L'Europa invita a ridurre le armi per prevenire il terrorismo, Salvini ne approfitta per rendere più facile possedere armi da guerra


Mentre il sentore leghista Simone Pillon sta cercando di rendere sempre più difficile e oneroso il divorzio quale omaggio alle pretese dei fondamentalisti cattolici, è tenendo fede agli impegni presi con la lobby delle armi che Matteo Salvini ha reso più semplice il loro acquisto.
Mentre il ministro leghista distraeva il pubblico sbraitando contro giudici e migranti, sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legislativo 104 del 10 agosto 2018 per la “Attuazione della direttiva (UE) 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi”.
Se la direttiva europea era pensata per contenere l'uso delle armi e il controllo delle vendite come mezzo di contrasto al terrorismo, Matteo Salvini l'ha sfruttata per favorire i venditori di armi nell'incurante di dare una risposta ai pericoli terroristici. A questo punto, dato l'allarmismo e la paura che il suo partito è solito fomentare, dovremmo sperare che Salvini non creda davvero alle minacce terroristiche o ci troveremmo dedurne che sia disposto a favorire attentati per compiacere le lobby che l'hanno supportato alle elezioni.

Se oggi si potevano possedere fino a un massimo di si armi da fuoco, dal prossimo 14 settembre se ne potranno possedere il doppio. Il decreto prevede anche che le pallottole contenute nei caricatori possano essere raddoppiati, passando delle attuali 5 nelle armi lunghe e 15 in quelle corte, a 10 e a 20.
La definizione di «tiratore sportivi» è stata estesa: non saranno più i soli iscritti alle Federazioni del Coni, ma anche coloro che sono iscritti alle Federazioni di altri Paesi UE, agli iscritti alle Sezioni del Tiro a Segno nazionale, agli appartenenti alle associazioni dilettantistiche di tiro a segno affiliate al CONI, nonché agli iscritti ai campi di tiro e ai poligoni privati. L'ampliamento della definizione non è di poco conto dato che i «tiratori sportivi» sono gli unici cui è consentito l’acquisto di armi considerate da guerra come i Kalashnikov o gli Ar 15.
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