Fabio testi ripreso da Casa Pound: «Per lavorare in Rai devo fare un tesserino da gay. Io sto con Salvini»
In quella loro ossessiva propaganda d'odio contro ogni minoranza, è nel giorno del Santo Natale che i camerata de Il Primato Nazionale se ne escono sono uno dei loro soliti articoli volti a incoraggiare e promuovere l'odio contro i gay. Stando a quanto sostiene il giornale neofascista, Fabio Testi avrebbe dichiarato che in Italia non si può lavorare se non si fa sesso con i gay o se non si è drogati. Scrivono:
Fabio Testi, volto noto del cinema e della tv a partire dagli anni ’70, da tempo non si vede più sulle reti nazionali. Per un motivo ben preciso, a detta dell’attore: non è né gay né drogato.
In un’intervista a Radio Cusano Campus l’attore lancia un’accusa pesante contro i network televisi italiani: “Per lavorare in Rai e Mediaset servono patentini da gay e tossici“.
Dove il “patentino” equivale anche a una disponibilità in quel senso, pure se gay non si è. “Sai quanti ne ho visti di amici miei che hanno accettato? Io mi sono trovato a metà film col regista che mi diceva se non accetti vai a casa e io dicevo ‘Ok vado a casa’. Ma sai quanti sono caduti e sono scesi a compromessi?”, rivela Testi in chiaro riferimento al “Me Too” italiano.
nel ribadire le accuse, i neofascisti sottolineano come Testi tiferebbe per Salvini, per i suoi porti chiusi e per le donne rappresentata come bambile gonfiabili ai suoi comizi politici. Aggiungono:
Per lavorare in Rai devo fare un tesserino da gay, poi uno da tossico per lavorare nell’altro ambiente. Ormai in Italia il lavoro artistico si è limitato a certi gruppi, dove io son tagliato fuori perché sono troppo quadrato. Io non ho tesserino e allora mi lasciano a casa così non gli rompo i coglioni”, spiega l’attore.
Sul fronte della politica, emerge un altro dettaglio che completa il quadro. Testi infatti non disdegna l’attuale ministro dell’Interno. Fatto che – si sa – suona come una bestemmia nel mondo dello spettacolo italiano.
“Tra Salvini e Di Maio ovviamente sono per Salvini. Prima di criticarli e di metterli alla gogna, vediamo cosa faranno e soprattutto ricordiamoci cos’hanno fatto i precedenti governi. Io ho tre figli che lavorano all’estero perché purtroppo non hanno la possibilità di lavorare in Italia, si sono formati qui e non possono lavorare nel nostro Paese”, conclude l’attore.
in quel vittimismo che caratterizza la propaganda neofascista e del fondamentalismo che si dice "cattolico", Il Primato Nazionale conclude il suo surreale articolo asserendo: «Dopo queste affermazioni assolutamente fuori dal coro del pensiero unico e politicamente scorrette, sarà ancora più difficile vederlo nuovamente sui nostri schermi».
E chissà se è solo una coindcidenza che simili accuse siano state diramate da quella stessa radioc he propina ai suoi ascoltatori costanti proclami a firma di Mario Adinolfi e di altri fondamentalisti dell'estrema destra omofoba. Non saerà che Testi sia utile a cercare di deridere il fenomeno del femminicidio e promuovere cieco odio contro i gay in ode a come il suo Matteo Salvini dica che il suo aver collezionato molteplici compagne lo renderebbe più gradito a Dio e più meritevole di maggiori diritti civili?