofilia (anche se a rigore sarebbe più corretto parlare di efebofilìa) riguarda preti omosessuali.

Se al posto di guardare i dati dei siti integralisti si consultano le relazioni ufficiali, si scoprirebbe che la realtà è molto diversa da quella che la Miriano tenta di far credere. Sono almeno due anni che gli adonolfiniani spacciano la percentuale dell'80% dei preti che sarebbe gay, ma in realtà si tratta di una mistificazione che ignora come il report realizzato dal John Jay College dica espressamente che «la ricerca ha evidenziato come non esista alcuna prova statistica che i preti gay abusino i minori più dei preti eterosessuali».
Se è pur vero che la fondamentalista Miriano non abbia mai brillato per tempestività (tant'è che per anni ha incassato assegni da madre single in virtù i come si fosse "dimenticata" di registrare il suo matrimonio), è grave possa trascorrere anni a raccontare la stessa bugia solo perché la verità non fa il suo gioco.

Ricorrendo al solito complottismo che tanto piace agli estremisti e citando la stampa di quel quotidiano di Belpietro che ha dichiarato guerra a Bergoglio dopo le sue critiche alle politiche xenofobe di Salvini, l'articolo afferma:

L’obiettivo, perseguito da precisi ambienti ecclesiali (gli stessi, per capirci, che stanno lavorando sotto traccia per una revisione dell’Humanae Vitae e della dottrina sulla contraccezione, che vorrebbero l’abolizione del celibato, il sacerdozio per le donne e il matrimonio per i preti, la comunione ai divorziati risposati e via ammodernando) è chiaro: il riconoscimento da parte della Chiesa che l’attrazione tra eguali è uno status affettivo-sessuale assolutamente normale al pari di quello etero. Rod Dreher, autore del best seller “Opzione Benedetto” e uno degli intellettuali statunitensi più influenti nel dibattito sulla Chiesa, ha detto senza troppi giri di parole in un’intervista a La Verità: “I preti gay capiscono che il momento è propizio, e si stanno muovendo per cambiare la Chiesa. Questo è un fronte delicatissimo. La Bibbia, e l’insegnamento della Chiesa, sono inequivoci. Se la Chiesa si arrende sull’omosessualità, distruggerà non solo la sua credibilità ma tutta l’antropologia della famiglia. Il mondo ripaganizzato odierà la Chiesa per la sua posizione sulla sessualità in genere. Ma questa è proprio la testimonianza contro-culturale chiesta al cristiano nel tempo post-cristiano”.

Si sostiene così che i i seguaci della Miriano dovrebbero pretendere ricorrere a «cure estreme» in difesa della giustificazione religiosa all'odio omofobico:

A conferma dell’andazzo descritto da Dreher, basta dare anche una rapida scorsa alle dichiarazioni e prese di posizione registrate negli ultimi mesi da parte di diversi esponenti, come nel caso del vescovo di Chicago, Blaise Cupich, o del titolare della diocesi di Osnabrucke, Franz-Joseph Bode, o ancora di Antonio Carlos Cruz Santos, della diocesi brasiliana di Caico. E di esempi se ne potrebbero fare molti altri. Per cui delle due l’una: o la lobby omosessualista, la cui azione nella Chiesa solo un cieco potrebbe non vedere, ha preso definitivamente il sopravvento; oppure il problema dell’omosessualità nel/del clero non solo non è percepito come “il” problema, ma forse non è percepito neanche come tale. In entrambi i casi, va da sé che la situazione non è più sostenibile. A mali estremi cure estreme.

Ricorrendo agli ormai consueti insulti che il fondamentalismo riserva al sacerdote che osa sostenere che i gay facciano parte dei progetti di Dio, l'articolo alterna insulti, falsificazioni e strumentalizzazioni:

Ciò che serve è un cambio di rotta radicale, di cui i fedeli – laici e non – che hanno ancora occhi per vedere e orecchie per intendere dovrebbero invocare e promuovere. Se poi ad aggravare una situazione già al limite tocca pure assistere a fatti come quello accaduto a Dublino in occasione dell’Incontro mondiale delle Famiglie, si ha chiara la percezione dello stato confusionale (ma non casuale) e di quanto sia (stra)colma la misura. Il fatto in questione riguarda ovviamente la presenza in qualità di relatore (sic!) al suddetto meeting – e nel mentre dagli Usa arrivavano le notizie agghiaccianti che sappiamo – del gesuita James Martin, noto sostenitore della causa Lgbt (che tra l’altro sarà la guest star del prossimo – udite udite – Forum dei cristiani Lgbt in programma ad Albano dal 5 al 7 ottobre prossimi, di cui ne sentivamo il bisogno come il pane). Ma come. Si svolge un meeting sulla famiglia e viene invitato a parlare un signore che, tra le altre cose, ritiene che il catechismo debba essere emendato laddove parla di “intrinsecamente disordinato” riferito all’orientamento omosessuale? (oltre ad affermare che omosessuali si nasce, cosa che non solo non ha trovato ad oggi alcun riscontro scientifico, ma anche ammesso fosse vera un qualche problema lo porrebbe comunque dal momento che sarebbe in aperta contraddizione con il dogma per eccellenza della teoria gender secondo cui ciascuno può scegliere liberamente la propria identità sessuale a prescindere dal dato biologico, o ci siamo persi qualcosa?). 

In realtà è la propaganda di disinformazione coordinata dalla signora Miriano e dai suoi amici di omnofobia a sostenere che l'identità di genere significhi «scegliere» se essere maschi o femmine. Nessuno ha mai sostenuto nulla di simile, dato che tutti parlano di una caratteristica innata.
Siamo dunque dinnanzi a chi fa polemiche basate sulla disinformazione di chi spaccia l'auto-percezione per «una scelta». In realtà il tema non è diverso da quando una persona va dal densità a dire gli fa male un dente: il medico non potrà appurare se sia vero o meno e dovrà semplicemente prenderà atto di ciò che il paziente gli ha detto. Stando alle semplificazioni della Miriano, dovremmo sostenere che chi va dal dentista «sceglie» se avere male o meno dato che il medico non ha mezzi oggettivi per verificare quelle affermazioni dall'esterno. Capiamo dunque a che livello di malafede sia capace di spingersi questa gente.

Sostenendo che i gay siano «il male» e che la fissazione per il sesso bareback della Miriano sia «il bene», l'articolo chiedendo ai seguaci del fondamentalismo un impegno per pretendere le censura di chiunque proponga opinioni non conformi al loro volere, sostenendo che «la verità» sarebbe quella che loro hanno deciso in virtù di quanto amino sostenere che gli altri siano sbagliati:

Tralasciando la sesquipedale rozzezza nonché falsità di una simile argomentazione (per dire quanto sono discriminati gli omosessuali nella Chiesa, basterebbe ricordare che una manina ha fatto sparire la parola “psichiatria” dal resoconto web della conferenza stampa del pontefice regnante di ritorno dall’Irlanda, contenuta nella risposta alla domanda su cosa consigliare a un genitore che scopre di avere un figlio gay: a Martin, ma che stai a dì?) la domanda resta: da chi e perché è stato invitato al meeting di Dublino il gesuita James Martin? In attesa di lumi, ciò che preme sottolineare è che mai come in questa fase così difficile e travagliata per la vita della Chiesa occorre un’azione decisa e incisiva. Prendendo il toro per le corna e affrontando il problema con determinazione. Innanzitutto chiamando le cose per nome, senza se e senza ma, fedelmente al detto evangelico “il vostro parlare sia sì, sì; no, no, il di più viene dal maligno”. In questo i laici hanno un ruolo importante; è ancora Dreher a ricordare come i fedeli “dovrebbero chiedere che il Papa, i vescovi, i sacerdoti dicano la verità sulla corruzione sessuale.
C’è una sporcizia che rischia di uccidere la Chiesa. Si preparano tempi dolorosi e difficili. Mi permetto anche di dire che i fedeli dovrebbero incoraggiare i loro sacerdoti a non avere paura”. La Chiesa ha una missione profetica a servizio dell’uomo che è quella di annunciare la Verità che, sola, può realmente liberare gli uomini. [...] Un conto è la legge, questa sì cattolicissima, dell’et-et dove tutto si tiene (a partire dal fatto che la Chiesa è santa e peccatrice); altro conto è cambiare le carte in tavola chiamando bene il male e male il bene. Questo non solo non ha nulla a che fare con la vera fede, ma se possibile è il suo contrario nella misura in cui confonde, mistifica, equivoca. Come quei lupi rapaci travestiti da agnelli.

Se fosse per personaggi come loro, ancor oggi giustificheremmo la schiavitù citando la Genesi e benediremmo la segregazione razziale citando l'episodio della Torre di Babele.
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