Provita offende gli studenti che hanno opinioni contrarie alla loro ideologia del disprezzo


Luca Volonté è l'ex deputato dell'Udc tristemente noto per le sue posizioni integraliste. Fu promotore di una legge che proponeva di valorizzare e promuovere gli oratori come «luoghi di crescita sociale e morale dei giovani»e propose una interrogazione parlamentare riguardo al gioco "Operazione: Pretofilia" realizzato dal collettivo Molleindustria perché sosteneva che dovesse essere ritenuto una «offesa al sentimento religioso». A giudicare dalla storia, forse sarebbe stato utile sollevare per tempo il tema della pedofilia nella Chiesa. Nel 2018 attaccò violentemente i genitori di un bambini nato senza entrambi i reni, sostenendo che la coppia volesse «sacrificare il figlio perché nato imperfetto» dato che chiedevano gli fosse risparmiare un inutile accanimento terapeutico.
Da sempre uomo ombra dell'omofobia organizzata, è dalle pagine di Provita Onlus che risulta autore di un articolo intitolato "Adolescenti confusi e ProVita" in cui sostiene che chi ha opinioni in contrasto con elesse debba essere ritenuto un imbecille e un disinformato. Scrive:

La foto in evidenza ritrae un gruppo di studenti che affigge uno striscione a commento della campagna lanciata nei giorni scorsi da ProVita e Generazione Famiglia. Da più di un anno, ogni campagna di manifesti promossa dalle Associazioni pro life e pro family italiane è soggetta ad una “intollerabile intolleranza” e minacciata di censura, in particolare da sindaci Cinque Stelle.
Così è accaduto lo scorso 11 novembre 2017, con la campagna “Un bambino ucciso ogni 5 minuti”; così il 5 aprile scorso con il manifesto di ProVita in memoria del bambino di 11 settimane; così il 14 maggio con la campagna CitizenGo su femminicidio e legge 194 e poi il 15 giugno per quella del Movimento per la Vita sulla 194. Infine in questi giorni, un coro stridulo di voci contrariate dalla iniziativa contro l’utero in affitto (vietato per legge in Italia e bandito dal Parlamento europeo e dal Consiglio di Europa). 

Usata l'omofobia a fini partitici, nega possa esistere un problema nella violenza della comunicazione delle organizzazioni integraliste basate sulla demonizzazione e sulla criminalizzazione delle scelte individuali. Nessuno ce l'ha con i temi, solo con i modi. In fondo nessuno ha avuto nulla da dire quando la Durex citava i numero di aborti per spiegare l'importanza dell'uso dei preservativi anche a chi è incline a quel salto della quaglia che tanto piace a Provita e a Generazione Famiglia.
Abusare di un feto per aggredire la libertà di scelta delle donne con affermazioni ascientifiche, ridicolizzare il femminicidio a fini commerciai o promuovere odio omofobico non può e non potrà mai essere ritenuto "libertà di opinione" dato che manca il concetto stesso di opinione.

Passando all'insulto di alcuni studenti, Voloné aggiunge:

La foto però ci interroga. Sotto il manifesto “due uomini non fanno un madre”, otto ragazze adolescenti affiggono una scritta ignorante ma molto significativa: «Ma danno tutto l’amore necessario». Sono stato assalito da alcuni dubbi. Le studentesse non conoscono la schiavitù delle donne che affittano il proprio utero, certo sono confuse sulla dignità della donna e la fortissima azione delle femministe di tutto il mondo contro la maternità surrogata. Forse però potrebbero essere tutte figlie nate dall’utero in affitto, con genitori dello stesso sesso, e quindi affermano ciò che stanno vivendo nella loro vita. Oppure, Dio non voglia, potrebbero essere state indotte da qualche cattivo/a maestro/a a scriverlo.
Talmente è incredibile la loro affermazione che basterebbe riprendere le cronache relative alle sofferenze dei figli di Elton John, le cause della separazione di Miguel Bosè, le tante interviste o denuncie di donne costrette e schiavizzate dalla pratica dell’utero in affitto, bimbi, giovani e adulti che sono in cerca dei o del loro genitore naturale da anni… Né si può pensare che tali signorine non abbiano mai saputo della miriade di studi scientifici che dimostrano quanto sia “insufficiente” l’amore di due padri o due madri e invece necessario quello di un padre e una madre per ogni bambino.

Insomma, quei liceali sarebbero idioti perché non disprezzano i figli altrui e perché hanno capito che non è l'eterosessualità a fare famiglia o forse non ci troveremmo davanti a milioni di bambini che vivono in uno stato di abbandono o che subiscono maltrattamenti da parte di famiglie tradizionali.
L'insulto come mazzo di risposta alle idee è la tecnica di chi non ha carte da mettere sul tavolo.

Gli insulti proseguono, tentando di alterare un virgolettato per ricorrere alla violenza come metodo per mettere parole mai pronunciare nella bocca delle sue vittime:

Non rimane che una certezza, la scritta contiene degli errori, in realtà avrebbero voluto aggiungere alla scritta originaria (Due uomini non fanno una madre): «È un danno. Tutto l’amore è necessario». L’estrema sintesi della lingua social le ha obbligate a sintetizzare, togliere verbi e punti. Un grande equivoco che non merita nessuna censura.

Che squallore.
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