Caso Cappato, la Consulta rinvia la sentenza al 2019 e invita il Governo a legiferare


Non è giunta l'attesa sentenza con cui la Corte Costituzionale avrebbe dovuto decidere, su richiesta dei giudici di Milano, se l’articolo 580 del codice penale che punisce l’istigazione al suicidio sia conforme alla Costituzione. A portare il caso alla loro attenzione è stato il processo che vede Marco Cappato, sotto accusa per aver accompagnato Fabiano Antoniani in una clinica svizzera dove aveva deciso di ricorrere al suicidio assistito.
La Corte costituzionale ha deciso di rinviare il processo al 2019, pur rilevando l’assenza di una «adeguata tutela» nell'assetto normativo. Rimandando ogni decisione al Parlamento, hanno stabilito che Salvini e Di Maio avranno un anno per colmare la lacuna.
L'idea che i l riconoscimento dei diritti costituzionali siano stati demandati alla sensibilità di un governo in cui siedono personaggi legati al fondamentalismo cattolico come il leghista Pillon non pare incoraggiante, anche se l'Associazione Luca Coscioni sottolinea come i giudici abbiano comunque riconosciuto le loro rivendicazioni.
Cappato ha ricordato di aver aiutato «650 persone a reperire informazioni per interrompere le proprie sofferenze. Questa era la ragione della nostra disobbedienza civile, oggi è anche la richiesta della Corte Costituzionale che chiede al Parlamento di assumersi le proprie responsabilità».
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