Salvini fa terra bruciata. Anche il premier tunisino si è rifiutato di incontrarlo


Se l'obiettivo di Matteo Salvini è quella di isolare l'Italia dal resto mondo, c'è da dire che ci sta riuscendo egregiamente. Dopo gli insulti alla Merkel e a Macron, dovpo aver aizzato i suoi proseliti all'odio contro il Lussemburgo e dopo gli sfottò inglesi per la sua nomina di Foa alla Rai, ora anche Tunisi gli ha chiuso le porte. Il premier tunisino Youssef Chahed si è infatti rifiutato di incontrare Salvini.
Lo ha riferito la radio tunisina Mosaique FM, spiegando che «il primo ministro Youssef Chahed ha rifiutato di ricevere il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, che è oggi in visita in Tunisia» a causa delle sue «dichiarazioni anti-immigrati».
Il portale Tunisienumerique sottolinea poi la visita di Salvini «ha provocato indignazione nelle fila di numerose organizzazioni della società civile, in particolare il Forum tunisino dei diritti economici e sociali» e che quest'ultima «ha scritto una lettera aperta al ministro degli Interni italiano in cui ha affermato che la criminalizzazione da parte dell'Italia delle operazioni di soccorso in mare avrà conseguenze gravi, catastrofiche e persino penali».
Salvini sta dunque facendo terra bruciata attorno a sé e all'Italia, aumentando esponenzialmente i rischi di un disinteresse internazionale nei confronti del popolo italiano qualora il folle indebitamento deciso dalla sua finanziaria dovesse trascinarci verso il fallimento. Gli esperti stimano già che lo spread schizzerà alle stelle.

A voler fare illazioni, ci sarebbe quasi da domandarsi se tutto questo non sia parte di un preciso progetto geopolitico. L'unico stato che pare ancora disposto ad avere a che fare con lui è quella Russia che era presente alla sua elezione a segretario di partito, che lo ha accompagnato per mani nei suoi comizi e che ha messo i propri hacker al suo servizio. In virtù di come sia costante l'impressione che Salvini voglia svendere l'Italia a a Putin, in quelle condizioni lo potrebbe fare senza difficoltà e ad un prezzo molto vantaggioso per l'inquilino del Cremlino.
Intanto sui giornali dell'agenzia governativa russa Sputnik, incaricata di promuovere Putin nel mondo, troviamo articoli intitolati "Meglio Salvini e Orban dei falsi amici europei" in cui la propaganda russa racconta che Macron sia «paladino dell'Europa e nemico dei nazionalisti» e che Salvini sia il «più legittimato a rappresentare i propri cittadini alle elezioni europee della prossima primavera» dato che gli indici di gradimento lo indicherebbero al 30%. Peccato che quel dato indichi che il 70% degli italiani è contro di lui. I russi accusano «la rancorosa sinistra italiana abituata a demonizzare i propri avversari» di raccontare che Orban «resta un personaggio politico impresentabile, illiberale e anti democratico».
Facendo leva sul razzismo e sull'odio populista contro i flussi migratori, l'articolo sostiene sia esistita una «scandalosa indifferenza con cui Bruxelles ha abbandonato a se stessa l'Italia nel caso Diciotti» davanti al sequestro di persona e ai ricatti di Salvini e che «la ricetta della ripartizione dei migranti, oltre a non essere mai stata realizzata dai nostri presunti "amici" europei tanto cari al Pd e al resto della sinistra, è anche assolutamente sbagliata» perché «è come se invece di riparare un tubo che ha allagato un bagno ci limitassimo ad aprire le porte di casa facendo defluire l'acqua nelle altre stanze. Nel bagno il livello dell'acqua sicuramente diminuirebbe, ma l'unico risultato pratico sarebbe l'allagamento del resto della casa. Ugualmente il problema migranti non va risolto aprendo le porte, ma tappando la falla. Su questo approccio si basa l'eventuale alleanza di Salvini non solo con Orban e i paesi di Visegrad, ma anche con l'Austria del cancelliere austriaco Sebastian Kurz e lo schieramento tedesco vicino al ministro dell'interno Horst Seehofer».
Per chi non lo sapesse, il Visegrad è l'unione di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e
Ungheria. I filo russi, gli "amici" a cui guarda Salvini.
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