Brasile. Bolsonaro regala l'Amazzonia agli speculatori. Gli indios saranno costretti ad una integrazione forzata


Dopo aver cancellato i gay e tentato di riscrivere la storia attraverso ai libri di testo delle scuole elementari, il neo presidente del Brasile (apprezzatissimo da Matteo Salvini) ha deciso di rispolverare la linea politica della dittatura militare, regalando terre e miniere alle lobby dopo averle ripulite dagli indigeni. I nativi verranno costretti ad una integrazione forzata e la loro cultura verrà cancellata.

«Ci sarà sicuramente un aumento della deforestazione e della violenza contro le popolazioni indigene», dichiara il responsabile dell'Articulation of Indigenous People of Brazil. Ancor più dopo che Bolsonaro ha reso il Ministero dell’Agricoltura responsabile per «l’identificazione, la delimitazione, la demarcazione e la registrazione delle terre tradizionalmente occupate dalle popolazioni indigene» con l'obiettivo di ridurre i diritti dei nativi e dare più spazio a speculatori e affaristi.
Surreale è anche come Bolsonaro abbia cercato di argomentare la sua scelta dicendo che gli Indios sarebbero «persone manipolate dalle Ong» che farebbero bene ad abbandonare la loro cultura per «diventare brasiliani come gli altri».
L'organizzazione brasiliana per la tutela dei diritti degli Indios sottolinea come l'atto sia «un chiaro affronto alla Costituzione» dato che nel 1988 è stata indrodotta una protezione delle comunità indigene dopo decenni di oppressione e sfruttamento da parte di una dittatura militare che le identificava come una minaccia per le opportunità economiche derivanti dalla deforestazione.

Nelle stesse ore, Bolsonaro ha anche firmato un decreto con cui stabilisce un maggior controllo delle Ong da parte del governo, arrogandosi il diritto di «supervisionare, coordinare, monitorare e accompagnare le attività e le azioni delle organizzazioni interne e non di governo nel territorio nazionale».
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