Il Secolo d'Italia: «Dall’omosessualità si può guarire. I gay sono un rischio sanitario»


«Dall’omosessualità si può guarire». È quanto afferma l'organo di stampa ufficiale di Fratelli d'Italia in un articolo che pare voler legittimare i deliri di Silvana De Mari.
Nonostante gran parte delle affermazioni più gravi risultino virgolettati che citano affermazioni attribuibili alla pluri-imputata, la dialettica del Secolo d'Italia pare legittimarle. La giornalista dice che la donna debba essere ritenuta una «professoressa» e una «specialista», così come le sue parole sarebbero «spiegazioni» delle sue accuse contro quei gay che dice necessiterebbero di una «diagnosi». Dizionario alla mano, la diagnosi è la determinazione della natura o della sede di una malattia in base alla valutazione dei sintomi, motivo per cui il sostenere che i gay necessiterebbero di una diagnosi equivale a sostenere debbano essere ritenuti malati o anormali.
Di contro, la giornalista racconta che quelle del Torino Pride sarebbero solo «accuse» di gente cattiva che vorrebbe «mettere all'indice» la loro paladina. In nessun passaggio le affermazioni diffamatorie attribuite alla signora Silvana De Mari vengono mai accostate alle realtà scientifiche o alle affermazioni certificate che ne smentirebbero la falsità e la pericolosità.

Nell'articolo, tale Giulia Melodia scrive:

Il Torino Gay Pride ha presentato un esposto contro di lei, accusandole di aver offeso con le sue teorie scientifiche e le sue dichiarazioni sul mondo omosessuale l’intero e variegato universo arcobaleno: e così oggi la dottoressa De Mari – ex medico ospedaliero, oggi psicoterapeuta – è finita alla sbarra a Torino: e ora deve difendersi…

L'articolo spaccia dunque per «teorie scientifiche» il fatto che la signora De Mari «ha sostenuto che dall’omosessualità si può guarire». Il tutto senza virgolettati o citazioni di sorta nei passaggi in cui il quotidiano fondato da Benito Mussolini si lancia nel sostenere che quelle stupidaggini possano essere ritenute «teorie scientifiche» contro l'evidenza sancita dall'Oms. Anzi, dicono pure che il processare una fondamentalista che abusa dei suoi titolo accademici per promuovere odio  debba essere ritenuta una sorta di censura:

Proprio così: la dottoressa e psicoterapeuta – che è anche autrice di libri fantasy – Silvana De Mari è a processo: all’indice la sua teoria di una omosessualità intesa come malattia che l’avrebbe anche portata a dire che, «se gli uomini continueranno ad avere rapporti con altri uomini assisteremo a una catastrofe mondiale». Includendo nel suo allarme sociale anche la paura per un rischio sanitario in corso che – sostiene la specialista e riporta in queste ore un servizio de il Giornale.it – alimenta una sua «gravissima preoccupazione riguardo soprattutto la situazione sanitaria – ha detto l’imputata rispondendo alle domande del pm – i casi di Aids, gonorrea, sifilide sono in aumento. Se gli uomini continueranno ad avere rapporti sessuali con altri uomini assisteremo a una catastrofe mondiale». E a sostegno delle sue convizioni e della matrice prettamente fiosicologica che le speiga e le giustifiche, proprio oggi al pm la De Mari ha sottolineato che, invece, il sesso praticato da donne omosessuali non procurerebbe alcun danno a differenza del sesso anale tra uomini «che moltiplica per nove il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili».

Ecco dunque che l'organo di stampa ufficiale del partito di Giorgia Meloni scrive nero su bianco che dei deliranti allarmismi volti a sostenere che i gay debbano essere ritenuti una minaccia sanitaria vengono spacciati come l'opinione di «una specialista». Peccato che il dire che i gay debbano essere ritenuti una minaccia sanitaria equivale a mettere una pistola carica nella mano degli omofobi. Il tutto in nome di una persona che è indagata in due distinti processi per aver cercato di promuovere odio contro un intero gruppo sociale.

La signora Melodia prosegue:

Ma, aggiunge sempre in aula nella spiegazione della sua teoria medico-sociale l’imputata, «per la mia esperienza personale l’omosessualità è una situazione da cui si può comunque uscire, è possibile guarire». Una teoria forte, espressa a chiare lettere che hanno fatto risentire la comunità omosessuale che l’ha portata oggi in aula a rispondere di quelle teorie giudicate offensive; un’accusa a fronte della quale la 65enne dottoressa De Mari, accusata di diffamazione, in aula ha replicato: «Ma non si può ingiuriare dicendo la verità».
Nei mesi scorsi il gup Paola Boemio aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Enrico Arnaldi Di Balme, disponendo il rinvio a giudizio: così oggi, al processo al suo avvio, si sono presentati costituiti parti civile il Comune di Torino, il Coordinamento Torino Pride e la Rete Lenford. Una platea risentita a cui, come riferito da il Giornale sopra citato, «la dottoressa ha spiegato che “il tubo digerente serve per digerire, mentre il sesso anale provoca danni e questo in biologia significa disordine”. Poi ha rincarato la dose: “La sessualità è tra uomo e donna ed è finalizzata alla procreazione. Quando non è così si tratta di un disturbo».

Ovviamente l'articolo non pone alcuna opinione possa contrastare quella dell'imputata, quasi come se nei processi debba bastare ascoltare ciò che ha da dire una singola parte senza fregarsene di verificarla o di dare pari spazio all'altra campana.
Ricordate come Giorgia Meloni piagnucolava istericamente quando ci fu ironia per il suo essere andata al "family day" ad annunciare di essere stata ingravidata da un uomo che non era suo marito? Disse di sentirsi offesa nel suo intimo e nel suo privato, ora il suo giornale offende l'intelligenza umana e insulta interi gruppi sociali mettendosi a sbraitare in faccia a degli adolescenti che li reputano dei malati. Il tutto non senza premurandosi di fornire falsi pretesti che possano facilitare un ulteriore aumento di aggressioni e di violenze.
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