Silvana De Mari: «Mi hanno impedito di dire che l'omosessualità è un comportamento che come è stato appreso può essere disappreso»


Silvana De Mari l'ha dichiarato più volte; la ferocia dei suoi proclami anti-gay e la violenza delle sue parole omofobe le servono ad ottenere visibilità mediatica, collazionando titoli che rilanciassero le sue tesi volte a sostenere che l'omosessualità sia «una condizione reversibile» o che «faccia male alla salute» in quanto da lei indicata come fantomatica causa di malattie.
Potremmo pensare che la De Mari sia una cagna sciolta o potremmo ipotizzare che la sua decennale militanza tra le fila dell'integralismo di Magdi Cristiano Allam l'abbiano portata a ricoprire un importante ruolo come pedina delle lobby fondamentalista internazionali. In fondo sappiamo che oggi collabora con quel Gianfranco Amato che basa la sua propaganda omofoba su schemi simili a quelli del nazismo, motivo per cui se i nazisti accusavano gli ebrei delle violenze che loro gli infliggevano, è plausibile che Amato accusi i gay della sua stessa strategia. Ed è così che se la sua propaganda sostiene che i gay vogliano usare il piano inclinato per rendere sempre più accettabile la loro esistenza, è altrettanto plausibile che Silvana De Mari serva a rendere sempre più accettabile l'odio contro i gay attraverso un progressivo e incessante incremento della ferocia omofoba che non viene percepita come allarmante da una società che è solita restare impassibile davanti a chi propone la propria ideologia a piccoli passi.
Prima dell'avvento di Gandolfini, Adinolfi o Brandi, probabilmente si sarebbe suggerito un TSO a chi si fosse alzato in piedi a sbraitare che i gay devono essere ritenuti malati. Oggi Silvana De Mari riesce persino a radunare qualche fondamentalista che, marciando sotto allo stendardo di Gianfranco Amato, si è presentato davanti alla GAM a Torino per protestare per il rifiuto a concedere le loro sale ad una donna condannata per diffamazione aggravata che voleva ribadire tutte le parole discriminatorie che hanno portato alla sua condanna.

Con una Angela Ciconte che da velina di Gianfranco Amato è passata a curare le sue dirette Facebook, troviamo il surreale video della manifestazione con sui il fondamentalismo spera di poter martirizzare la loro Silvana De Mari spacciando l'odio per «libertà d'espressione» e piagnucolando che loro sarebbero discriminati perché non possono discriminare. Il video viene introdotto con parole violente e minacciose: «Perché la Verità ci fa liberi ma fa paura... Presto ci libereremo dal bavaglio è la voce sarà forte e chiara», scrive la Ciconte.

Ricorrendo al solito vittimismo e sostenendo che qualcuno vorrebbe farle del male (perché si sa che i gay sono veramente cattivi, non come lei che vuole danneggiare le loro vite e che va dai genitori omofobnia spergiurare che «da dottoressa» può garantire loro che basterà iscriverli ai seminari del suo amico Luca di TTolve perché possano subire torture basate sull'inculcare sensi di colpa che la scienza ufficiale riconosce come provata causa di numerosi adolescenti spinti al suicidio), la fondamentalista incalza:

In primo luogo vorrei ringraziare gli amici della polizia che, come ormai abitudine, sono qui a proteggermi. In secondo luogo vorrei dirvi che cosa avrei detto se avessi potuto parlare in quella sala. Angela aveva prenotato la sala mesi fa e ci hanno detto che non potevamo averla perché ci sarebbero state polemiche. Questo significa che in questo Paese la libertà di paola è stata soppressa. Ma mi han detto che io non potevo parlare perché sono stata condannata ad un processo. Quindi stanno togliendo la voce ad un imputata. Ma vi rendete conto di cosa vuol dire?

Se lei non è imputata ma pregiudicata, non si capisce perché mai un imputato dovrebbe poter tenere comizi quasi come se lei pensasse che la giustizia si basi sul televoto popolare e non sulla realtà appurata dai giudici. Ma il discorso degenera ancora:

Se avessi detto se mi avessero permesso di parlare in questa sala. Avrei ripetuto le parole di Richard Cohen, ex-gay e psicoterapeuta: nessuno nasce gay. Non è nulla che abbia a che fare con l'identità. È un comportamento. Nessuno sceglie di provare attrazione per persone dello stesso sesso, succede quando accade qualcosa nella vita di una persona per cui non è riuscito a identificarsi con il genitore dello stesso sesso. È un comportamento che come è stato appreso può essere disappreso. Non lo sa nessuno. È uno dei segreti meglio custoditi, ma gli ex-gay sono molto più numerosi dei gay. E quando scrivono i loro libri, ci raccontano di come stiano enormemente meglio de ci dicono: Era una vita assurda, ma perché nessuno ci ha fermato?".

Da prassi, la fondamentalista non cita alcun dato verificabile e spaccia il pregiudizio come una verità rivelata. Giura pure che sarebbe per il bene dei gay che lei attacca le loro vite a cerca di danneggiare le loro famiglie, sempre sostenendo che fantomatici ex-gay sarebbero più numerosi dei gay. Insomma, follia pura.

Si passa poi al solito sostenere che i gay sarebbero malati:

Abbiamo statistiche mediche tragiche. Le persone chiamate omosessuali maschi, soprattutto quelli chiamati brutalmente bottom, moltiplicano per 40 il loro rischio di malattie. I gay sono il 2% della popolazione, ma sono il 505 dei nuovi casi di HIV e l'80% dei casi di sifilide. La sifilide sta diventando resistente agli antibiotici e alcuni ceppi di Aids stanno diventando immuni dagli antivirali. Qualcuno si rende conto della gravità di quello che ho detto? E mentre questi dati agghiaccianti stanno seppellendo il mondo, noi finanziamo i gay pride. I gay pride sono osceni, l'ha detto Gay.it. Il pride deve essere osceno o altrimenti non funziona. Il Pride vuol dire orgoglio dei vizi capitali. Ho guardato sul dizionari e "osceno" vuol dire che sono brutti e i gay sono molto molto brutti, o che offende la morale pubblica e perché io devo finanziare qualcosa che offende la mia morale?

Se la scorrettezza intellettuale della signora De Mari è evidente, surreale è con quale ferocia conto-natura la pregiudicata sia lasciata libera di continuare a vomitare i suoi insulti gratuiti e le sue offese degne di ulteriori denunce. E surreale è anche l'ossessività con cui usi il denaro per sostenere che qualcuno finanzierebbe cose a lei sgradite, forse ignara di quanti soldi versatati dai gay finiscano a finanziare attività fondamentalista o quelle chiese troppo spesso vomitano odio contro di loro. Ma si sa, lei dice che lei varrebbe più di loro perché si fa penetrare la vagina da peni maschili.

Ricorrendo ad una strumentalizzazione della religione, la fondamentalista De Mari incalza:

I Pride sono sempre più blasfemi. Dicono che devono essere blasfemi o altrimenti non funzionano. Noi cristiani occidentali siamo cristiano di sere z, ma qui ci sono anche cristiani di serie a che sono scappati dall'Egitto e che hanno visto i loro parenti ammazzati nelle chiese. Ci sono i cristiani pachistani, e che cosa pensate che pensino questi cristiani che sono dovuti scappare perché le loro chiese bruciavano e vedono la loro religione calpestata, a vedere parodie ci Cristo col sindaco con la fascia tricolore. C'è ancora un articolo 3 della Costituzione che ognuno deve avere il diritto di professare la propria religione? vedono che le istituzioni deridono la tua religione.

Ci sarebbe da domandarsi se la signora De Mari non offenda il senso religioso comune nel suo definirsi «cristiana» mente si comporta in maniera così anticristiana, così come pare essersi dimenticata che è il suo Gianfranco Amato ad aver invitato i suoi proseliti ad unirsi ai militanti di Forza Nuova per tentare di impedire che dei cristiani gay potessero pregare Dio.
Tutto ci porta ad osservare come la signora De Mari cerchi di usare Dio e la Madonna come strumenti per creare false contrapposizione, basate sulle sue falsità contro i Pride in una strumentalizzazione dei cristiani perseguitati. Insomma, è quanto fece il nazismo quando usò Dio per legittimare la persecuzione degli ebrei, accusandoli di aver ucciso Gesù. la De mari pare un loro plagio, disposta a tutto pur di sdoganare l'odio e danneggiare la vita di interi gruppi sociali a lei sgraditi.

Continua...
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