Silvana De Mari irride il suo processo: già pronto il convegno per rilanciare le sue tesi anti-gay


I gay sono anormali, adorano satana e diffondono malattie, offendendo profondamente il mio dirmi «cristiana» mente disprezzo l'emancipazione femminile, ostento il mio odio verso l'Islam e cito la Bibbia per chiedere che ogni cittadino maschio italiano italiano venga munito di armi da fuoco. Sono queste le teorie sostenute da Silvana De Mari che le sono costate un processo per diffamazione. Una diffamazione sistematica che risulta aggravata da come ogni suo pregiudizio venisse spacciato per una «verità scientifica» che lei era sostenere in un vero e proprio abuso dei suoi titoli accademici.

Cresciuta nell'area politica di Magdi Cristiano Allam, oggi collabora assiduamente con le organizzazioni omofotransofobiche gestite da Gianfranco Amato. Ed è proprio insieme a lui che cercherà di mettere a frutto la visibilità mediatica che si è garantita al modico prezzo di quella che pare sarà una multa di soli mille euro.
I miliziani di Gianfranco Amato sono già all'opera per strumentalizzare i fatti, raccontando che il processo per diffamazione contro la signora Silvana De Mari debba essere inteso come un «processo alla libertà di espressione». Dicono anche che «qualunque sarà la sentenza è comunque una Vittoria, perché gli Italiani hanno potuto comprendere un libero contraddittorio che con la violenza del pensierounico dominante si è cercato di imbavagliare».
Insomma, la loro teoria è che l'odio giustificherebbe qualunque ricorso a menzogne diffamatorie, sempre che non sia una teoria a loro sgradita dato che in quel caso Gianfranco Amato pare essere solito procedere a denunce e azioni legali che possano fungere da atto intimidatorio (si pensi anche solo a come denunciò i professori del Giulio Cesare di Roma in virtù di come non gradisse i titoli dei libri che avevano suggerito per le vacanze).
Il prossimo atto vedrà Silvana De Mari impegnata in un comizio politico intitolato "La verità rende liberi" che è stato organizzato a Torino insieme a Gianfranco Amato e che viene annunciato sui social come un atto per «dimostrare tutto il nostro sostegno alla dottoressa Silvana De Mari» davanti alle sue sparate ascientifiche contro i gay.
Qualora la signora De Mari sia condannata per il reato di diffamazione aggravata, quel convegno ci porterebbe ad assistere ad una pregiudicata che sta mettendo a frutto il suo processo per promuovere quelle stesse menzogne che i giudici hanno reputato penalmente rilevanti.
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