Quando Varese organizzò un comizio pro-Putin: «Russia baluardo di famiglia, tradizione, identità. No alle sanzioni»


Nel 2014 fù il Comune di Varese, in collaborazione con l'associazione leghista Lombardia-Russia e con l'organizzazione forzanovista Provita Onlus, ad aver organizzato a Varese un comizio intitolato "Famiglia, tradizione, identità – La sfida russa al mondialismo".
L'evento dipingeva Mosca come un "baluardo" per l’identità e per i valori fondati sulla "famiglia tradizionale" tra un uomo e una o più donne (numerose nel caso di Salvini). Il tutto venne presentato a Palazzo Estense alla presenza del sindaco Attilio Fontana, con il primo cittadino pronto ad annunciare che la Lega non intende riconoscere l'autorità di Kiev e preferisce credere alla tesi del leghista Gianluca Savoini (presidente di Lombardia-Russia insieme al russo Komov) per cui «in Ucraina c’è stato un colpo di Stato militare, da parte di estremisti nazionalisti ed antirussi, che stranamente vengono appoggiati dai Paesi occidentali che fanno parte dell’Unione europea».
Il sindaco Fontana ha anche attaccato le sanzioni alla Russia, sostenendo che il nostro Paese deve tenere aperto il dialogo con Mosca: «Continuano le iniziative legate o che hanno contatti con la Russia. Nei mesi scorsi è stata realizzata la mostra in Sala Veratti su Ivan Bianchi. Ora questo convegno, importante, grazie all'associazione Lombardia-Russia. È sciocco quando non si vogliono guardare altre posizioni, come quelle che sta prendendo la Federazione Russa. Le scelte dell’Europa stanno penalizzando anche la nostra economia. Dobbiamo tenere aperto il dialogo».
Fontana ha anche sostenuto che «l’Ue non ha una politica estera propria, è soggiogata dagli interessi mondialisti. Allontanare l’Europa dalla Russia sta indebolendo l’una e l’altra, con le sanzioni imposte e l’embargo dei prodotti. E parleremo della difesa della famiglia naturale».
Se nella dialettica leghista il termine «naturale» è inteso come sinonimo di «eterosessuale» in un aperto attacco alle famiglie gay, a confermare quella visione ideologica è anche Toni Brandi, il presidente di Provita Onlus che parteciperà all'incontro. In un ossessivo tentativo di ridefinire la famiglia, dice: «Senza criminalizzare nessuno, portiamo avanti i valori della famiglia tradizionale. Ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma la famiglia può essere intesa solo come unione tra uomo e donna, ovvero quel nucleo che può procreare».
L'ospite d'onore del convegno è stato Alexey Komov, il parlamentare russo che presiede la fondazione San Basilio di Mosca e che risulta alle dipendenze del magnate russo Kostantin Malofeev. Membro dell'integralismo anti-gay organizzato, viene pagato per organizzare conferenze a sostegno dei separatisti e di chiunque guardi con interesse l'ipotesi di un'annessione alla Russia. È lo stesso Komov che parteciperà alla convention integralista di Verona con cui Matteo Salvini e Lorenzo Fontana daranno spazio al fondamentalismo internazionale di Brian Brown.
In solo quattro anni, la propaganda di Putin è passata dai convegni comunali al totale appoggio del governo. Un fatto che dovrebbe metterci in guardia.
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