Libero attacca il Times: «Non sono autorevoli perché non censurano le tesi sulla propaganda di Putin»


Siamo alla solita ipocrisia. L'ultradestra di Libero dice che se una catechista dice di vedere una fantomatica «ideologia gender» nei cartoni animati che contrastano il sessino, quel cartone animato deve essere censurato. Afferma che abbia ragione Giorgia Meloni ad affermare che la presenza di una persona transessuale in televisione debba essere ritenuta un «attacco della lobby lgbt che indottrina l’ideologia gender ai più piccoli». Ma se qualcuno vede la mano di Putin dietro a messaggi veicolati dalle produzioni di Cremilino, quelle persone vanno derise a priori.
È Libero a pubblicare un articolo a quattro colonne di Giovanni Longoni dal titolo "Londra vede propaganda russa persino nei cartoni animati". In un negazionismo che invita a mettersi le fette di salame davanti agli occhi di fronte all'evidenza di come Putin voglia distruggere l'Europa a favore del suo dichiarato progetto per la costruzione di un'Eurasia che veda in Mosca la propria capitale, il quotidiano di estrema destra scrive:

Pirati informatici che manipolano le nostre opinioni politiche e ci costringono a votare cose che in realtà non vorremmo; finanziamenti a pioggia a favore di partiti e movimenti contrari a un'Europa che sarebbe naturalmente unita, forte e solidale; bufale diffuse ad atte su Facebook e altre reti sociali per convincerci che la terra è piatta e quindi anche un vicepremier come Di Maio è all'altezza del suo compito. Signore e signori, tutto questo è terminato: i capisaldi di quella che ritenevamo la moderna propaganda russa sono finiti in soffitta. Il Cremlino, apprendiamo dalla stampa inglese, punta infatti a ben altro: diretta-mente cioè al lavaggio del cervello delle nuove generazioni di cittadini occidentali mediante l'uso sapiente di temibili cartoni animati.

Come prassi della retorica filo-leghista, non una sola accusa viene smontata mediante argomentazioni ma si ricorre alla derisione a al bullismo. E per evitare che il lettore possa maturare opinioni personali contrari al volere dell'elettore, l'articolo dice loro che cosa debbano pensare dopo aver catalogato il tutto in una rubrica ideologicamente denominata "paranoia anti-Putin". Il loro Putin, l'alleato del loro Salvini.
Ed ovviamente si ricorre agli insulti, con un giornaletto dall'infima fama come Libero che si mette a dire che il Times non sarebbe autorevole:

La denuncia arriva dal Times, un tempo prestigioso, che in un articolo firmato da Mark Bridges presenta le tesi del professar Anthony Glees, docente di scienza politica alla Università di Buckingham, secondo il quale il cartone animato russo "Masha e Orso" sarebbe uno strumento di "soft power" per fare propaganda a favore del Cremlino.

Se è preoccupante osservare come Libero denigri degli studi universitari ed insulta chi osa pubblicare le loro osservazioni senza mai presentare una sola prova contro le loro teorie, l'articolista si mette a raccontare che l'Orso «sopporta sempre i capricci di Masha anche se a volte la mette in castigo» perché i russi hanno saputo creare un personaggio «severo ma giusto». Dicono anche che «in Italia la serie è andata in onda su Rai 2 fino al dicembre 2011. In seguito è stata tra-smessa a più riprese da Rai YoYo e dal canale DeA Junior. Il secondo canale la mandava in onda alle 20, a dimostrazione del favore che incontrava nel pubblico dei più piccoli».
Insomma, Libero pare sostenere che se un cartone animato piace ai bambini di due anni lo si può assolvere da qualunque accusa di propaganda. Ed è sempre attraverso la derisione che l'articolo si lancia nel tentativo di negare ogni accusa attraverso semplificazioni al limite del patetico:

Ma come avviene l'indottrinamento dei poveri piccoli spettatori? L'orso è notoriamente il simbolo del potere russo e il plantigrado animato è il personaggio positivo della vicenda. E una figura paterna per Masha; inoltre ha tutte le qualità e i piccoli vizi russi: ama pescare, curare il giardino, guardare il calcio in tv, prepararsi il tè nel samovar; poi legge tanto e ha anche talenti artistici (dipinge, suona, è un provetto giocoliere e prestigi-dilatare; d'altronde ha lavorato nel circo da giovane). Quindi i piccini vedrebbero nel peloso mammifero il simbolo di Putin, che è piccolo, glabro ma pronto a difenderei deboli in difficoltà...

Sostenendo che i bambini siano sovranisti e che è la natura a dire che debbano votare Salvini in difesa dei sacri confini di una Patria che attende solo si esse donata a Putin, aggiungono

Ma non è tutto. In una puntata, che più di altre ha scioccato gli intellettuali globalisti, Masha con un cappello da doganiere sovietico in testa respinge l'invasione del suo campo di carote dall'attacco di alcuni animali. Chiara metafora del sovransimo e della difesa dei confini europei dalle orde migranti. L'impressione è che qualcuno abbia perso il senso della realtà. Ma se i professori anglo-baltici avessero qualche ragione, allora la conclusione a cui si giungerebbe, data la fortuna di Masha e Orso col pubblico, è una sola: i bambini sono tutti populisti.

Ma forse tutta questa ironia pare vuota se si nega l'evidenza di come i cartoni animati siano storicamente già stati usati per simili azioni di indottrinamento. Negli Stati Uniti la Disney fu costretta a produrre cartoni in cui Paperino difendeva la patria dall'invasione nazista, così come si cercava di insegnare loro la sottomissione al volere del presidente. Ma se si indottrinano i bambini ad osannare lo zar, per Libero va tutto bene e i loro lettori non devono farsi domande.
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