L'ultima stupidaggine di Provita: «Non si nasce gay. L'omosessualità è un comportamento sessuale che mira a scardinare la sessualità binaria»


Nonostante l'articolo sia stato pubblicato e poi rimosso dal sito di Provita Onlus, grazie alla cache di Google è ancora possibile recuperare il testo di un pezzo intitolato "Gay si nasce? Ma mi faccia il piacere". 
Firmato a nome della Rosa Bianca (un gruppo di resistenza al nazismo, anche se in questo caso pare venga utilizzato per la sua promozione), l'articolo è l'ennesimo tentativo con cui l'organizzazione di Toni Brandi torna ancora una volta a cercare si sostenere che l'orientamento sessuale sarebbe acquisito. Anzi, tenta persino di sostenere che imprecisate lesbiche sosterrebbero che l'omosessualità sia una scelta e che non faccia parte della natura.

Sembra follia, ma non è ancora nulla rispetto alla quantità di disinformazione che il gruppo di promozione all'odio è riuscito a confezionare. Si parte con il sostenere che:

Ci risiamo, periodicamente qualcuno scopre l’esistenza di un qualche “gene gay” che dovrebbe giustificare un particolare comportamento sessuale.

Se non gli pare chiaro che l'omosessualità sia un orientamento e non un «comportamento», si inizia a parlare di cromosomi quasi ignorassero che l'omosessualità è una cosa diversa dalla transessualità e che il genere non è il sesso. Eppure è facendo un minestrone che l'articolo pare negare l'evidenza di come un gay abbia cromosomi maschili ed una lesbica abbia cromosomi femminili, asserendo che:

Il primo ad annunciare al mondo di aver scoperto un aggancio genetico all’omosessualità maschile era stato Dean Hamer (Science July. 1993, pag 321), salvo poi essere smentito da altri studi che non sono riusciti a replicare i risultati perché la scienza questo prevede che un risultato sia vero a Roma come a Sydney o a New York. Le cose vere non cambiano con la latitudine o il tempo che passa, se sono vere tali rimangono. Per il momento il sesso è ancora determinato biologicamente da una coppia di geni XX per la femmina e XY per il maschio.

Parlando di «buonsenso» in quell'ossessivo ricorso agli slogan di Matteo Salvini che paiono presenti in ogni loro singolo articolo da quando le loro pagine sono state infarcite con pubblicità del quotidiano di Belpietro (che forse non a caso definiscono opinabilmente come «la voce del buonsenso»), aggiungono:

La voce del buon senso Ma è proprio questo binario a restare indigesto perché ogni studio che cerca di abbinare un determinato comportamento sessuale alla genetica di fatto mira a scardinare la sessualità binaria e ci vuole far credere che in natura la determinazione della sessualità è una cosa molto più complessa e determinata dai geni e dunque impossibile da contrastare.

Anche qui si fa confusione. Non solo perché l'orientamento non è un «comportamento» e il loro binarismo nega l'esistenza dei casi di ermafroditismo, ma anche perché si cerca di fare confusione tra genere e sesso. Per comprendere la sessualità sia più complessa basterebbe usare anche solo un po' di buonsenso, dato che il loro ridurre il senso della vita ad una penetrazione vaginale pare assai riduttivo rispetto alla complessità della psiche umana.

Deridendo chi compie studi scientifici al posto di affidarsi al pregiudizio come amano fare loro, iniziano a raccontare che:

Ora è il momento di Vincent Harley, principale autore di uno studio apparso sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism del 21 settembre 2018, che ci informa degli esiti di uno studio effettuato presso dell’Hudson Institute of Medical Research dell’Università di Melbourne riproponendo la storia della causa genetica del transessualismo.
Gli studiosi raccontano di aver riscontrato piccole ma significative differenze nelle donne transessuali rispetto al gruppo di controllo in 12 geni collegati ai segnali emessi dagli ormoni sessuali, piccole differenze ma abbastanza per far ipotizzare l’esistenza di un cervello transessuale geneticamente determinato.
Ci risiamo periodicamente il mondo si deve confrontare con il problema della razza, questa volta non è quella superiore che deve governare il mondo ma quella speciale determinata dai geni che “evolvono”.

Viene automatico domandarsi quale persona dotata di raziocinio potrebbe tirare in ballo discorsi sulla «razza» davanti a studi che cercano di trovare una spiegazione all'evidenza. Un tempo si sosteneva che gli epilettici fossero posseduti dal demonio, fosse stato per gente come Brandi, probabilmente si sarebbe deriso chi ha cercato una spiegazione scientifica a dicerie che soddisfavano maggiormente la loro sete di demonizzazione della diversità.

Sostenendo che i soldi possano essere destinati a finanziare "onlus" che promuovono odio omotransofobico ma non per cercare risposte a temi rilevanti, l'articolo se ne esce con uan conclusione al limite del surreale:

Questi sono i tempi: mi domando solo quante energie sprecate, quanti soldi sprecati e quante vite sprecate nel tentativo di dimostrare l’indimostrabile…
L’obiettivo finale? Quello di dimostrare che le persone transessuali sono nate così, come i gay? Allora si mettano d’accordo con loro stessi dato che le femministe e le lesbiche ci dicono che “la biologia non è destino” (lesbiche si diventa!). O l’una o l’altra non può essere una cosa o l’altra a seconda del momento.

E sinceramente qui cadono le braccia. Davvero. Non si capisce con quale faccia di bronzo questa gente si metta a giurare che le lesbiche sosterrebbero che l'omosessualità sia una scelta. E la città di Verona vuole pure dare finanziamenti pubblici ad organizzazioni capaci di scrivere simili stronzate.
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