Monsignor Tessarollo contro le polemiche leghiste sul presepe: «Giocano sulle paure delle persone per creare contrapposizione invece dell’integrazione»


Se la fondamentalista Costanza Miriano sostiene che il vero cristiano deve votare Salvini per compiacere la Madonna, non pare pensarla così il vescovo di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo.
Parlando dell'obbrobriosa legge sulla presunta "sicurezza" voluta dal ministro leghista, è dalle pagine del Corriere Veneto che il monsignore non usa mezze parole nel definirla «un paradosso. Questi politici dicono di voler preservare l’identità cattolica e cristiana, basata sull'amore per il prossimo, predicando l’odio e l’esclusione invece dell’inclusione».
E non pare neppure gradire l'uso ideologico e discriminatorio che cerchi leghisti stanno facendo del presepio: «Strumentalizzano il presepe, che poi mica tutti fanno. Lo pensano i politici, ma non è così. Loro parlano alla pancia della gente per ottenere il consenso, senza capire che in questo modo aizzano gli italiani contro gli immigrati. Agevolano il rigurgito dei peggiori luoghi comuni: gli stranieri vengono qui a rubarci il lavoro, ad assorbire tutti i finanziamenti statali, a commettere reati. Giocano sulle paure delle persone per creare contrapposizione invece dell’integrazione».
Monsignor Tessarollo spiega così la falsità delle paure che Salvini sta cercando di creare attraverso un abuso del sentimento religioso: «Il presepe per gli alunni musulmani è l’ultimo dei problemi. Tanto è vero che nella mia Diocesi hanno rifiutato l’ora alternativa a quella di religione, preferendo frequentare quest’ultima. Quella di eliminare le tradizioni cattoliche è una fisima di revisionisti che aspettano solo l’occasione per esprimere avversità nei confronti degli stranieri. Spiace che messaggi di tal genere arrivino da uomini di cultura. Dimenticano due concetti fondamentali: anche il Corano parla di Maria e di Gesù. Conosco musulmani che recitano il rosario. E poi il presepe per secoli ha ispirato l’arte, anche laica: pensiamo alla pittura, alla scultura, alle mostre dedicate alla Natività, come quelle di Verona e Napoli».
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