Delitto di Monopoli. L'assassino cerca uno sconto di pena attraverso il movente omofobo


Nella punta del 19 novembre de "La vita in diretta", Tiberio Timperi ha parlato del delitto di Monopoli ed ha spiegato che Giuseppe sarebbe stato ucciso dal suo "amico" Scotto con dieci colpi di pistola mentre si trovava seduto sul divano di casa sua.
Simone Innocenti del Corriere Fiorentino ha incalzato dicendo: «Scotto, durante l'interrogatorio col GIP, riferisce di un approccio di natura diversa che Marchesano avrebbe avuto nei suoi confronti. Questa cosa l'avrebbe portato a perdere la testa e a sparare».
Davanti alle richieste di spiegazioni di Timperi su quale sarebbe stato quel presunto «approccio diverso» capace di scatenare una simile furia omicida, il giornalista dice che la vittima avrebbe avuto «un approccio diverso da quello della semplice amicizia. Come dire... lui dice che aveva avuto un atteggiamento che travalicava i normali gesti di amicizia».
A quel punto Timperi ha commentato: «Mi sembra di leggere qualcosa tra le righe, se non ho capito male». «No, hai capito bene», gli risponde Innocenti.

Detto più chiaramente, Innocenti sostiene che l'omicida avrebbe raccontato ai giudici di aver sparato a Giuseppe perché lui ci avrebbe provato. Di certo la pruriginosità del racconto, quasi si avesse paura di poter liberamente parlare di un rapporto omosessuale, non ha aiutato la chiarezza comunicativa ed ha reso torbida la possibilità che qualcuno sia stato reso oggetto di attenzioni.
E non va meglio pochi minuti dopo, quando Innocenti riprende la parola ed aggiunge: «Lui riferisce una situazione che è quella che abbiamo appena raccontato. Bisogna capire se la situazione che lui riferisce è quella accaduta. Lui si assume la responsabilità dell'omicidio, ma se c'è stato un approccio diverso o meno, questo nessuno lo potrà mai raccontare. Anche perché risulta che la vittima avrebbe da poco finito una storia con una ragazza».
Se l'impressione è che si stia sostenendo che un'eventuale avance da parte di una persona dello stesso sesso potrebbe essere ritenuta una "giustificazione" ad un omicidio, fortunatamente Innocenti si salva in extremis dicendo che «l'omicidio d'impeto toglierebbe l'aggravante della premeditazione».
In altre parole, se i giudici credessero al fatto che l'uomo abbia sparato sull'impeto di una proposta ricevuta, non gli potrebbero imputare l'aggravante della premiazione. E dato che non esiste alcuna legge contro l'omofobia, dichiarare il suo odio contro i gay gli garantirebbe uno sconto sulla condanna.

I problemi che si pongono sono due. Il primo è che il video ci è stato segnalato da utenti che lamentavano come fosse stato fatto passare il messaggio che eventuali attenzioni avrebbero giustificato l'omicidio. Se è stata nostra premura sottolineare la frase che ha cambiato completamente il senso dell'intervento, pare che il messaggio recepito dai telespettatori non fosse così chiaro.
Il secondo problema è la morbosità con cui si parla dell'ipotesi che un uomo possa averci provato con un'altro uomo. Forse il timore di usare parole chiare è solo precauzione verso un un procedimento in atto, ma se quel procedimento viene spettacolarizzato sul pomeriggio di Rai Uno, forse anche il linguaggio dovrebbe essere reso conforme ad una comunicazione di massa.
Di certo fa paura l'idea che un assassino possa usare l'omofobia come pretesto per tentare di giustificare un delitto così efferato ed ottenere uno sconto di pena.

Commenti