Arcigay contro il titolo di Libero: «Insinuazione becera, non informazione. Intervenga il Consiglio di disciplina»


«Nel titolo di prima pagina con cui il quotidiano Libero è uscito in edicola questa mattina, c'è il tentativo becero di insinuare un legame tra due fenomeni, il calo del Pil e l'aumento della visibilità delle persone lgbti, che evidentemente non hanno alcun rapporto diretto di causa effetto». Lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay.
«Già soltanto parlare di aumento degli omosessuali significa fraintendere l'informazione che Libero stesso pubblica a pagina 3, nell'articolo a firma della giornalista Giovanna Cavalli, dove si parla correttamente di aumento della visibilità (e non del numero) delle persone lgbti, riportando con precisione dati e analisi assolutamente rispettabili, che scattano una fotografia interessante del nostro presente. Ma a costo di squalificare il lavoro degli stessi colleghi, il direttore ha scelto di puntare, nel titolo in prima pagina, sull'ambiguità e di insinuare ciò che l'articolo non dice mai e che è impossibile anche solo tratteggiare. Nel farlo, chissà se se ne rende conto, oltre a dire una falsità, crea un retropensiero, ammicca a un rapporto di causalità assolutamente strampalato (saranno i gay a far calare il Pil? O le crisi economiche rendono le persone omosessuali? O i gay speculano sulle crisi economiche?) e istiga all'odio, perché qualsiasi lettura si dia di quel titolo, il sapore che resta è sempre amaro. Libero, d'altronde, usa metodicamente l'hate speech come titolo sensazionalistico: lo ha fatto contro i migranti, i musulmani, le donne, le persone lgbti. Tuttavia, proprio perché a questi titoli corrisponde evidentemente una strategia, non siamo disposti a tollerarli né tantomeno a normalizzarli. Per questo, invieremo oggi stesso un esposto al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia affinché intervenga», conclude Pezzoni.

Vito Crimi, sottosegretario con delega all'Editoria, commenta: «Provo disgusto per il titolo del giornale Libero. Un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti, poi oggi anche omofobi. Avvierò immediatamente una procedura interna per vagliare la possibilità di bloccare l'erogazione dei fondi residui spettanti ad un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia. Mi aspetto che il giornalismo che tanto vede in noi il nemico, faccia sentire la sua voce. Probabilmente chi distrugge la credibilità della stampa sono proprio alcuni giornalisti»
Il deputato Alessandro Zan (Pd) aggiunge che il titolo di Libero «è ignobile, perché probabilmente Feltri è un direttore disperato per il crollo delle vendite e utilizza questi titoli che sono falsi, perché le persone omosessuali come gli etero non è che aumentino o che diminuiscano, l'orientamento sessuale è una condizione dell'essere umano. Semmai oggi i gay e le lesbiche italiane si dichiarano nei posti di lavoro, con gli amici, in famiglia e questo è il presupposto per essere felici come tutti gli altri. L'articolo, che è stato scritto bene, da una giornalista seria è stato in realtà ridicolizzato e totalmente mistificato da un titolo del giornale che racconta la qualità intellettuale di chi quel giornale lo dirige».
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