Le lacrime di una bambina davanti alle ruspe di Salvini: «Salvate i miei libri di scuola»


«Salvate i miei libri per favore, non voglio vengano distrutti dalle ruspe». È tra le lacrime che una bambina ha lanciato quest'ultimo appello mentre le ruspe di Matteo Salvini si apprestavano a radere al suolo l'intero campo sinti in cui viveva a Gallarate (Varese). Le loro case e tutti oggetti accumulato nel corso di intere vite sarebbero stati trattati come spazzatura, anche quelli che sarebbero serviti a dare loro un futuro.
Per giorni la piccola ha vissuto nel terrore che le ruspe di Matteo Salvini la scovassero e venissero a prendere le sue cose, e per lei i suoi libri erano il suo tesoro. «Frequenta la scuola con profitto, e vuole continuare a studiare», racconta una volontaria.
La piccola ha così sistemato con ordine i suoi libri in una scatola di cartone e, appena ha visto le volontarie del doposcuola, ha consegnato loro i testi.

Intanto sua mamma, Josita, spiega: «Ma come può il sindaco fare questo? Abbiamo figli piccoli, anche lui è un papà, non pensa che ci sta mettendo per strada? La tendopoli non è la soluzione. Noi mamme ci appelliamo a Papa Francesco. Gli chiediamo di aiutarci. Sotto questo cielo siamo tutti figli di Dio, invece qui ci stanno trattando come cani».
Protestano anche le volontarie del doposcuola: «Era un progetto che funzionava. Adesso non so che cosa accadrà». Forse Salvini impedirà loro di studiare e gli strapperà ogni speranza di un futuro, sicuro il leghista medio si compiacerà di ogni violenza inflitta alle minoranze.
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