Secondo Provita, il nazismo sarebbe una risposta ai governi che riconoscino diritti ai gay


Il presidente di Provita Onlus e Luca Volontè sono parte del direttivo della lobby omofoba di Brian Brown e Alexey Komov, motivo per cui risulta molto ipocrita come i due cerchino di promuovere la loro cultura della morte attraverso il sostenere che i gay sarebbero una fantomatica «lobby». Eppure è proprio Volontè a pubblicare sulle pagine di Provita Onlusun surreale arricolo di promozione omotransofobica dal titolo "Il caso Taiwan: quando le lobbies gay perdono, vincono lo stesso".

Auspicando un sempre maggiore uso delle paure come un mezzo politico per negare i diritti umani, è sostenendo ossessivamente che «naturale» sarebbe sinonimo di eterosessuale che Volontè scrive:

Alcuni giorni orsono, con un referendum popolare, i cittadini di Taiwan avevano respinto l'equiparazione matrimonio naturale e omosex. Nemmeno le grandi imprese commerciali e finanziarie erano riuscite a convincere gli elettori, e la sconfitta aveva portato a una drastica riduzioni dei consensi per il partito di governo, Partito Democratico del Progresso. Bene, il popolo ha votato, la questione è chiusa, si direbbe in ogni democrazia. Invece no, a Taiwan le cose vanno diversamente. Infatti in questi ultimi giorni il governo, uscito perdente dal risultato elettorale, ha annunciato di voler far approvare dal parlamento una nuova legge per riconoscere i matrimoni gay a Taiwan.

Buffo e ipocrita, come sempre. Provita Onlus dice di non voler accettare il risultato referendum sull'aborto in Italia, contesta i referendum in cui ha vinto il matrimonio egualitario ma poi dice che il "volere del popolo" dovrebbe prevalere sui diritti umani se si tratta di una posizione a loro sgradita. Erano quelli dei cartelli con scritto "Sbagliato è sbagliato anche se dovesse diventare legge" ma ora dicono l'opposto in base a convenienza. Patetico.

Eppure è in quella sua ossessiva promozione all'odio alternata all'abitudine fondamentalista al vittimismo che Volontè sbraita:

Non scherziamo, è la pura verità. Vi immaginate se i gruppi pro famiglia irlandesi avessero preteso e ottenuto il blocco di ogni legge sul matrimonio omosex dopo la sconfitta subìta tre anni orsono? Si sarebbe scatenato il putiferio universale. Questa regola non scritta ma attuata ovunque, che il popolo è sovrano solo quando approva le decisioni di lobbies e governi favorevoli a leggi pro aborto e pro matrimonio gay, è un distorto rispetto del principio primo della democrazia. Il principio che se perdi vinci lo stesso non fa parte della democrazia, ma della tirannia. Non c'è da lamentarsi se poi rinasce il nazionalismo in tutto il mondo. Tra meno di due anni ci saranno nuove elezioni a Taiwan, scommettiamo che la grande coalizione di associazioni pro famiglia farà sentire la propria voce?

Cosa c'entra la famiglia con la discriminazione? Nulla, ma la feroce lobby di Volontè è da tempo impegnata nel tentativo di redifinire la famiglia e ama sostenere che sia in nome di essa che loro vorrebbero si negasse pari dignità ai gruppi sociali a loro sgraditi. E surreale è come l'ultra-destra parli in terza persona nello spiegare come loro abbiano puntato sull'omofobia per cercare di guadagnare consensi.
Il problema è che l'odio mon può calpestare d diritti umani, altrimenti non sarebbero diritti.
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