Invalido cacciato di casa perché gay, costretto a vivere in un sottoscala. Finisce in ospedale a causa dei morsi dei topi


L'ennesimo caso di omofobia giunge da Monte di Procida, in provincia di Napoli. Un quarantenne è stato cacciato dalla sua famiglia perché gay e, una volta trovatosi costretto a vivere in un sottoscala, ha dovuto essere ricoverato in ospedale a causa dei morsi dei topi. Era invalido al 100% dopo un incidente accaduto sulla nave da carico su cui lavorava.
La storia di degrado è stata lanciata da Arcigay Antinoo di Napoli. Sergio è stato stato cacciato da casa lo scorso 2 ottobre. Ad impedirgli di poter entrare tra le mure domestiche e gettare i suoi vestiti dalla finestra è stato il fratello, già autore di svariate vessazioni legate al suo orientamento sessuale. Date le sue condizioni di totale indigenza, da quel giorno Sergio si è ritrovato costretto a vivere in un sottoscala, usando un secchio come bagno e lavandosi in una fontana nelle vicinanze. Si lavava solo nottetempo dato che si vergognava e temeva di essere visto dai vicini in quelle condizioni.
Ora è ricoverato all'ospedale di Boscotrecase a causa di un'emorragia causata dai ripetuti morsi dei topi con cui condivideva il sottoscala.
«Ho incontrato il sindaco e i servizi sociali di Monte di Procida –ha dichiarato Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli– che mi hanno assicurato un rapido intervento. Queste situazioni di degrado, che appartengono più al Medioevo che al 2018, sono inaccettabili. Ci auguriamo che l’amministrazione intervenga fattivamente e che la comunità di Monte di Procida si indigni ridando dignità alla vita di Sergio. La tempestività e l’efficienza, con cui le istituzioni e la società tutta daranno risposte concrete alla tragedia di Sergio, saranno cartina di tornasole della civiltà e dell’umanità di una comunità che non può restare indifferente davanti a questa sconvolgente storia di violenza e omofobia».

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