Fu denunciato dalle Sentinelle in piedi per un «bacio concupiscente» col marito. Assolto


La vicenda si trascina sin dal lontano 2014, quando e Sentinelle in piedi iniziarono a scendere nelle piazze per ostentare il loro odio contro i gay e per chiedere che ai loro coiti vaginali fosse riconosciuto un valore giuridico in virtù di come loro sostenessero che la loro presunta eterosessualità dovesse essere premiata con privilegi sociali ed economici.
In una piazza di Perugia, alcuni attivisti decisero di contestare la manifestazione integralista scambiandoci dei semplici baci. Su segnalazione dei fondamentalisti aderenti alle Sentinelle in piedi, la Digos accusò Stefano Bucaioni (ora presidente di Omphalos) di «disturbo alla quiete pubblica» per aver osato baciato suo marito Antonio Fabrizio.
In un surreale verbale redatto dalla Digos, si leggeva: «Avvicinandosi ad altro individuo di sesso maschile si esibiva in un prolungato e concupiscente bacio sulla bocca con lo stesso nel bel mezzo di Corso Vannucci ed in presenza di numerose famiglie con bambini e ragazzi molti dei quali minorenni che in quel momento affollavano il centro cittadino lasciando i passanti disgustati da tale dimostrazione».

Con la polizia che si era apertamente schierata dalla parte dei fondamentalisti cattolici e con verbali discriminatori pronti a sostenere che un bacio tra due persone dello stesso potesse danneggiare i bambini (quelli a cui evidentemente si devono mostrare solo donne seminude che si agitano per il pacere del maschio secondo il ruolo di sottomissione della donna teorizzato da Adinolfi) si è finiti a processo.
Ora la giudice Alessandra Grimaccia di Perugia ha assolto Bucaioni per non aver commesso il fatto. In altre parole, ha chiarito che i baci non costituiscono reato e che non li si possa ritenere «disturbo alla quiete pubblica» anche se graditi a chi manifesta contro la dignità e le famiglie altrui.

Surreale, però, è come la giudice abbia condannato altre due attiviste perché, in quella stessa giornata, urlarono «fascisti» alle Sentinelle in piedi, ossia al gruppo di estrema destra vicina al neofascimo che in proprio questi giorni è tornato nelle piazze ostentando i manifesti stampati dai forzanovisti di Provita Onlus e dalle organizzazioni di estrema destra finanziate da Russia e Azerbaijan. Per questo Bucaioni scrive su Facebook:

Ieri la giudice del Tribunale di Perugia ha pronunciato la sentenza di piena assoluzione nel processo che mi vedeva imputato insieme ad altre attiviste e attivisti per aver contestato con “baci concupiscenti”, “ombrellini colorati” e “vestiti appariscenti” la manifestazione apertamente omofoba delle Sentinelle in Piedi. Ieri la giudice del Tribunale di Perugia ha pronunciato la sentenza di piena assoluzione, ma io mi sento comunque condannato. Mi sento condannato perché due delle compagne attiviste che erano in piazza con noi quel giorno sono state invece ritenute colpevoli. Colpevoli di aver urlato contro quella manifestazione l’unico aggettivo che davvero si meritavano: fascista! Perché fascista è chi chiede di limitare diritti e libertà di una minoranza. Fascista è chi, in nome di una maggioranza ritenuta migliore, chiede la libertà di continuare a perpetrare discriminazioni e violenze. La mia completa solidarietà a Michela e Roberta, perché insieme a loro siamo tutte condannate.

Insomma, etichettare gli intolleranti sarebbe reato a fronte della denuncia sporta da chi era in piazza a sostenere che l'omofobia debba essere ritenuta «libertà di espressione». Si viene assolti se ci si reca al cimitero per esibire saluti romani, ma si è condannati se si esprime la propria opinione sulla natura di certi gruppi d'odio.
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