Filippo Savarese: «I bambini trans sono un virus»


Filippo Savarese è un fondamentalista che pare non provare vergogna nello spergiurare tutto e il contrario di tutto a seconda della sua convenienza.
Ad esempio è sui social network che l'integralista a capo della CitizienGo di Arsuaga sbraita che la rimozione dei vergognosi manifesti stampati da Provita Onlus debba essere ritenuta una forma di «censura» in virtù di come lui sostenga che l'offesa e la denigrazione dei figli altrui sia «libertà di espressione». Dichiara pure di aver fatto ricordo al Tar contro la rimozione dei manifesti in cui derideva il fenomeno del femminicidio attraverso il suo sostenere che la «vera violenza» sulle donne sarebbe il concedere loro la libertà di scelta quando Savarese preferirebbe imporre loro il suo volere. Eppure è sempre lui che chiese la censura dei manifesti del Gay Village in virtù di come dicesse di sentirsi infastidito dalla fotografia di un bacio di tra due uomini (ma i bambini bambini abusati dalla propaganda integralista gli vanno bene) ed è sempre lui a vantarsi di come Il Tempo abbia dati visibilità alla sua petizione rivolta a chiedere la censura di un programma televisivo che racconta la vera storia di una ragazza transessuale.
D'altra parte il suo core business è l'odio e Saverse non può certo tollerare che la conoscenza possa interferire con le sue crociate di disinformazione, ad iniziare da quell'autobus arancione con cui attraversò l'Italia per promuovere la transofobia e per minacciare la dignità delle persone trans attraverso slogan populisti e semplicisti.

Per quanto Filippo Savarese ci abbia abituato ad una aberrante violenza verbale, forse non si si sarebbe potuti aspettare potesse arrivare persino a scrivere che bambini trans debbano essere ritenuti «un virus» contagioso. Eppure lo ha fatto:



Se Savarese ama ripetere la sua propaganda, vergognoso è come vomiti percentuali senza fornire dati sul campione di riferimento e ometta di spiegare che il numeri da lui citati non riguarda un aumento delle persone transessuali ma il numero di minorenni che richiesto cure ormonali (motivo per cui pare quasi ovvio che il numero sia superiore a quando lo stigma sociale era maggiore o a quando certe terapie non esistevano).
Anche qui traspare tutta l'ipocrisia di Savarese, ossia il tizio che pretende che i genitori possano disporre a proprio piacimento dei propri figli quando si tratta di negargli informazioni sul sesso protetto o sull'indottrinarli all'omofobia per poi sbraitare che i genitori delle persone transessuali non devono poter offrire il loro supporto ai figli se la loro identità di genere non è conforma al volere di Savarese.

Falso e violento è anche il suo sostenere che la transessualità sia «un disturbo dell'identità sessuale» nonostante l'Oms dica l'opposto, mostrandoci con quanta ferocia voglia diffondere disinformazione mentre cerca di censurare chiunque possa far luce sulla realtà oggettiva dei fatti. E dato che non voleva farsi mancare nulla, è facendo puro terrorismo che si lancia nel sostenere che la transessualità sarebbe contagiosa... sia mai che i fondamentalisti non si sentano legittimati a minacciare e danneggiare le vite degli adolescenti a lui sgraditi nella speranza che così potranno scegliere la natura dei propri figli.
Se basterebbe anche solo mezzo neurone per comprendere che l'identità è parte di una persona e che l'unica differenza col passato è che oggi si ha meno paura nel dichiararsi, Savarese ci informa che il suo odio contro le persone transessuale è tale da portarlo ad apprezzare la proposta di Trump finalizzata a negare la loro esistenza per legge. Ricorrendo ad un'ironia offensiva e volgare, scrive:



Chiude il cerchio la sua abitudine a cercare di appropriarsi del termine "famiglia" come oggetto ideologico da usare contro le famiglie altrui, sostenendo che lui debba stabilire come debba essere formata, chi possa comporla e come debba vivere. Il tutto sostenendo che l'odio contro i gay deve essere ritenuto «libertà di espressione» e che ogni programma che racconta la loro storia deve essere censurato dato che lui non tollera che le sue vittime possano avere possibilità di parlare:



Nel post viene taggato anche Matteo Salvini, ormai ritenuto l'uomo di riferimento dell'integralismo cattolico dopo il suo endormesnt alla convention mondiale dell'omofobi organizzata e dopo il ripescaggio tra i non eletti di quel Simone Pillon che risulta l'infiltrato di Gandolfini nelle istituzioni.
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