Secondo Benedetta Frigerio, si cambierebbe sesso «per moda» o per un post letto su Facebook:


In Inghilterra non esiste alcun «allarme» che riguardi il cambio di sesso da parte di adolescenti e l'indagine commissionata dal Ministero alle pari opportunità è semplicemente volta ad investigate sulle nuove situazioni sociali di cui si sta prendendo atto. Magari al fondamentalismo cattolico parrà surreale, ma c'è chi ancora preferisce cercare risposte scientifici ai fenomeni sociali al posto di cercare di manipolazioni che permettano di trarne profitto attraverso la creazione di teorie strampalate basate sulla propria convenienza.
A cercare di fomentare cieco allarmismo è la solita Benedetta Frigerio, una donna che da anni basa il suo fatturato sulla promozione dell'omofobia attraverso articoli che svendono becere legittimazione ad ogni più perverso pregiudizio. Un esempio per tutti: lei è una di quelle che parla dell'aumento della visibilità dei gay sostenendo che vada interpretata come un aumento del loro numero e non come una diminuzione dell'odio sociale che li costringeva a nascondersi. E tanto basa a qualificarla.

In un surreale articolo pubblicato da La Nuova Bussola Quotidiana, la signora Frigerio cerca il procurato allarme sin dal titolo: "Cambio di sesso, allarme governo: 4.000% bimbe in più".
Se abbiamo già visto che l'uso di quei termini è eticamente scorretto e cristianamente satanico, la fondamentalista incalza:

Siamo al punto in cui persino il governo inglese è costretto ad indagare sul perché una percentuale crescente di bambini/adolescenti desiderano appartenere al sesso opposto al proprio: da 97 casi nell’anno 2009/2010 si passa a 2.510 casi nel 2016/2017 (fra loro 45 bambini di 6 anni o meno), l’incremento è del 4.415% per le ragazze. Crescono le perplessità fra medici, ricercatori e intellettuali, ma pochi sono disposti a fare verità e a difendere gli innocenti passando per "bigotti".

Da copione, la signora Frigerio ci informa che a lei non serva attendere i risultati della ricerca, lei sostiene di detenere già «la verità». Inventandosi anche delle presunte «perplessità» speudo-scientifiche che in realtà risultano provenire solo dal mondo del fondamentalismo cristiano, la donna ci illumina su quale sarebbe quella «verità» che dice di detenere: a detta sua, si cambierebbe sesso «per moda» o per un post letto su Facebook:

E sebbene chi oggi provi a mettere fra le cause del fenomeno la moda arcobaleno, che si infiltra nei vuoti della fragilità delle persone, venga tacciato di “omofobia” (parola della neolingua Lgbt), lo stesso ministro delle Uguaglianze inglese, Penny Mordaunt, per comprendere il fenomeno ha chiesto di indagare particolarmente sul ruolo dei social media e su come questo influisca sul modo di pensare a riguardo del tema, con attenzione speciale per le ragazze. Se infatti le pulsioni verso le persone dello stesso sesso riguardavano finora in maggioranza gli uomini, i dati dicono di una tendenza maggiore delle femmine a desiderare di sottoporsi a terapie ormonali e chirurgiche per sembrare maschi (otto anni fa le ragazze erano 40 mentre l’anno passato erano 1.806, contro i 56 maschi divenuti ora 713).

Se la fondamentalista ha una perdizione sull'uso dei bambini quali oggetti da citare a casaccio in quanto utili alla propaganda, aberrante è come possa tentare di sostenere che il rispetto verso la loro identità sia da intendersi come un abuso di fantomatiche «fragilità». Ha la necessità di far passare gli adolescenti come vittime, altrimenti difficilmente potrebbe promuovere un odio che ne ha spinti al suicidio a migliaia.
Nega esista l'omofobia e racconta che basterebbe promuovere odio contro chiunque non si conforma ai suoi stereotipi perché ogni bigotto possa ottenere un figlio dell'orientamento sessuale desiderato (o, magari, che sacrificherà la sua vita fingendosi eterosessuali solo perché spaventato dall'inumana ferocia dell'odio omofonico promosso contro di lui da personaggi come la signora Frigerio).
Da notare è con quanta attenzione la Frigerio cerchi di togliere dignità alle persone transessuali, dicendo che vorrebbero «sembrare marchi» anche se in realtà sono già marchi ancor prima di qualunque operazione.

Sostenendo che i transessuali sarebbero «confusi» anche se svariate ricerche scientifiche dimostrano come abbiano idee molto chiare sulla propria identità di genere, la donna incalza:

Ma l’elemento che più di tutti fa accapponare la pelle è che la confusione non sia solo degli adolescenti, come in passato, ma anche dei bimbi piccoli: fra coloro che l’anno passato sono stati sottoposti ad interventi clinici c’erano 45 bambini di 6 anni o meno, con il più piccolo di 4 anni. A dire che l’ideologia gender/femminista ha raggiunto non solo i teen-ager e le case ma soprattutto le scuole.

Se il citare bambini piccoli è prassi comune di chi cerca di fruttarli per opporsi al loro interesse, la signora Frigerio pare aver semplicemente citato quanto sostenuto dalla stampa integralista cristiana inglese, uniti a loro nell'usare dati decontestualizzati che non forniscono spiegazioni sui singoli casi.
Possiamo credergli e pensare che un bambino voglia cambiare sesso o possiamo domandarci se quei casi riguardino casi particolari che meriterebbero di essere affrontati a parte. Il tutto nell'evidenza di una Frigerio che ha creato barricate per impedire che si penasse al bene di Alfie Evans mentre i suoi genitori volevano condannarlo ad atroci sofferenze ma poi si lamenta di genitori che badano al futuro dei figli facendo ciò che le necessità richiedono. Evidentemente chi è assistito da un prete cattolico che si scatta selfie per la stampa ha più diritti.
Se i giornali inglesi parlano di somministrazione di farmaci e la signora Frigerio preferisce parlare di operazioni chirurgiche, la loro età smentisce le teorie integraliste sull'influenza di un fantomatico "gender" nella scuola o della mancata censura dei post su Facebook dato che quell'età i bambini non usano social network e manco vanno a scuola.

Iniziando a mischiare transessualità, omosessualità e femminismo, la fondamentalista inizia a raccontare che i medici la riterrebbero la transessualità un problema mentale o che le ragazze siano «confuse»:

Anche diversi medici hanno espresso preoccupazioni, oltre che per la salute mentale dei pazienti, per quella fisica: osteoporosi dovuta ai trattamenti, disfunzioni sessuali, sterilità sono fra le conseguenze delle terapie ormonali. Insieme c’è un’esaltazione dilagante, tramite social e YouTube, dei piccoli cosiddetti "travestiti" che è tale da indurre i più deboli a trovare conferme alla propria ricerca di identità/ appartenenza/ accettazione sociale così. Ma pensiamo anche ai normali travagli dell’adolescenza, in cui magari si preferiva giocare con i bambini e vestirsi da “maschiacci” rifiutando l’universo femminile a cui si apparteneva in segno di ribellione. A una ragazzina tale, un tempo, non sarebbe mai venuto in mente che forse era “lesbica” e la crescita avrebbe poi fatto il suo corso.

Se l'OMS ha chiarito che la transessualità non è legato a fantomatici problemi di salute mentale così come pare voler sostenere la fondamentalista, surreale è il suo sostenere che si possa essere omosessuali per «trasgressione» o che chi rifiuta gli stereotipi di genere sarebbe «ribelle». Insomma, ci fa capire che lei crede in una ideologia alla Costanza Miriano in cui il suolo sociale deve essere stabilito sulla base dei genitali. E se la donna è maschiaccio è lesbica, forse ignara che una lesbica non è un maschio mancato e che non esistono stereotipi definiti che possano essere associati a orientamento sessuale ed identità di genere.

Spacciata per verità rivelata un opinabile editoriale apparso sui giornali inglesi, la donna prosegue sostenendo che la transessualità deve essere considerata una patologia e che pure le persona transessuali sarebbero «confuse»:

Non a caso lo studio della dottoressa Johanna Olson, del Children's Hospital di Los Angeles, arriva ad escludere la possibilità che la cosiddetta “disforia di genere” possa derivare da disturbi psicologici congeniti, insistendo sul fatto che l'unico "problema di salute mentale” è causato dal mondo esterno e da come questo «risponde ai giovani confusi». Alle stesse conclusioni è arrivata la ricerca boicottata (di cui abbiamo già parlato) di Lisa Littman della Brown University di Rhode Island.

Non manca il complottismo di chi sostiene che i suoi studi sarebbero stati boicottati, quasi sostenesse che bisognerebbe dare credito a qualunque buffonata se conforme a sostenere che lei abbia ragione e che il resto del mondo sia in errore.
Ed ancora, sostenendo di detenere la verità rivelata e sostenendo che l'omofotransoofobia sia a favore dei bambini, aggiunge:

Ma evidentemente solo pochi sono disposti a rispondere fino in fondo e quindi a difendere i piccoli più confusi, perché mettere in discussione l’"ideologia gender" oggi significa subire un martirio bianco che pochi intendono accettare. Sarà quindi difficile che il ministro inglese che ha avviato le indagini si esponga fino a questo punto. Non a caso Vine conclude che «siamo tutti così spaventati dall’essere definiti bigotti che nessuno osa dare loro l’altolà». Così l’azione irreversibile sui corpi innocenti continuerà secondo un processo talmente sovversivo e innaturale da moltiplicare, anziché attenuare, i problemi psichici della nuova generazione. E non solo di quella confusa.

Sostenuto che la transessualità sia un problema psichico, si passa al citare le solite storielle inventate dal fondamentalismo cattolico per finalità propagandistiche, spesso basate su interpretazioni molto curiose e fantasiose della realtà:

Basti pensare alla bambina canadese tornata a casa da scuola in lacrime dicendo alla mamma che «no, non voglio essere un maschio!», dopo che la maestra vedendola con in mano un gioco maschile le aveva detto che lei era un bimbo nel corpo di una femmina. La madre è andata a scuola per difendere la piccola dall’ideologia dell'insegnante ma invece che ricevere parole di comprensione si è sentita dare dell’omofoba bigotta. Che in tempi in cui i genitori rischiano di essere allontanati dai figli per la loro educazione è un ancora un lusso.

Curioso. La Frigerio dice la signora omofoba deve poter indottrinare i figli anche se per tutto l'articolo ha sbraitato contro i genitori delle persone transessuali che supporto ai figli. Evidentemente la storiella della presunta «libertà educativa» si presta solo quando chiede che alla sua minoranza sia permesso di impedire alla maggioranza di poter chiedere un'educazione sana per i propri figli, non certo per permettere ad altri di compiere azioni che non siano conferme al loro volere. Ed è forse questo il motivo per cui la signora parla di bambini di 4 anni quasi sostenesse che siano loro ad aver deciso qualcosa, forse temendo che il citare i loro genitori avrebbe sbugiardato uno dei suoi slogan preferiti che recita ad ogni tentativo di legittimazione del pregiudizio.
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