Tra insulti, estremismi e populismi, Provita Onlus torna a cercare di ridefinire la famiglia


Il codice civile non dà una definizione della famiglia, anche se la Costituzione ne soecifica i caratteri di esclusività, stabilità e responsabilità. Il legislatore non propose definiziono data l’impossibilità di fissare un modello uniforme di famiglia anche nell’ambito di uno stesso ordinamento: ad esempio nella successione legittima è rilevante la parentela entro il sesto grado; in materia di impresa familiare, sono considerati membri della famiglia non solo i parenti entro il terzo grado, ma anche gli affini entro il secondo.
Eppure è sul sito di propaganda di Provita Onlus che la signora Francesca Romana Poleggi sostiene di avere una definizione che esige venga usata contro gli altri in ode al suo sostenere che il suo aver accolto peni eretti nella sua vagina debba essere ritenuto un fatto di rilevanza giuridica, sociale ed economica. Usando i toni assertivi di chi sostiene di essere la detentrice della verità, scrive:

“Famiglia” è solo e solamente l’unione di due persone atta a generare la prole. Le coppie omosessuali che vivono con bambini non sono una famiglia. Sono una “comunità”, una formazione sociale. Chi vuole può continuare a chiamarle “famiglie”, ma il dato di fatto reale non cambia: non c’è alcuna capacità generativa tra due persone dello stesso sesso.

Peccato che non esista alcun obbligo al concepimento. Ci sono famiglie che non hanno figli, altre non ne vogliono e ci sono matrimoni infecondi come quello del loro amichetto Massimo Gandolfini, Insomma, la sua definizione sarebbe accettabile solo se esistessero leggi per punire le famiglie che non hanno assolto a quello che lei sostiene debba essere ritenuto il loro unico scopo. Ma dato che non esiste nulla di simile, è evidente il suo bieco tentativo si imporre una ridefinizione della famiglia sulla base delle sue mire politiche.

Non va meglio con le altre teorie della Poleggi. Ricorrendo ai termini meno più feroci che le siano venuti in mente al fine di promuovere cieco odio fra i suoi proseliti, aggiunge:

Il signore in questione, come molti altri fautori dell’utero in affitto e delle adozioni gay, compresi molti giudici, purtroppo, non riescono a vedere la realtà: «per un bambino o bambina, avere due genitori riconosciuti e legalizzati» non vuol dire niente: ai bambini servono una mamma e un papà.
Chiamasi mamma colei che ha tenuto in grembo la creatura per 9 mesi e l’ha partorita.
Chiamasi papà colui che ha depositato nel grembo della mamma il suo seme, in un contesto – si spera – d’amore oblativo, o almeno di affetto sincero.

Anche se è chiaro che il suo obiettivo fosse quello di denigrare le famiglie gay, la Poleggi torna involontariamente a insultare nuovamente l'infecondo Gandolfini, dicendoci che sua moglie non deve poter essere ritenuta la madre dei bambini che lui si è procurato mediante un contratto di adozione dato che non li ha portati in pancia e non è stato il marito ad ingravidarla. Buffo è anche come dica che non è importante che il maschio ami la donna, a lei interessa solo che la ingravidi.

Potremmo anche osservare che la cronaca può facilmente smentire le teorie della signora Poleggi. È di questi giorni la notizia di una mamma biologica ed eterosessuale che è rimasta incinta durante un rapporto sessuale extraconiugale.Tenendo nascosta al marito e ai tre figli la sua gravidanza, ha partorito la figlia e l'ha tenuta nascosta nel bagagliaio della sua macchina per due anni. La piccola, che per colpa sua resterà disabile a vita, è stata scoperta da un meccanico a cui la donna si era rivolta per un controllo al motore.
Se Provita Onlus ama generalizzare singoli casi di cronaca per attaccare un intero gruppo sociale, noi non ci abbasseremo al suo infimo livello e ci limiteremo ad osservare che non è l'utero o il pene a fare dei bravi genitori. E lo dicono anche quelle drammatiche statistiche che indicano milioni di bambini che in Italia vivono in stato di abbandono anche se affidati a genitori biologici. Evidenze che sottolineano come la donna stia commercializzano odio cercando di far leva sull'abitudine contro le evidenze di quelle realtà che lei si guarda bene dal far conoscere si suoi proseliti.

La fondamentalista inizia a poi a dire che una famiglia sarebbe "sana" solo se papà scopa mamma, motivo per cui lei esige che i bambini non possano essere adottati dai gay ma solo da quel suo Gandolfini che dichiara pubblicamente di esigere che i bambini che ha adottato abbiano la natura che lui desidera o gliela farà pagare:

Per tutelare il minore, per la sua crescita sana ed equilibrata, servono papà e mamma. Non serve “una coppia”, né un terzetto, né un quartetto! E privarlo scientemente e volutamente di uno dei due genitori non tutela affatto il minore. Se poi il bambino è in stato di adottabilità, ha subìto un qualche trauma: a maggior ragione, per la sua tutela, il bambino va inserito in una famiglia vera, sana, solida (neanche tutte le coppie eterosessuali sono idonee all’adozione…).

Sempre in contrapposizione con la realtà, la Poleggi giura che tutte le donne che decidono di portare in grembo il bambino di altri siano «obbligate» a farlo, incurante di come ciò sia possibile nella Russia di quel Putin che la finanzia, ma non certo in un Canada dove le donne non possono essere pagate. E se ignora le testimonianza di chi smentisce la sua  propaganda, racconta pure che riconoscere i genitori di un bambino sia come accettare la schiavitù, Il tutto sottintendendo che se quel bambino verrà privato dalle sue tutele, tutto andrà bene perché lei si compiacerà del male che sarà riuscito ad infliggere a quel minore. Scrive:

Gli schiavisti, i venditori di bambini, i ladri, i furfanti sono sempre esistiti e sempre esisteranno, certo. Per questo quando vengono beccati, vanno puniti e basta. Non solo non vanno protetti dalla legge, ma non vanno neanche “regolamentati”. Avrebbe senso una legge che ammettesse la riduzione in schiavitù solo in certe circostanze e con certe garanzie?

Ma dato che alla signora Poleggi non è mai fregato nulla della GpA sino a quando non ha potuto usarla per promuovere odio contro i gay, il suo vomitevole articolo si conclude con il solito attacco omofobo. D'altra parte è per quello che si fa pagare da Putin e dall'Arzejaban attraverso i fondi neri che Volonté distribuisce alle organizzazioni di estrema destra che sfruttano la religione contro i diritti civili, dice:

Il fine della nostra battaglia – già detto – è la tutela delle persone, dei bambini, delle donne e della famiglia: quindi in ultima analisi è una battaglia per il futuro della nostra civiltà. Viceversa la comunità Lgbt non si rende conto del fatto che è usata e strumentalizzata dall’opulenta industria della fertilità (che fa milioni nella tratta e nella manipolazione degli esseri umani): se fossero state le coppie etero a premere per la legalizzazione dell’utero in affitto, non avrebbero avuto risonanza mediatica, né seguito: sarebbe facile dir loro di lasciar perdere questo mercimonio e di concentrarsi sull’adozione – se ne sono degni!
Mandare avanti i gay – “poveri perseguitati dall’omofobia dilagante” – invece paga… e Lorsignori prevedono incassi favolosi.

Insomma, detto che lei considera i gay inadatti all'adozione, giura che dovrebbero battersi per quella al posto di fare come moltissimi eterosessuali. D'altra parte a lei non gliene frega nulla se un etero va dal suo Putin a procurarsi un figli, a lei interessa sfruttare i bambini come strumento di attacco ai gay in un linguaggio violento che sconfina nel bullismo. Ci dimostro lei che è meritevole di avere figli dato che in molti non le affiderebbero manco un cane... e non ci dica che lei non deve dimostrare nulla perché ostenta quanto le piaccia prendere peni eretti nella sua bernarda.
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