Polis Aperta: «È ora di reagire all’omofobia dilagante, chi indossa una divisa protegge tutti i cittadini»


«Occorre arginare immediatamente escalation di aggressioni omofobe e razziste a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi. Violenza verbale e fisica sono reati, oltre a ferire le persone, questi atti ignobili violano le leggi dello Stato e come tali devono essere perseguiti senza esitazione». Lo dichiara Polis Aperta, l'associazione che, che riunisce le persone lgbt che lavorano nelle varie forze di polizia, polizia locale e forze armate in Italia.
In riferimento all'odio omofobico che ha visto preso di mira il carabiniere che si è unito civilmente con il proprio compagno nel salernitano, l'associazione afferma: «Dopo gli ultimi, feroci, attacchi che sui social hanno preso di mira due coppie, un carabiniere e il suo compagno e un poliziotto con il marito, entrambi “colpevoli” di aver coronato i propri sogni d’amore vestendo orgogliosamente la divisa, l’associazione Polis Aperta, che riunisce personale Lgbti appartenente alle forze di polizia, forze armate e sostenitori, chiede a gran voce l’intervento delle Istituzioni perché questi crimini non restino impuniti. Un silenzio che lascia sole le vittime di questo incitamento all'odio è indegno di una società civile e di uno Stato di diritto. Istituzioni e personale in divisa hanno il dovere di combattere per garantire la legalità e diffondere, attraverso il proprio operato, la cultura del rispetto dell’altro. Episodi d’odio o esternazioni razziste via web non devono più essere tollerate soprattutto se tra gli autori ci sono uomini e donne in divisa che calpestano il senso del dovere discriminando invece di servire e proteggere la popolazione. Oltre ad esprimere solidarietà e vicinanza ai nostri soci e amici Raffaele e Antonio, al collega Carabiniere e al marito, l’Associazione ha chiesto l’intervento dell’Oscad, perché, dopo gli accertamenti del caso, ogni comportamento lesivo della dignità della persona venga sanzionato secondo le leggi vigenti».
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