Il Miur avrebbe siglato un accordo con la lobby di Gandolfini per la messa al bando delle tematiche sgradite ai fondamentalisti


Secondo quanto riferiscono le organizzazioni integraliste, il Miur avrebbe accolto tutte le pretese avanzate da Massimo Gandolfini e avrebbe sancito che nelle scuole non si potrà più parlare di sessualità o di educazione al rispetto senza preventivamente richiedere un consenso informato scritto ai genitori.
Lo annuncia la fondamentalista Giusy D'Amico di Non si tocca la famiglia, sostenitrice dell'ideologia per cui i figli sarebbero una proprietà privata di genitori che potranno disporne a proprio piacimento e che potranno decidere quali informazioni negare loro pur di sincerarsi possano essere indottrinati al pensiero dei loro proprietari. Contraccettivi, sesso sicuro e tolleranza verso l'omosessualità sono tutte tematiche che i genitori vicini al fondamentalismo cattolico potranno negare ai propri figli contro l'interesse supremo del minore.

Presentandosi come l'organizzatrice delle «due oceaniche piazze in cui a San Giovanni in Laterano e al Circo Massimo», è in un comunicato stampa che donna D'Amico afferma che il suo accordo sia espressione del suo slogan «Stop Gender nelle scuole». Peccato si voglia vietare un qualcosa che non è mai stato teorizzato in ambito accademico e ciò significa aprire le porte ad ogni tipo di pretesa o di interpretazione: varrà la definizione di quel monsignor Anatrella che, prima di essere condannato per abusi sessuali, si inventò la bufala «gender» come pretesto per promuovere l'omotransofobia o prevarrà una Silvana De Mari per cui sarebbe «ideologia gender» dire che i gay non sono «malati da curare» come lei sostiene?
Giusy D'amico sostiene che le iniziative del fondamentalismo «hanno portato oggi al riconoscimento della necessità di chiedere il Consenso Informato ai genitori, riconfermando il diritto di astenere i propri figli da attività non condivise che non rientrano nel curricolo obbligatorio delle discipline». Dunque se uno studente chiederà al professore se l'omosessualità sia naturale, questi dovrà richiedere un consenso ai genitori per potergli spiegare le posizioni dell'Oms in merito. Se poi il genitore fosse omofobo, il professore rischierà il licenziamento se racconterà verità scientifiche che contraddicono il suo pregiudizio.
Da copione, la signora si dichiara soddisfatta di come la lobby di Gandolfini abbia ottenuto il riconoscimento della sua personale interpretazione del «diritto della famiglia di istruire ed educare i propri figli» che non tiene conto del diritto dei minori a ricevere tutte le informazioni che gli saranno necessarie per poter sviluppare un pensiero autonomo.
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