Niente campagna contro le discriminazioni dei militari in divisa: il ministero vietate la campagna web


L'esigenza di manifestare per il diritto di esistere è sottolineato da una politica che pare non voler mai perdere occasione per promuovere una cultura dell'odio. Fa infatti riflettere come il Ministro della Difesa abbia deciso di censurare la campagna dell'associazione Polis Aperta che mirava a promuovere la visibilità delel persone lgbt in divisa.
Il ministro ha vietato l'uso di simboli riconducibili alla polizia, evidentemente ritenendo che la divisa possa essere usata solo ad quel Matteo Salvini che ostenta molteplici figli avuti da molteplici donne diverse. E sappiamo che Salvini non si è mai fatto scrupoli dallo sfruttare l'omofobia come mezzo per raccattare voti da paret dell'elettorato più intollerante.

A denunciare l'accaduto è Gabriele Guglielmo, presidente dell'associazione: «Lo scorso 3 ottobre abbiamo chiesto formale autorizzazione all'utilizzo dei simboli della polizia di Stato in una campagna di comunicazione web per l'esplicita libertà di orientamento sessuale - dice - il nostro è stato un gesto di prudenza, visto che teoricamente non saremmo nemmeno stati obbligati a farlo, visto che non utilizziamo canali istituzionali ma solo quello dell'associazione. Ma il 10 ottobre è arrivata per email la bruttissima sorpresa. Un non meglio precisato funzionario del ministero, autorizzava una sola delle tre fotografie proposte per la campagna. Le due scartate sono peraltro assolutamente discrete, semplicemente rappresentavano coppie di poliziotti e poliziotte omosessuali". Niente a che vedere con le immagini più intime ed esplicite utilizzate invece dalle polizie di molti Paesi europei per la stessa campagna, in cui compaiono anche agenti che si baciano fra loro o che partecipano al gay pride in divisa»Censurati dal ministero, vietate le foto per la campagna web.
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